Lui è il regista della fortunata saga di Come un gatto in tangenziale, lei ci ha abituati ad una versatilità cresciuta nel tempo. Riccardo Milani, maestro della commedia nazional popolare, e Miriam Leone, che nella passata stagione è stata per tutti la Eva Kant ritratta dai Manetti Bros., raccontano l'avventura di Corro da te, in sala dal 17 marzo. Il film è il remake di Tutti in piedi, commedia francese diretta, scritta e interpretata da Franck Dubosc, di cui ripropone siparietti, gaffe e intere scene. Ne eredita anche il cinismo e il politicamente scorretto, che gli autori adattano con garbo al costume italico e ne fanno strumento privilegiato per affrontare un tema delicato come la disabilità. La dimostrazione è che si può ridere di tutto, basta farlo con intelligenza e rispetto.
La nostra intervista a Miriam Leone e Riccardo Milani
Dall'originale francese ai vizi italici
Su quali aspetti vi siete focalizzati rispetto all'originale francese? E come hai messo insieme questa inedita coppia?
Riccardo Milani: Lo spunto da cui siamo partiti era quello di riuscire a parlare in Italia di un tema complesso come la disabilità facendo ridere il pubblico. La strada poi è stata quella di un adattamento al territorio, alla cultura e al percorso sociale ed etico delle persone, che ovviamente sono diverse da quelli del film originale: noi siamo l'Italia, loro sono un altro paese. L'idea di mettere insieme Miriam e Picchio è arrivata dopo la scelta di fare il film, cercando una originalità anche in questo: mettere cioè insieme due persone che non si erano mai incontrate prima su un set e apparentemente distanti anche dai personaggi che saremmo andati a raccontare.
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Miriam Leone/ Chiara, una forza della natura
Chiara è una ragazza costretta su una sedia a rotelle, solare e innamorata della vita. Per tutto il film conservi nello sguardo una dolenza di fondo e sei sempre molto credibile. Come sei riuscita a prendere le misure e a costruirti un nuovo spazio di movimento?
Miriam Leone: Fisicamente si lavora prima, la preparazione tecnica e fisica ti permette poi di avere libertà nelle emozioni. Banalmente se in scena ti devi preoccupare di come muoverti, vuol dire che non stai vivendo ma stai facendo finta; la preparazione quindi è a monte, poi la dimentichi e diventa parte di te. Una volta prese le misure ti permettono di volare e lasciarsi andare, è questa la meraviglia della preparazione, una delle parti più interessanti di questo lavoro. Quando poi trovi un regista come Riccardo Milani che la cura moltissimo, è un regalo, perché arrivi in scena libero di lavorare su un sentimento, sulla credibilità e su un modo di essere e di vedere la vita. Chiara guarda la vita con il sorriso ma anche con dolenza, perché il dolore lo ha attraversato, lo conosce, non è una stordita banalmente felice. È una forza della natura, è forte perché ha scelto di vivere; scegliere di vivere e stare dalla parte luminosa della forza è la scelta più coraggiosa e difficile che si possa fare. Il male è molto più semplice.
Il potere del politicamente scorretto
Il film è un inno al politicamente scorretto e ci incoraggia a riappropriarci del diritto di chiamare le cose con il proprio nome.
R.M.: È vero, ma non è intenzionale. Credo nelle cose giuste o sbagliate, non credo di dover porre l'accento su argomenti o temi perché sono quelli del momento. Né penso sia corretto impormi un linguaggio perché il periodo lo impone; è giusto invece raccontare le cose con onestà, credendo alle cose che cerco di dire e provando a dirlo a un numero di persone più ampio possibile. Non trovo piacere a confezionare film per "pochi".
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Dove si colloca Chiara nella tua galleria di figure femminili?
M.L.: Occupa un posto importantissimo come gli altri. Ogni personaggio ha sempre portato a quello dopo, che altrimenti non ci sarebbe stato. Sono legata a tutti i miei personaggi, sembra che abbia mille personalità, ma non è così perché poi li lascio andare, non vengono con me a casa. Nel caso di Chiara però, un po' a casa me la sono dovuta portare; il giorno in cui ad esempio la Peba Onlus, che ci è sempre stata molto accanto durante tutta la lavorazione, mi ha consegnato la carrozzina, in casa si sentiva la presenza di questo oggetto all'inizio un po' ostile.