Ogni volta che "Zalone" viene usato, letto, scritto o pronunciato come fosse un vero cognome, il genio beffardo di Luca Medici - in arte Checco Zalone, di cui oggi approfittiamo per parlare dei suoi migliori film - si compie. Inesorabilmente. Un grande bluff ben congegnato sin dalla carta d'identità, con quello pseudonimo spesso dimenticato che richiama il modo di dire tutto barese che identifica persone particolarmente prive di classe (che cozzalone!), Checco Zalone è riuscito nell'impresa di sovrapporre la persona al personaggio.
Fondendosi alla perfezione con il suo alter ego, Medici è riuscito a camuffare la sua percezione collettiva, imponendo poco per volta la figura del suo mediocre ignorante. Stracolmo di pregiudizi, stereotipi e presunzione, Zalone (ci siamo cascati anche noi) si fa voler bene per almeno due motivi: ci fa sentire migliori di lui e normalizza la nostra mediocrità. Via di mezzo tra il consolatorio e la critica sociale, Zalone ha fatto della risata irridente il suo marchio di fabbrica. Una fabbrica che sforna da oltre dieci anni film da record, tanto da portare Quo Vado? sulla vetta dei film italiani con più incassi nella storia del nostro cinema. Di pochi "spiccioli" dietro il primato assoluto ancora nelle mani di Avatar. Con l'arrivo in sala dell'attesissimo e sperimentale Tolo Tolo, primo film che vede Medici anche alla regia (al posto del solito Gennaro Nunziante), tutto Pandora inizia a tremare.
Una ghiotta occasione per gettare un primo sguardo sulla breve ma densa filmografia di Checco Zalone. In questi giorni in cui dalle nubi cadono sale a catinelle (il film è proiettato in oltre 1200 cinema), ecco la nostra top dei migliori film di Checco Zalone, il finto tamarro più amato d'Italia.
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5. Che bella giornata
Le imprevedibili virtù dell'ignoranza portano Zalone e Nunziante a fare il botto. Dopo il sorprendente esordio di due anni prima, nel 2011 Che bella giornata sorprende tutti arrivando a incassare ben 43 milioni di euro. Il film rappresenta la pietra tombale del cinepanettone, dimostrando a tutti che ormai nessuno meglio di Zalone riesce a incarnare quella comicità nazionalpopolare alla portata di tutti. Nonostante le gag funzionino sempre molto bene, bisogna ammettere che Che bella giornata non brilla in quanto a originalità. Nunziante e Medici ripropongono troppi elementi già visti in Cado dalle nubi (il "terrone" emigrato al Nord, la città di Milano, la storia d'amore piena di intoppi). Senza una vera e propria virata, il film fa molto ridere, ma alla fine il personaggio è talmente uguale a se stesso da sembrare una seconda avventura dello stesso Zalone visto nel primo film. Uno Zalone che, va detto, ha dalla sua un pizzico in più di malizia.
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4. Cado dalle nubi
L'ingenuità è innocente. L'ignoranza un po' meno. E a Checco Zalone piace usarle entrambe. Con questo strano miscuglio in valigia, il comico pugliese approda al cinema in punta di piedi, forte soltanto dei sui sketch di Zelig, delle sue imitazioni e dei suoi tormentoni musicali. Eppure Luca Medici vuole dimostrare che Zalone ha qualcosa in più da dire e da dare. Cado dalle nubi soffre della frammentarietà di molte opere prime comiche (lo stesso Tre uomini e una gamba, per quanto fantastico, è un buon assemblato di sketch), ma il risultato è oltre ogni aspettativa. Il film, partito in sordina e senza alcuna aspettativa, arriva a incassare 14 milioni di euro. L'esordio del duo Zalone-Nunziante diverte con una comicità fresca e innovativa, grazie a una serie di scene cult che non hanno paura di sfiorare il politicamente scorretto. Muovendosi nella comfort zone del divario tra Nord e Sud, Cado dalle nubi segna la via di un personaggio destinato a fare la storia del cinema italiano. Con buon pace dei detrattori e degli snob.
3. Sole a catinelle
Sole a catinelle completa la "trilogia meteorologica" della coppia Nunziante-Medici, con i titoli ad esprimere con onestà gli intenti degli stessi film. Se Cado dalle nubi dichiarava l'innocenza di un successo inaspettato, Che bella giornata si sedeva sugli allori ripetendo una formula comica troppo compiaciuta, ma non meno efficace in termini di incassi. Questa volta si torna a sorridere della disgrazia e a irridere un mal costume che non è estraneo al protagonista, ma ne fa parte. Poco scurrile e sempre più cinico, agevolato da una serie di gag esilaranti e giochi di parole brillanti, il personaggio di Checco Zalone perde l'alone dell'ingenuità e la giustificazione dell'ignoranza, imponendosi come un consapevole e cinico arrivista, incapace di educare e abilissimo nel ricercare ricchezza e crogiolarsi in un comodo e immeritato benessere.
Luca Medici non si traveste più da svampito inetto alla Homer Simpson, ma da imbolsito e cinico talent scout di scorciatoie. Verace e vorace, Zalone è un grasso tarlo che rosica dagli altri per sopravvivere, rozzo Robin Hood al contrario che cavalca l'onda nonostante la crisi, il camaleonte che sopravvive nella giungla. Farcela nonostante tutto, creando volutamente invidia anche nelle persone amate, abusando con egoismo dell'affetto di un figlio che guarda al padre come un supereroe. La morale agrodolce sembra questa qui.
2. Tolo Tolo
Il grande salto nel vuoto, l'azzardo doveroso ma non scontato, il coraggioso addio alla comfort zone. E quando si esce dal proprio recinto, è facile sentirsi un po' disorientati, frastornati, lontani dal calore confortevole a cui siamo abituati. Tolo Tolo non è il quinto film di Checco Zalone. È il primo film di Luca Medici. Tanto da stare stretto in questa classifica nel quale forse stona con tutto il resto. Un esordio sgraziato, anarchico, talmente veemente da perdere spesso il controllo, ma sicuramente pieno di coraggio. Tolo Tolo farà storcere il naso a chi si aspetta la solita pacca sulla spalla da Checco Zalone. Perché Tolo Tolo non è un bentornato. È un "vaffanculo". Un film arrabbiato con la grettezza dei razzisti, con la burocrazia italiana, con i nostalgici del fascismo, con gli allergici al diverso. Il film non ha certo la profondità per far esplodere tutta la ferocia del suo spirito satirico, ma per lo meno accende tante micce. Per questo Tolo Tolo è forse il film meno esplosivo con Zalone, quello che chiede più sforzo allo spettatore per arrivare sino alla dinamite, quello che fa ridere di meno e sogghignare di più. Noi applaudiamo il coraggio.
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1. Quo Vado?
Nonostante la domanda (in rigoroso latino errato) suggerisca uno smarrimento, Zalone e Nunziante sanno benissimo dove sono diretti. La coppia è ormai matura, i loro tempi comici funzionano a meraviglia, la scrittura si è arricchita con giochi di parole, doppi sensi e battute sferzanti che rendono Quo Vado? il miglior film di Checco Zalone. Il mito sacro del posto fisso, quasi un'entità divina da venerare sempre e comunque, spinge Medici a guardare l'Italia dall'esterno e a ridere delle nostre disgrazie come solo le migliori commedie riescono a fare. Irriverente e disinibito, Quo Vado? adotta finalmente una prospettiva nuova che rinfresca la formula comica di un brand ormai assodato. Col senno di poi, il film cela già lo scalpitante desiderio di novità dentro Zalone che, allontanandosi anche fisicamente dall'Italia, inizia a sperimentare un linguaggio cinematografico più universale ed esportabile. Ciliegina sulla torta quel record di incassi davvero difficile da eguagliare e superare. Forse. Perché c'è solo una persona in grado di agguantare Checco Zalone: Luca Medici.