Past Lives di Celine Song è uno dei debutti più importanti della stagione cinematografica 2023. Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival, ormai più di un anno fa. per poi arrivare in Europa in concorso alla Berlinale 73, dove ha incontrato l'accoglienza unanimemente entusiasta di critica e pubblico, e infine approdare in Italia alla Festa del Cinema di Roma, prima dell'uscita in sala (e prima delle nomination agli Oscar, miglior film e miglior sceneggiatura originale).
La sensazione della maggior parte degli spettatori è stata quella di essere di fronte ad uno dei nuovi talenti del cinema mondiale, un'autrice in grado di giocare con il mezzo audiovisivo come pochi altri, riuscendo a coinvolgere lo spettatore cercando il suo sguardo (basti soffermarsi sulla prima scena del film) e ispirando continuamente un dialogo, anche mettendo il suo vissuto in primo piano. Past Lives (qui la nostra recensione) prende una parte importante della vicenda di Song e la trasforma, sublimandone il vissuto emotivo, tipico di una persona immigrata con la sensazione di essere costantemente in bilico tra le proprie radici e il futuro. Come a cavallo tra più vite, appunto. Un film con le caratteristiche del cult, ovvero quelle della pellicola simile a tante altre, ma allo stesso tempo diversa da tutte e in grado di parlare di una storia universale, ma anche estremamente peculiare.
Quella dell'autrice è una visione dell'arte come opportunità di confronto con noi stessi attraverso una riflessione sul mezzo espressivo adoperato. Un'idea matura e interessante della propria poetica, così eccezionale, che verrebbe quasi da chiedersi da dove nasce e in che modo possa avere acquisito una tale padronanza e una tale autoconsapevolezza essendo al suo primo film (il prossimo è già in cantiere, trovate tutte le informazioni qui). La sua storia e i suoi riferimenti ci parlano di un'abile drammaturga, una sperimentatrice a tutto tondo e di una creativa in grado di districarsi in mezzo a media differenti. Una donna colta, mossa dal coraggio e dalla volontà di far valere sempre la propria voce, anche quando si tratta di confrontarsi con situazioni di emergenza o con testi redatti da intoccabili giganti del passato.
Le vite di Celine Song
Proprio come la protagonista di Past Lives, interpretata da Greta Lee, anche Celine Song nasce in Corea del Sud da una coppia di artisti (il padre è regista). Quando Celine non era ancora diventata adolescente, decidono di cambiare vita e di trasferirsi in Canada. La ragazza dopo il liceo si iscrive a Psicologia all'Università di Ontario, ma appena possibile si trasferisce negli Stati Uniti dove consegue la laurea in drammaturgia presso la Columbia University di New York. L'inizio della sua nuova vita arriva quando comincia a lavorare nell'ambito teatrale, debuttando con un'opera intitolata Endlings all'American Repertory Theatre.
Lo spettacolo pone già in primo piano la volontà dell'autrice di riflettere su stessa e sulla sua vita attraverso un pensiero critico sul mezzo espressivo, un elemento presente in Past Lives, dove, come già accennato in precedenza, si gioca molto con le caratteristiche del media scelto per mettere in scena la storia. Endlings narra la vicenda di tre donne anziane coreane "haenyeo" ("donne che s'immergono"), sommozzatrici della provincia sudcoreana di Jeju, dedite alla raccolta di molluschi, alghe e altre forme di vita marina, rappresentative della struttura familiare semi-matriarcale della provincia, e di uno scrittore coreano-canadese che vive a New York.
Ci sono gli elementi delle sue due vite e la volontà di comparare costrutti mentali e sociali, così come la trovata metanarrativa dell'immersione. L'opera viene accolta timidamente dalla critica statunitense, che ne riconosce lo spessore intellettuale, ma ne avverte anche l'immaturità e l'incapacità di sapersi controllare del tutto, come se Song non avesse ancora messo a fuoco a pieno la modalità con cui parlare di ciò che le interessa sul serio. Poi arriva il COVID e tutto si ferma, proprio quando l'autrice si stava facendo strada nel mondo off-Broadway.
Past Lives, la recensione: I fantasmi di un amore perduto
Il caso The Sims 4
Il tempo si spegne, gli spettacoli dal vivo e le sale cinematografiche chiudono i battenti e la realtà sprofonda nell'incertezza più totale. Un clima desolante durante il quale però moltissimi creativi hanno accelerato il proprio processo intellettivo, come se avessero deciso di ribellarsi ad uno stop forzato che ha avuto il solo esito di farci sentire tutti più soli e sconfortati. E Celine Song è tra loro.
La regista trova un modo straordinariamente atipico di ricominciare a far parlare di sé, divenendo protagonista di una delle produzioni più inaspettate che si possano ipotizzare, cercando di legare un testo classico come Il gabbiano di Anton Čechov e The Sims 4, utilizzando Twitch come ipotetico palco dove mettere in scena la sua seconda opera da drammaturga. Ancora la voglia di superare le distanze del tempo e i confini mediali, cercando la coniugazione tra due mondi apparentemente inconciliabili e che invece la narrazione permette di far incontrare. Il suo incredibile lavoro vede la luce nel novembre 2020, nel pieno di uno dei momenti più oscuri della Storia recente.
Come in Past Lives (ovviamente con le dovute differenze) lo spettatore è ancora al centro della scena, grazie all'idea di creare un'installazione in cui l'intera messa in scena dell'opera è aperta e completamente interattiva. Un esperimento straordinario che ha riscontrato una grande partecipazione perché ha superato la semplice idea di "andare a vedere qualcosa" permettendo agli utenti "partecipare alla costruzione di qualcosa" (qui trovate un video esplicativo dell'intera iniziativa). Non ispirazione, ma collaborazione, un modo per avvicinare di nuovo le persone, utilizzando la mente del creativo come punto di contatto. Forse non c'è esempio più calzante per definire la poetica di Celine Song e lo scopo della sua bellissima opera prima.