È in onda ogni lunedì, dal 3 maggio 2021 su Rai 1, Chiamami ancora amore, la nuova serie che vede Greta Scarano e Simone Liberati interpreti di due protagonisti, Anna ed Enrico, che dopo undici anni di matrimonio si separano nel peggiore dei modi. Quella che si innesca tra i due, che in passato avevano vissuto un amore travolgente e pieno di difficoltà, è una spirale distruttiva che rischierà di fare terra bruciata di tutto ciò che avevano costruito per anni, nuocendo anche ai loro affetti più cari, in primis al figlio Pietro, un ragazzino con la passione per il calcio. A dover districare la matassa di bugie, umiliazioni e vendette sarà un'assistente sociale, interpretata da Claudia Pandolfi, che, grazie all'esperienza sul campo, tenterà di disvelare l'origine di tanto astio. Com'è possibile che una coppia che è stata così complice e affiatata non riesca più a non farsi del male? Ne abbiamo parlato durante la conferenza stampa di presentazione della serie alla quale hanno partecipato il regista Gianluca Maria Tavarelli, il creatore Giacomo Bendotti e i due attori protagonisti.
Un crime familiare
Come è nata Chiamami ancora amore l'ha spiegato lo stesso autore, raccontando prima di tutto le sue intenzioni nello scrivere una storia così complessa: "La definizione di crime familiare mi piace molto. Volevo costruire un grande racconto di sentimenti in cui il cuore tematico parla del come si cambia, come cambia l'amore quando due amanti diventano anche genitori. Per narrare questo mi sembrava interessante trovare una chiave di indagine e una delle mie ispirazioni è stato il film Kramer contro Kramer. Si vede specialmente all'inizio e l'idea di scrittura era costruire un grande processo tra un padre e una madre nella quale vengono coinvolti giudici e assistenti sociali, fino a raccontare la parabola del primo amore, i primi sguardi e poi l'arrivo di un figlio." Per quanto riguarda le ispirazioni cinematografiche Bendotti ha approfondito dicendo: "Film contemporanei di ispirazione? Cito un regista, Noah Baumbach, il suo Il calamaro e la balena, ispirato alla separazione dei genitori. Poi è uscito Storia di un matrimonio e lì ho maledetto Baumbach perché stavamo scrivendo la stessa storia, anche se in chiave diversa" ha affermato ridendo.
Chiamami ancora amore, la recensione: una storia struggente e ben scritta nella nuova serie di Rai1
Le particolarità della regia
Gianluca Maria Tavarelli ha raccontato della tipologia di regia scelta per raccontare una storia così intensa e coinvolgente, dove è stato necessario operare delle scelte ben precise al fine di renderla al pieno servizio di ciò che si doveva raccontare: "Quando per la prima volta ho letto il testo di Giacomo ho sentito pulsare da subito una grande modernità di racconto e, per metterla in scena, questa modernità andava rispettata. Per questa storia avevo bisogno di stare vicino agli attori con la macchina a mano; quel tipo di racconto era la mia ambizione e abbiamo limitato droni e grandi movimenti per prediligere una camera che seguisse agli attori. Non mi sembrava giusto mettere in mezzo nulla tra il racconto e la messa in scena." Il regista ha poi centrato nel suo discorso uno degli aspetti più significativi di Chiamami ancora amore: "Questa serie racconta quanto sia bello amare una persona, anche la coppia più perfetta troverà tante piccole cose che comunque parlano di loro."
Dopo l'amore: quando il matrimonio diventa un inferno
Uno sguardo ai personaggi
Simone Liberati, interprete di Enrico, è riuscito a dare una definizione di Chiamami ancora amore con poche, semplici parole: "Questa storia non è sulla separazione, ma sul mestiere di vivere, per citare Pavese, in questo caso vivere in due." Il suo personaggio è, infatti, quello che innescherà i meccanismi di odio e vendetta che caratterizzeranno l'intera vicenda e che dimostrerà forse meno maturità nell'affrontare i problemi di coppia. Greta Scarano ha parlato invece del suo approccio al personaggio di Anna: "Mi ci sono avvicinata in punta di piedi. Dovevo raccontare la maternità e io non sono madre, quindi priorità era restituire un'interpretazione credibile in tal senso. Con tutto il cast abbiamo lavorato tantissimo. Questa è una storia piccola, comune, ma ha qualcosa di più, qualcosa di speciale: è messa sotto una lente di ingrandimento. Loro nascondono tanti segreti che lo spettatore scoprirà insieme all'assistente sociale." Incalzata da domande più private poi afferma: "Io ho messo sempre la mia realizzazione personale al primo posto e un figlio non rientrava nei miei piani e non rientrava nemmeno nei piani di Anna che ha scelto di laurearsi prima lasciando una carriera da medico." Sulla scelta dei ruoli da interpretare: "Mi piacciono i personaggi pieni di sfaccettature, per questo forse prediligo i ruoli drammatici."_