Citizen K, la recensione: la Russia di Putin nel documentario di Alex Gibney

La recensione di Citizen K, il documentario di Alex Gibney presentato a Venezia 2019: un inquietante affresco della Russia contemporanea all'ombra di Vladimir Putin.

Citizen K
Citizen K: un'immagine del documentario

Con questa recensione di Citizen K ci accingiamo a prendere in esame l'ultimo lavoro di uno dei più importanti documentaristi americani degli ultimi vent'anni, Alex Gibney: uno dei maestri indiscussi del documentario d'inchiesta, autore di opere quali Enron - L'economia della truffa, Taxi to the Dark Side, Mea Maxima Culpa: Silenzio nella casa di Dio e Going Clear: Scientology e la prigione della fede. In Citizen K, presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia 2019, Gibney sposta invece il proprio sguardo dagli Stati Uniti alla Russia, offrendo la parola al magnate e attivista politico Mikhail Khodorkovsky.

Mikhail Khodorkovsky: dalla Russia con terrore

È appunto Mikhail Khodorkovsky il "cittadino K" a cui allude il titolo d'ispirazione wellesiana: un petroliere e uomo d'affari con un patrimonio stimato di mezzo miliardo di dollari, ma anche e soprattutto uno dei più noti dissidenti del regime di Vladimir Putin. Dopo aver trascorso un decennio nelle carceri siberiane in seguito a una condanna per evasione fiscale, Khodorkovsky, che oggi risiede in Gran Bretagna, è diventato una delle voci più accese e più critiche nei confronti del Governo del proprio paese attraverso Open Russia, un'organizzazione creata allo scopo di sostenere e finanziare varie forme di opposizione allo "Zar Putin".

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Ma la testimonianza di Mikhail Khodorkovsky costituisce solo una componente di Citizen K: un'opera dalla portata ben più ambiziosa, che nell'arco di due ore ripercorre gli ultimi trent'anni di storia della Russia, a partire dalla fine dell'Unione Sovietica e passando per il capitalismo selvaggio degli anni Novanta, la Presidenza di Boris Eltsin e la crisi che, negli ultimi anni del secolo scorso, ha investito uno dei paesi più popolati del mondo, riducendo in povertà buona parte dei suoi abitanti. Non una semplice premessa, ma un capitolo indispensabile per illustrare l'intreccio tra potere finanziario e potere politico in Russia e le condizioni che, all'alba del nuovo millennio, avrebbero permesso a Vladimir Putin di insediarsi al Cremlino come prima carica dello Stato.

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Il regime di Putin

Con la stessa, implacabile lucidità che caratterizza i suoi lavori precedenti, Alex Gibney ricostruisce i lati più ambigui e inquietanti del ventennio putiniano: il suo braccio di ferro con i cosiddetti "oligarchi" (incluso Khodorkovsky), ovvero i magnati che avevano favorito l'ascesa di Eltsin nella Russia post-sovietica; la progressiva acquisizione di un controllo sempre più capillare della stampa e della TV; la repressione dei dissidenti, talvolta pure con il ricorso alla violenza e a delitti politici; i delicati rapporti con l'Occidente, da gestire in parallelo con la costruzione e il mantenimento del consenso in Russia, intervenendo prontamente a riparare ogni nuova crepa.

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Conclusioni

Un’immensa quantità di elementi e di temi, rispetto ai quali il documentario di Gibney tenta di offrire una panoramica quanto più possibile ampia e dettagliata, soffermandosi in particolare sui meccanismi del potere e sul ruolo giocato in tal senso sia dall’economia, sia dal sistema dei media. Come sarà stato possibile dedurre leggendo la nostra recensione di Citizen K, l’approccio è quello di un cinema dal taglio ‘militante’, che però non rinuncia mai ad affidarsi all’oggettività dei fatti e che resta ben attento a non anteporre l’emotività al rigore dell’approfondimento.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.8/5

Perché ci piace

  • L’efficacia didattica del documentario, unita però alla capacità di esplorare e problematizzare i vari aspetti al centro del film.
  • La lucidità con cui Alex Gibney inanella fatti, dati e personaggi per raccontare la Russia degli ultimi trent’anni.
  • La precisione e la forza dimostrare nel puntare l’obiettivo su una delle realtà politiche più ambigue e controverse del nostro presente.

Cosa non va

  • Un taglio narrativo e una struttura nel complesso abbastanza tradizionali.