Perdere un figlio è una tragedia inimmaginabile: a Madeleine, il personaggio interpretato da Naomie Harris in Collateral Beauty succede, ma la sua reazione è quella di aiutare altre persone che hanno subito la sua stessa perdita ad affrontare meglio il dolore. Tra i genitori inconsolabili a cui la donna cerca di dare una mano c'è anche Howard (Will Smith), ex pubblicitario di successo che si è chiuso in se stesso dopo la morte della figlia di sei anni.
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Con pazienza e dolcezza, Madeleine mostra a Howard che, anche nelle ore più buie delle nostre vite, c'è sempre la "bellezza collaterale" a salvarci: ovvero le infinite possibilità di felicità che la vita può ancora offrirci. La forza di questo personaggio ha colpito molto anche la sua interprete, che, a Londra, all'anteprima europea del film, ci ha rivelato la sua ammirazione per le persone che riescono a usare la propria esperienza del dolore per aiutare gli altri: "L'elaborazione del lutto di Madeleine le fa capire di cosa abbiano bisogno le persone che hanno subito una perdita: è molto empatica, fatto che la rende la persona perfetta per aiutarle. Non credo sia insolito, molte persone che hanno sofferto desiderano aiutare gli altri. Ognuno risponde al dolore in modo diverso. Personalmente se vivessi un'esperienza del genere reagirei più come il personaggio di Howard, ma ammiro davvero lo spirito generoso di Madeleine".
Per sopportare il dolore, Howard scrive lettere a tre entità astratte, Amore, Morte e Tempo. Se potesse scrivere qualcosa a una di queste tre cose, Naomie Harris chi sceglierebbe e cosa direbbe? "Scriverei all'amore e vorrei sapere come viverlo meglio. Credo che siamo fatti per dare e ricevere amore, ma penso anche che sia una delle cose più difficili. L'amore vero è amore incondizionato: una cosa molto difficile da mettere in pratica". Sulla bellezza collaterale invece l'attrice ci ha detto: "Prima del film non avevo capito cosa significasse, ma il viaggio che ho affrontato per costruire il personaggio di Madeleine e capire il suo percorso mi ha aiutato a capire cosa voglia dire. Per me significa capire la bellezza della vita, che è ovunque, in ogni momento. Puoi andare incontro al momento peggiore della tua esistenza, ma c'è ancora bellezza da scoprire là fuori. La vita ti può ancora aiutare e sostenere, puoi crescere grazie alle tue esperienze. Ho accettato questa idea anche nella mia vita e ora cerco di apprezzare di più i doni che ho".
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All'inizio del film, il personaggio di Will Smith fa una domanda precisa: qual è il tuo perché? Qual è la cosa che ti fa svegliare ogni giorno? La risposta dell'attrice è da vera stacanovista: "Il mio perché è realizzarmi: vorrei che fosse la famiglia o l'amore, ma se devo essere davvero onesta è la realizzazione personale. Amo la sensazione che deriva dal lavoro ben fatto, amo lavorare, amo pormi degli obiettivi e raggiungerli. Mi dà un senso di completezza". A proposito di lavoro, abbiamo chiesto a Harris come ha raggiunto quel grado di intensità nelle scene con Will Smith: "Will ama provare" ci ha detto, continuando: "Mi ha chiesto di andare a New York per incontrarlo e lavorare con il regista, David Frankel. Abbiamo passato insieme un paio di giorni, siamo stati sul set, visto le location, abbiamo lavorato sulla nostra storia. Will è molto collaborativo e questo ha aiutato. Lavorare con qualcuno generoso e aperto è di grande aiuto e Will è così".