Per un giorno Palazzo Vecchio ha cessato di essere 'solo' uno dei monumenti più celebri di Firenze per tornare ai fasti rinascimentali e all'epoca in cui il giovane Leonardo Da Vinci lottava per affermarsi sulla piazza fiorentina come artista, inventore e ingegnere militare. La splendida cornice della Sala degli Elementi, gremita all'inverosimile, ha ospitato il cast al gran completo di Da Vinci's Demons, serie ideata dal creativo, e amante dei supereroi, David S. Goyer. L'occasione ha permesso alla stampa internazionale di togliersi le prime curiosità sulla serie, prossimamente in onda in 122 paesi (in Italia su Fox a partire dal 22 aprile), di cui è stato proiettato il primo episodio in anteprima mondiale, e di conoscere il numeroso cast capitanato dal bel Tom Riley e dalle due figure femminili, Laura Haddock e Lara Pulver. A introdurre gli ospiti ci pensa il vice presidente di Fox International Jason Simms, le cui lusinghiere parole nei confronti dell'ambizioso Da Vinci's Demons, dimostrano la stima nutrita verso Goyer e la fiducia nel potenziale della serie.
David, quali problemi ti sei posto nel reinventare un personaggio come Leonardo Da Vinci?David S. Goyer: Leonardo è uno dei personaggi più celebri della storia, ma in America quando si parla di Leonardo a tutti viene in mente Leonardo DiCaprio perciò ho pensato che fosse il caso di risolvere il problema. Ovviamente lo show non parla del vero Da Vinci, ma del modo in cui lui sopravvive ancora oggi nell'immaginario collettivo.
Tom, come ti sei preparato per il ruolo di Leonardo?
Tom Riley: Ho cercato di approfondire il lato umano di Leonardo per comprendere a fondo la sua lotta, il suo bisogno di emergere e la sua profonda solitudine. Per connettermi con la leggenda sono partito dagli aspetti umani.
Come è nata la serie l'idea di produrre una serie sul Rinascimento italiano e su Da Vinci?
Julie Gardner: La Starz, che co-produce lo show, voleva una serie action incentrata su una figura mitologica. Nessun uomo meglio di David Goyer poteva ottenere tutto questo.
Lara, puoi parlarci di Clarice Orsini? Cosa ti ha convinto a interpretare la moglie di Lorenzo De' Medici?
Lara Pulver: Nel primo episodio Clarice non appare. La vediamo solo per due secondi, ma non ha battute. A convincermi a partecipare al progetto è stata la visione di David Goyer che mi ha offerto un personaggio molto interessante. Clarice è una donna di potere, che lotta per difendere Firenze stando vicino al marito senza mai offuscarne la luce. Sa bene quale è il suo ruolo e agisce di conseguenza.
Laura Haddock: E' stata una gioia poter indossare costumi così belli. Per preparami alle scene sono stata avviluppata in strati e strati di stoffa, il che mi ha permesso di entrare nel mood dell'epoca. Alcuni di questi costumi sono stati fatti a mano con migliaia di pietre cucite dalle sarte. E' stato un lavoro incredibile, ma l'aspetto esteriore, in questo caso, rispecchia la complessità del mio personaggio.
Blake, il tuo Girolamo Riario sembra un cattivo a tutto tondo.
Blake Ritson: Ho sempre voluto interpretare un personaggio di questo tipo e sono stato felice di avere quest'opportunità per sondare le oscurità dell'animo. Tra le cose più divertenti che mi sono capitate sul set ho potuto lavorare con un bellissimo cavallo nero che talvolta ci ha dato qualche grattacapo. Di fronte alle scene che gli venivano fatte girare aveva tre possibili reazioni: nitrire, scalciare o defecare.
Eros, tu sei il membro più giovane del cast. Raccontaci la tua esperienza.
Eros Vlahos: Riprendendo il paragone tra supereroi, se Leonardo è Batman io sono Robin. E' stato facile fingere di stare tutto il tempo vicino a un genio e mi sono divertito molto a testare le sue invenzioni.
Da ciò che abbiamo visto ieri, Leonardo ha un padre orribile. Un vero e proprio demone. Cosa pensi del tuo personaggio?
David Schofield: Il conflitto al centro della serie, quello tra Leonardo e il padre, ripropone una situazione universale di conflitto tra padre e figlio. Ad aggravare il tutto, Leonardo è un figlio illegittimo che non fa niente per nascondere la propria provenienza anzi, sfida apertamente il genitore.
Allan Corduner: Secondo le fonti, quando Leonardo va a bottega dal Verrocchio, ha 14 anni. Questa è una storia apocrifa, ma si racconta che dopo aver visto il genio di Leonardo, Verrocchio non dipingerà più, ma incoraggerà il suo studente a sviluppare le proprie incredibili doti.
Tom, tu interpreti Giuliano, il fratello di Lorenzo De' Medici.
Tom Bateman: Giuliano è il minore dei Medici e sentendosi in inferiorità fa di tutto per impressionare positivamente il fratello. Man mano che la serie avanza riuscirà a conquistarne il rispetto.
Dopo aver visto lo show siete rimasti soddisfatti del risultato o avete notato dei difetti che vi hanno costretto a fare autocritica?
David S. Goyer: Io non sono un tipo che sfugge alle controversie. So che, dopo la visione dello show, l'Italia sarà il paese più critico. Per fortuna gli americani sono tanti e di storia non sanno niente, quindi saranno molto felici di vedere la serie senza notarne i difetti. Lo show celebra Leonardo spettacolarizzandone la realtà, ma l'approccio grafico è voluto per renderlo più appetibile per il grande pubblico.
Quanto la società rinascimentale mostrata nella serie vuole riflettere la contemporaneità?
Julie Gardner: Moltissimo. Volevamo che anche la componente storica e fantastica avesse degli elementi che rimandano alla società contemporanea per creare uno stretto parallelismo.
L'America ha un enorme talento nella confezione delle serie tv, ma di fronte al Rinascimento italiano perde la misura mostrando sesso, violenza e cadendo talvolta in luoghi comuni
David S. Goyer: Lo so, ma la mia Firenze è così violenta proprio perché mi piace provocare. E' nella mia natura. Anche per questo mi diverto a paragonare Leonardo a un supereroe.
David S. Goyer: Siamo stati a Roma e a Firenze due settimane per gli esterni, ma non potevamo girare Da Vinci's Demons a Firenze. Prima di tutto avevamo bisogno di studi molto grandi e qui non eravamo in grado di trovarli. La seconda ragione è che il governo inglese ci ha aiutato moltissimo. Io avrei preferito fare le riprese qui, ma economicamente è risultato molto più vantaggioso il Galles. Parlate con la vostra Film Commission per convincerli a farci girare qui la seconda stagione.
Quanto c'è del supereoe in Leonardo?
David S. Goyer: Leonardo è una figura mitologica e prima di me anche Dan Brown si è approcciato al personaggio mostrandone i lati oscuri e collegandolo a complotti e sette segrete. Come Bruce Wayne, Leonardo non ha i genitori e ha avuto un'esperienza traumatica in una caverna. Dopo aver letto le biografie a lui dedicate ho capito che in realtà soffriva perché era un professionista troppo avanti per il suo tempo. Era capace di prevedere tante cose, ma forse sentiva di non avere il tempo di fare tutto.
Tom Riley: Leonardo non ha limiti, sente di poter fare qualsiasi cosa e forse è questo che lo rende un supereroe.
Tom, come sei diventato Leonardo?
Tom Riley: La sceneggiatura mi è arrivata solo due giorni prima del provino. L'ho letta mentre ero su un treno e ho capito subito che volevo il ruolo. Ho pregato chiunque per avere la parte. Mi sono presentato al provino avendo solo due giorni per prepararmi, ma ho cercato di recitare nel mondo più naturale possibile ed è andata bene.
David S. Goyer: Abbiamo provinato un sacco di persone per trovare chi avrebbe potuto interpretare il genio della storia, ma alla fine a colpirmi è stata l'intelligenza di Tom.
Perché non ci sono attori italiani?
David S. Goyer: Non avevano nessuna preclusione verso le altre nazionalità. Abbiamo cercato di ingaggiare i migliori possibili per i ruoli da noi creati. Ci siamo posti anche il problema della lingua, se recitare in italiano o in inglese con l'accento italiano, ma sarebbe stato forzato. Per realizzare un'opera globale abbiamo dovuto fare dei compromessi.
Questo Leonardo è molto diverso dall'uomo con la barba che vediamo suoi libri di storia.
David S. Goyer: Ho scelto di lavorare a Batman Begins perché ero interessato a studiare la figura di Batman prima che diventasse Batman. Anche in questo caso volevo indagare sulla gioventù di Leonardo prima che diventasse l'artista noto universalmente.
Tom Riley: il mio Leonardo è un giovane scavezzacollo. Nel corso della storia diventerà saggio, diventerà il Leonardo che conosciamo noi oggi.
David S. Goyer: Ieri qui a Firenze mi hanno raccontato una storia molto divertente che riguarda Leonardo e Verrocchio. Pare che i due avessero la passione per la cucina e a un certo punto erano intenzionati ad aprire un locale. Probabilmente è solo una leggenda, ma sarebbe stato divertente trarne una sitcom su due artisti fiorentini pazzi che vogliono aprire una pizzeria. Magari lo faremo la prossima volta.