Chi trova un marito, trova un te$oro
Tremate, tremate! Le donne in carriera son tornate! Se vi sembrava passato molto tempo da quando un'intraprendente Melanie Griffith infilò i tacchi a spillo pronta a soffiare il posto del suo boss per diventare Una donna in carriera, mettetevi pure comodi perché le over 30 sono tornate alla ribalta. La tendenza era stata rimessa in movimento con la perfida Meryl Streep de Il diavolo veste Prada, pronta a bacchettare nel suo regno modaiolo povere segretarie neolaureate. Adesso nei panni della bisbetica indomata troviamo l'attrice Sandra Bullock (Miss Fbi: Infiltrata Speciale), protagonista a tutto tondo della commedia più attesa dell'inizio della stagione cinematografica. Anne Fletcher (27 volte in bianco), coreografa di Hairspray, l'ha voluta per la sua ultima pink comedy, che, contrariamente alle aspettative, si rivela, sorprendendoci positivamente, una commedia familiare prima ancora che sentimentale.
New York. Andrew Paxton è un giovane ambizioso che sogna di diventare redattore di una casa editrice in cui lavora come assistente esecutivo della temuta e spietata Margaret Tate. La donna scopre però un giorno che rischia di essere rimpatriata in Canada per problemi al visto e organizza un matrimonio d'interesse con il suo "segretario", il quale acconsente solo per inseguire la sua attesa promozione. I due partono allora per Sitka, in Alaska, dove Andrew dovrà annunciare il fidanzamento e le nozze lampo alla sua adorabile famiglia, mentre alle calcagna c'è un determinato funzionario dell'ufficio d'immigrazione.
"Delicata come un fucile", Sandra-Margaret è l'emblema della strega di turno, capace di tutto pur di ottenere ciò che vuole. E' una sorta di Bridget Jones al contrario: una donna che ha non poche difficoltà a relazionarsi con l'universo maschile mentre si concentra assolutamente sulla carriera. Basterebbe poco per odiare la quarantaquattrenne che ha "un'allergia all'intera gamma delle emozioni umane" e fare il tifo per il giovanotto aitante, il bravo e affascinante Ryan Reynolds (X-Men le origini: Wolverine), che subisce non poche vessazioni. Ma una simpatica inversione dei ruoli, che sposta il baricentro della narrazione su un polo meno semplicistico e schematico di quello iniziale, secondo la migliore tradizione delle screwball americane, alza i toni di una commedia frizzante ed esilarante, in linea con il periodo della sua uscita.L'irresistibile duetto Bullock-Reynolds funziona bene e le loro scioltezza e versatilità, degne di nota, fanno scivolare in avanti una serie di equivoci e gag strappa risate che esplodono inavvertitamente travolgendo il grande pubblico. Di fronte ai loro sguardi d'intesa e complicità perfettamente sincronizzati il nudo tanto osannato e già discusso della Bullock finisce per fare meno rumore di quanto si vociferava: l'attrice risplende sul grande schermo ed esibisce una splendida forma, seconda solo alla performance senza veli della bravissima Marisa Tomei in The Wrestler, ma la sua immagine non intacca una delle sue più convincenti interpretazioni. La comicità su cui la Fletcher spinge il pedale si palesa nella dinamica della coppia attraverso situazioni umoristiche, mai forzate, disciolte nella storia d'amore e nel motivo familiare per smorzarne il clima, e s'intensifica nei prototipi dei personaggi comprimari, che risultano i più farseschi e i più divertenti del film: dalla nonna quasi centenaria che pratica bizzarri riti indiani, interpretata da un'irresistibile Betty White, veterana della televisione da oltre sessant'anni, a Ramone il tuttofare (il comico cubano Oscar Nuñez), che cattura le simpatie del gentil sesso con le sue gagliarde smancerie.