L'arrivo di Christian Bale al Festival di Berlino 2019 ha monopolizzato l'attenzione dei media distraendoli momentaneamente dal concorso internazionale. Bale si è presentato in conferenza stampa con quasi un'ora di ritardo, accompagnato dal regista Adam McKay per presentare alla stampa tedesca Vice, arguto ritratto dell'ex vicepresidente americano Dick Cheney, candidato a 8 Oscar tra cui quello per il miglior attore.
Christian Bale è tornato in forma perfetta dopo il tour de force a cui l'ha costretto il ruolo di Dick Cheney (qui potete leggere la recensione di Vice - L'uomo nell'ombra). Ironico, giocherellone, Bale si è espresso nel suo robusto accento gallese lasciandosi distrarre dall'ombelico di un fotografo e dall'obiettivo "più grande che abbia mai visto". Farlo stare in tema sembra un'impresa alquanto complessa. Nei panni dell'ex vicepresidente Cheney, l'attore racconta di essersi sentito come una rana toro, come qualcosa di imponente, incapace di sentire i pugni, ma aggiunge che le trasformazioni fisiche da Oscar alla sua età non sono più consigliate: "Il mio corpo grida 'Non farlo più o morirai presto'".
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Dick Cheney, l'uomo nell'ombra
Parlando di Vice - L'uomo nell'ombra, Adam McKay specifica che il film "è il ritratto di un personaggio che è stato al centro della politica americana per 50 anni. Non so se fare un biopic su Trump, che è il risultato di 50 anni di cattiva politica dietro la quale c'era Dick Cheney. Ciò che mi attraeva del personaggio è il suo essere stato dietro le quinte, ma sempre nei luoghi di potere". Interviene Christian Bale: "Dick Cheney si godeva il piacere del potere, era un godimento per lui tessere i fili nell'ombra. Non so se oggi interpreterei Donald Trump, mi sembra una versione del 'dittatore per dummies'".
L'intuito e il talento di Christian Bale l'hanno premiato ancora una volta. L'attore si gode divertito il Golden Globes conquistato per vice in attesa della notte degli Oscar nella speranza di battere la concorrenza e portarsi a casa l'ambita statuetta. L'attore, però, si schernisce negando meriti personali e ammette: "E' bello quando un film fa parlare così tanto, abbiamo avuto una stagione dei premi eccitante. Per me la mia candidatura è più una celebrazione a un film di cui sono molto orgoglioso. L'approccio è stato cercare di capire le ragioni di Dick Cheney e il ruolo fondamentale avuto nella politica americana". Proprio il colorito ringraziamento per il Golden Globes, in cui Christian Bale ha ringraziato Satana il merito per aver trovato la giusta chiave di interpretazione, ha suscitato l'invettiva di una delle figlie di Cheney, Liz, che ha seguito le orme del padre in politica. Adam McKay racconta l'episodio divertito specificando che l'altra figlia, Mary Cheney, lo segue su Twitter, ma non ha avuto nessuna reazione al film. Le uniche reazioni sono arrivate da molti liberal che si sono lamentati per il ritratto troppo positivo del vicepresidente. E Trump? "Non ha reagito al film. Non credo che sia in grado di guardare un film lungo due ore".
Tra ritratto e satira politica
Definire a quale genere appartenga Vice è impresa ardua. Lo stesso Adam McKay, interrogato sulla questione, non ha risposta univoca: "In realtà abbiamo cercato di guardare il mondo intorno a noi, ma è la realtà a definire il genere del film. Abbiamo lavorato duramente, abbiamo parlato col cast sul modo in cui interpretare le scene, ma in realtà il film appartiene a generi diversi, è una sorta di tragicommedia, ma preferisco evitare etichette". Quel che è certo è che il film ha rinsaldato ulteriormente il legame tra Christian Bale e Adam McKay, "l'unico regista capace di creare un fantastico ambiente lavorativo per alzarsi alle due di notte e sopportare quattro ore di make-up senza sentire la fatica. Quando ho visto il film per la prima volta sono stato colpito da quanto sia commovente".
Per il ruolo di Cheney, Christian Bale ha stravolto il suo aspetto fisico e in più ha fatto ricerca, ha provato vari trucchi prostetici per risultare credibile. "Ho avuto la fortuna di avere uno script incredibile e un incredibile cast al mio fianco. Il ruolo era a rischio, potevo risultare convincente o infastidire tutti". E invece, grazie a una performance più che brillante, Christian Bale si ritrova candidato all'Oscar per la quarta volta. Quando gli viene chiesto di spiegare come riesca a scegliere i ruoli, lui si sminuisce: "Il mio approccio è avvicinarmi a un film senza saperne niente. Seguo l'istinto, non ho una regola. A volte mi colpisce lo script, a volte il regista, a volte dipende da cosa mangio a colazione".