Recensione Two Lovers (2008)

Dopo la spigolosa crime story We Own the Night, James Grey torna con un dramma sentimentale che vanta ottime performance attoriali.

Compromessi d'amore

Sono strani a volte i tempi di lavoro dei registi: prendiamo per esempio James Gray, tra la sua seconda opera, The Yards, e la terza, I padroni della notte, sono passati ben sette anni; questo nuovo Two Lovers invece debutta a Cannes in concorso soltanto un anno dopo la premiere festivaliera di We Own the Night. I due film però, a parte il regista e il protagonista maschile Joaquin Phoenix - attore feticcio di Gray - non potrebbero essere più diversi: una crime story molto radicata nella New York di fine anni '80 il primo, mentre il secondo è un romantic drama che si potrebbe definire quasi universale, considerato che nonostante sia ambientato nella New York dei giorni d'oggi manca di una collocazione spazio-temporale ben definita e caratterizzante.

La storia vede protagonista Leonard, un trentenne con qualche problema di depressione che due anni prima è stato piantato dalla fidanzata e adesso vive e lavora con i genitori. Non è esattamente quello che si definirebbe un tipo 'cool', eppure nel giro di poche ore si ritrova al centro di un triangolo sentimentale, in cui da una parte c'è la dolce Sandra, sfacciatamente invaghita lui e sponsorizzata dalla famiglia, e dall'altra la bionda Michelle, una nuova vicina, sexy e misteriosa. Leonard intreccia una relazione poco convinta con la prima, ma in realtà è completamente conquistato dall'esplosività della vicina, anche se è evidente fin da subito che vuol dire guai: al contrario di Sandra, che sembra poter offrire una relazione stabile e tranquilla, Michelle sembra vedere in Leonard un semplice amico e confidente, con cui magari sfogarsi delle difficoltà della sua relazione con un uomo sposato e con figli. Ma Leonard non demorde, e sembra riuscire poco poco a far breccia nel cuore di Michelle...

Sono due gli aspetti veramente interessanti di questo film: il primo è quello relativo agli attori, tutti bravissimi, su cui però emergono Phoenix e Gwyneth Paltrow che danno vita ai duetti migliori del film e Isabella Rossellini nel ruolo della madre di Leonard; il secondo aspetto è la continua evoluzione dei personaggi, dei loro sentimenti e del loro ruolo in questo triangolo scomposto. Appena conosciamo Leonard non possiamo che considerarlo un perdente, l'incontro con Sandra gli dona la fiducia necessaria per giocarsi la partita con Michelle, e se all'inizio può sembrare una semplice pedina riuscirà dapprima a rovesciare al situazione con la bionda a proprio vantaggio e poi, quando tutto sembra ormai perduto, a recuperare la relazione con la mora. Era stato lo stesso Leonard a farci notare come lui e Michelle fossero più simili di quanto potesse sembrare, ed in effetti il tragitto che compiono i due personaggi è quasi identico, puntare ad una relazione apparentemente impossibile per poi, alle strette, dover scender a compromessi e semplicemente doversi accontentare. Ma almeno in questo modo l'happy end è sempre garantito, anche quando di felicità non sembra esservi traccia.

Movieplayer.it

3.0/5