Come ti muovi, sbagli, recensione: la poesia della normalità. Il cinema di Gianni Di Gregorio è aria pulita

L'autore romano muove la grazia e la dolcezza seguendo - ancora una volta - una narrazione garbata, e spassionatamente calorosa. Nel cast anche Greta Scarano e Tom Wlaschiha. In sala.

Il bel artwork di Come ti muovi, sbagli

Il cinema di Gianni Di Gregorio è una boccata d'aria pura. Lontano dalle sovrastrutture, niente ideologie, né vezzi o ghirigori. Un cinema di persone, e di elementi topici di quella normalità che diventa poesia. L'autore romano, esploso nel 2008 grazie alla folgorazione Pranzo di ferragosto (dopo aver firmato la sceneggiatura di Gomorra di Garrone, per cui era stato assistente alla regia), è tra i pochi ad essere riconoscibile, ma è anche tra i pochi a saper intercettare l'umore di un mondo diventato troppo veloce, provando a farlo respirare.

Gianni Di Gregorio
Gianni Di Gregorio sul set

Tuttavia, la forza del (suo) cinema risiede in questo: prendersi cura del tempo. Perciò, il suo quinto lungometraggio, Come ti muovi, sbagli - presentato alle Giornate degli Autori di Venezia 2025 - ragiona per domande (senza l'ardire di prevedere per forza delle risposte, anzi), smuovendo la sedimentata ossessione moderna per le nostre invalicabili zona di comfort.

Come ti muovi, sbagli: la normalità secondo Di Gregorio

Perché, la prima domanda che si pone Gianni Di Gregorio - che in Come ti muovi, sbagli interpreta il professore - riguarda il concetto di felicità. O meglio, di serenità. Come si può essere sereni, oggi? Semplice. Evitando. A settant'anni è pure più facile. La routine quotidiana aiuta. Una bella casa, la passeggiata, la chiacchiera con gli amici, il caffè con una bella signora (Iaia Forte). Cosa potrebbe intaccare la letizia del professore? Semplice. La famiglia.

Come Ti Muovi Sbagli  2
Gianni Di Gregorio in scena

L'arrivo improvviso della figlia Sofia (Greta Scarano), tradita dal marito Helmut (Tom Wlaschiha, un fuoriclasse), e dei due ingombranti nipoti (Anna Losano e Pietro Serpi, che bravi!), scombussola gli equilibri del protagonista. Tribolazioni, patemi, pensieri e una situazione che sembra irrisolvibile: come ristabilire la quiete? Semplice: facendo entrare la vita, adattando e quindi cambiando.

Un film di cuore, anima e persone semplici

Come Ti Muovi Sbagli Foto
Nel film Greta Scarano

Gianni Di Gregorio, in novanta minuti, punta al cuore e all'anima, rivedendo il tema della famiglia come spazio libero e non coercitivo (mica è poco), oltrepassando il sacrificio che la famiglia stessa comporta, esaltando l'incredibile carico d'amore che, spesso, ne consegue. Attraverso l'immagine limpida di un cinema dolce e garbato (basti pensare all'accompagnamento musicale di Ratchev & Carratello), il regista e sceneggiatore - lo script è firmato insieme a Marco Pettenello - illumina i sentimenti attraverso un racconto gentile, ma anche pieno di umorismo e di sommessa conflittualità.

Dietro la sua proverbiale semplicità (che non va confusa con facilità), Come ti muovi, sbagli fin dal titolo punta ai nodi di una vita ingarbugliata, affrontando con il sorriso l'incomunicabilità, l'isolamento emotivo, l'indolenza, il perdono (perché siamo umani, e gli umani sbagliano) e la sempre utile procrastinazione.

Come Ti Muovi Sbagli Un Momento Del Film
Di Gregorio, il lupo e Anna Losano e Pietro Serpi

Anche a settant'anni, tra una ruga, un cornetto al bar e un vecchio film in bianco e nero, si può cambiare pur restando fedeli a sé, accettando il rischio, sfidando i propri limiti, come sanno fare "le eroine e gli eroi epici". Grazia e colore, battute e silenzi, Come ti muovi, sbagli dimostra - ancora e ancora - la precisione sentimentale del regista, la sua bravura nello scegliere e dirigere il cast giusto (Greta Scarano e Tom Wlaschiha sono interpreti formidabili), la sua leggera e irresistibile pigrizia, proverbiale e sfacciata. Sinonimo di una poetica in cui potersi davvero rivedere e, forse, anche un po' capire. Del resto è vero: appena ti muovi, finisci per sbagliare. E allora conviene rischiare, cavalcare il dubbio. Mal che vada, si ricomincia da capo.

Conclusioni

La narrazione della normalità, declinata in un cinema garbato e dolce. Gianni Di Gregorio riesce di nuovo a centrare lo spirito dei tempi frettolosi ragionando sul perdono e sulla famiglia, senza rinunciare alla sua dose di sana pigrizia e divertito umorismo. Funziona il cast, funziona la semplicità d'azione, funziona il finale, beffardo e amarognolo.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • L'esaltazione della normalità.
  • Il cast di grandi interpreti.
  • La nota amara e beffarda sul finale.
  • I temi raccontati.

Cosa non va

  • Gianni Di Gregorio non ha lati negativi.