Castle: la stagione 4 e la crisi di Beckett

Arriva anche in Italia su Fox Life, dal 6 Dicembre, la quarta stagione di indagini per lo scrittore interpretato da Nathan Fillion e porta il segno delle conseguenze del drammatico cliffhanger della precedente.

Era partita un po' in sordina Castle - Detective tra le righe, affidandosi al suo protagonista Nathan Fillion, alla sua ironica, e poco altro. Ma quella che sembrava un procedurale come tanti, semplicemente ravvivato dal tono leggero, si è poco a poco rivelato come uno degli show più accattivanti della ABC.
Resta centrale Fillion, che dipinge un ritratto brillante, sagace ed allo stesso tempo bambinescamente entusiasta del suo Richard Castle, ma stagione dopo stagione gli si sono affiancati personaggi ben messi a fuoco e soprattutto si è consolidata l'alchimia con la partner Stana Katic che veste i rigidi panni della detective Beckett.
La loro è la classica storia d'amore non concretizzata, fatta di allusioni, ammiccamenti, piccoli passi avanti e successive fughe. E' inevitabilmente su questo che gioca anche la quarta stagione, reduce dal drammatico cliffhanger della precedente che ha lasciato proprio la poliziotta in fin di vita dopo essere stata bersaglio di un cecchino al funerale del capo del dipartimento. Il drammatico evento mette ancora una volta in risalto l'affezione di Castle per la detective, con una dichiarazione esplicita mai fatta prima. Cambierà le dinamiche tra loro?


Se la premiere Di nuovo amici mostra questo lato del loro rapporto, è interessante vedere come Cops & Robbers, il settimo episodio, ne mostra l'altra faccia: con lo scrittore e la madre presi in ostaggio durante una rapina in banca e Becket impegnata nelle operazioni di salvataggio dei malcapitati.
E' un episodio intrigante e ben scritto, come la media della serie, che riprende indirettamente quanto accaduto al personaggio della Stanic, ma basta arrivare al nono, Kill Shot, per vedere come gli autori sappiano ricollegarsi anche direttamente all'incidente subito dalla poliziotta: con un cecchino che imperversa in città, prendendo di mira vittime innocenti senza apparente motivo, lo spettro del colpo subìto riaffiora nella mente di Kate, mettendo a rischio la sua capacità di affrontare il caso. E la Katic sa dare un'ottima prova nel mettere in scena il disagio del suo personaggio, la sua crescita (basti pensare a quanto fosse diversa la Beckett all'inizio della serie) e la sua fragilità.

Il cliffhanger e quanto accaduto a Becket non sono l'unico elemento di Fuori combattimento ad avere ripercussioni sull'annata successiva: nel finale della terza stagione, infatti, è uscito di scena uno dei personaggi ricorrenti della serie, il Capitano Roy Montgomery interpretato da Ruben Santiago-Hudson, protamente sostituito da un nuovo capo per i protagonisti di Castle: il Capitano Victoria Gates a cui dà il volto Penny Johnson.
Con la Gates la musica al dipartimento cambia. L'atteggiamento della donna è molto meno conciliante e comprensivo di quello del suo predecessore e soprattutto la sua disponibilità nei confronti di Richard Castle è di gran lunga inferiore. E' un altro elemento che serve agli autori per modificare alcune delle dinamiche dello show, per fornire novità pur in una serie come questa che non permette grosse alterazioni alla sua struttura di base, riconducibile a quella di un procedurale.

Anche le storie degli altri personaggi di contorno vanno avanti, dalla relazione (e prossimo matrimonio) di Esposito a quella a distanza della figlia di Castle, Alexis, con il ragazzo al college. Il tutto sapendo dosare tempi e spazi per ognuno senza distogliere l'attenzione dai casi della settimana, per i quali gli autori sanno alternare con abilità il tono: dall'ironia sopra le righe di Paladini della giustizia, in cui i protagonisti devono affrontare un killer vestito da supereroe, alla possibile ghost story di Demons, fino al divertente viaggio ad Atlantic City per Castle, Ryan ed Esposito con tanto di travestimento da Elvis (in Heartbeak Hotel), non mancano i momenti da alternare ai casi più drammatici ed intensi, come possono essere proprio quello del già citato Kill Shot o della premiere.
Una quarta stagione che sa portare avanti la serie mantenendo gli elementi che l'hanno fatta amare dal pubblico, ma senza trascurare l'inserimento di qualche novità per evitare la ripetitività in cui tanti show rischiano di cadere.