La strana coppia è tornata. Monica e Giovanni, quelli che, secondo tutti non sarebbero durati più di un gatto in tangenziale, cioè niente, in realtà sono arrivati al secondo film. Nella recensione di Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto, il nuovo film di Riccardo Milani in uscita al cinema dal 26 agosto dopo l'anteprima del 14 e 15 agosto, vi raccontiamo finalmente il ritorno di Paola Cortellesi e Antonio Albanese. È un film atteso da tutti, dal pubblico - che ha dimostrato di aver amato il primo film - come dagli esercenti, perché è il titolo su cui puntano forte per la ripartenza dei cinema. E, ve lo diciamo subito, l'attesa non è stata delusa. Il secondo capitolo delle vicende di Monica e Giovanni è ancora più riuscito del primo: più divertente, più profondo, più attuale. E con due attori in stato di grazia, che Riccardo Milani dimostra di conoscere bene e di sapere utilizzare al meglio.
Monica e Giovanni, tre anni dopo...
Come un gatto in Tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto inizia a Londra. Sono passati tre anni dalle vicende del primo film. Alessio è lì per lavorare, Agnese per finire gli studi. Lui dice alla sua ex ragazza che la mamma sta bene. Ma ritroviamo Monica (Paola Cortellesi) mentre viene arrestata, per il solito furto delle sue sorellastre, le gemelle Pamela e Sue Ellen. Giovanni (Antonio Albanese) è alle prese con importanti incarichi per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, un progetto per portare arte e cultura nelle periferie, e con una nuova compagna, Camilla (Sarah Felberbaum). Monica lo chiama, e lui riesce a farle commutare la detenzione in una pena alternativa, nei servizi sociali. E Monica si ritrova a farli in una parrocchia, quella del carismatico Don David (che ha il volto di Luca Argentero).
Come un gatto in tangenziale: quando il cuore batte in periferia
Paola Cortellesi e Antonio Albanese: tempi comici perfetti
Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto ha un inizio fulminante, scoppiettante di gag e battute, mai fini a se stesse ma parte di un racconto coerente e coeso. È un inizio in cui risaltano immediatamente l'affiatamento e i tempi comici perfetti di Paola Cortellesi e Antonio Albanese, che ormai conoscono i loro personaggi, ci si sentono dentro, da interagire alla perfezione. Antonio Albanese è bravissimo nelle sfumature, in quei tic e quelle espressioni minime che tradiscono imbarazzo, in quegli occhi aggrottati, in quel corpo che si flette e si muove alla perfezione nello spazio. Paola Cortellesi, d'altro canto, riesce a far trasparire in ogni momento l'umanità e il cuore del suo personaggio, anche dietro i modi rozzi, il trucco pesante, la parlata dialettale. In entrambi poi, studiate attentamente i movimenti della bocca, perché raccontano moltissimo. Riccardo Milani, poi, riesce a valorizzare al meglio un talento come Antonio Albanese in un film comico (perché il suo valore in film drammatici come Vesna va veloce, Giorni e nuvole, L'intrepido non è in discussione), che qui brilla ancor di più che nei suoi film personali, quelli in cui mette in scena le sue maschere. È un cast dove, va detto, brillano in molti, dal "prete bello" di Luca Argentero, a Claudio Amendola nel ruolo di Sergio, l'ex di Monica, fino a Sonia Bergamasco, nel ruolo di Luce, l'ex di Giovanni.
Raccontare le periferie
Ma Come un gatto in tangenziale - Ritorno a coccia di Morto è un film che non è solo divertimento, ma una storia dove nulla, ma proprio nulla, è lasciato al caso. Prima di tutto è un film che riesce a riflettere sulle periferie delle grandi città come fanno, ma con tutt'altri presupposti, alcuni film d'autore, e, rispetto ad alcuni, lo fa anche meglio. Fa sicuramente meglio di altri film popolari che si sono presi troppo sul serio, e in cui il racconto dei margini è sembrato forse un po' distante, pietistico, visto dall'alto. I personaggi che arrivano da Bastogi sono chiaramente esagerati, pittoreschi - devono divertire - ma non c'è mai l'idea di una presa per i fondelli delle loro vite e della loro situazione. C'è un sorriso, ma un sorriso complice, una certa empatia, un certo affetto e una certa solidarietà. È qualcosa che, se ci pensate, è difficilissimo da fare. Eppure Riccardo Milani ci riesce.
Quei momenti horror e Il settimo sigillo
C'è poi tutto il racconto di un mondo. Riccardo Milani, in conferenza stampa, lo ha detto chiaramente: tutto è nato dall'essere entrati in una parrocchia e aver visto cosa si stava facendo per i più poveri. La solidarietà, il volontariato, in questo senso, sono raccontati per la loro importanza, ma allo stesso tempo, siamo in un film comico, non scordiamolo mai, Milani usa certi codici della Chiesa, come la sua solennità, per dipingere qualche divertente scena da horror, citando L'esorcista e Il settimo sigillo. Ci sarà anche Shining, ma quella è un'altra storia. Il tutto, ancora una volta, con un equilibrio che non è da dare assolutamente per scontato. D'altra parte, se la prende anche con alcuni vezzi di una certa sinistra radical chic, di una certa politica e di un certo mondo del sociale che, per essersi legato alle imprese - a fin di bene, certo - ha finito per parlare e per comportarsi come loro.
Due pesci fuor d'acqua
Quello di essere l'uomo sbagliato nel posto sbagliato, un pesce fuor d'acqua, è stato sempre uno dei semi da cui far nascere il comico. Il Peter Sellers di Hollywood party è uno dei punti di riferimento più importanti in questo senso. La saga - chiamiamola così, iniziando da subito un appello per il terzo capitolo - di Come un gatto in tangenziale utilizza questo schema, ma lo raddoppia. È un pesce fuor d'acqua il Giovanni di Antonio Albanese nel mondo di Monica e di fronte a tutto quello che le succede ("Dallas in confronto aveva una trama lineare", dice a chi gli fa notare che le sorellastre di Monica si chiamano Pamela e Sue Ellen, "è un rito pagano?" si chiede di fronte alle manifestazioni di Giubilo per il ritorno di Monica a Bastogi), e il suo sguardo tra l'attonito e l'atterrito lo dimostrano chiaramente. Ed è fuori posto anche Monica nel mondo in giacca e cravatta di Giovanni, nel quale entra come un elefante in cristalleria.
Come un gatto in tangenziale: Cortellesi e Albanese, la "contaminazione" per sanare le differenze
Dramma della gelosia
Eppure i due hanno qualcosa che li avvicina. Riccardo Milani con questo film, scritto durante il primo lockdown, quello del marzo 2020, si auspica che gli italiani facciano come Monica e Giovanni, che si avvicinino invece di dividersi, che si parlino invece di soffiare sull'odio. Per questo, Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto, non solo è un ottimo film, ma anche una di quelle opere che riescono ad arrivare nel momento giusto. E questa è una dote rara. Come sempre più raro è il fatto di apprezzare l'arte, la bellezza, che Giovanni ci ricorda attraverso le sculture del Canova alla Galleria Borghese, a Fontana di Trevi e Castel Sant'Angelo, ma anche attraverso le rappresentazioni teatrali e le proiezioni di film in quartieri come Tor Bella Monaca (dove vediamo proiettare Dramma della gelosia - tutti i particolari in cronaca di Ettore Scola). È una parte che, se da un lato rallenta e allunga un po' il film, dall'altro gli dà respiro, e completa il messaggio. La bellezza salverà il mondo, recita il titolo di un famoso libro. Forse non basta, ma ci vuole anche quella.
Conclusioni
Nella recensione di Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto vi raccontiamo un film atteso da tutti. E l'attesa non è stata delusa. Il secondo capitolo è ancora più riuscito del primo: più divertente, più profondo, più attuale. E con due attori in stato di grazia, che Riccardo Milani dimostra di conoscere bene e di sapere utilizzare al meglio.
Perché ci piace
- L'intesa tra Paola Cortellesi e Antonio Albanese e i loro tempi comici sono perfetti.
- La sceneggiatura riesce a raccontarci l'Italia di oggi, dove vorremmo vedere più coesione.
- Riccardo Milani riesce a raccontare le periferie divertendo, ma con empatia e rispetto.
Cosa non va
- Il momento dedicato alla bellezza e alla cultura è un po' lungo e rallenta il ritmo del film, ma è funzionale al suo messaggio.