Arriverà nelle sale italiane soltanto il 14 settembre, ma nel mondo è già tempo di Cars 3. Il terzo capitolo delle avventure di Saetta McQueen è infatti nelle sale americane già da un mese ed ha già raggiunto un incasso mondiale di 160 milioni di dollari nei paesi in cui è stato distribuito, indice di un affetto del pubblico ancora vivo per personaggi ed un mondo tanto caro al capo della Pixar, quel John Lasseter che è mente e cuore dello studio, nonché primissimo fan delle auto animate di questa serie di film. L'occasione per iniziare ad entrare in clima del nuovo film dello studio di Toy Story è stata la doppia conferenza stampa romana, alla presenza del regista Brian Fee e del produttore Kevin Reher, ma anche di una copiosa schiera del numeroso cast vocale nostrano, da Gianfranco Mazzoni a Ivan Capelli, da Pino Insegno a Ugo Pagliai, Sabrina Ferilli, J-Ax, La Pina, Marco Messeri e Marco Della Noce. Troppo pochi per rivaleggiare con La celebre compagnia dell'Anello, ma sicuramente abbastanza da accompagnare in pompa magna le nuove avventure ad alta velocità di Saetta, Cricchetto e compagni.
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Affrontare il tempo che passa
Quella di Cars è una saga che ha scelto di non adagiarsi su quanto fatto in precedenza: già il secondo capitolo aveva provato a reinventarsi in chiave diversa e per Cars 3 è tornato alle origini ma condendo la narrazione di un tema diverso e profondo, ragionando sul tempo che passa. "Abbiamo cercato di capire" ha spiegato Reher "dove si sarebbe trovato Saetta dieci anni dopo l'inizio della sua carriera." Gli ha fatto eco il regista Brian Fee: "Per me, dal punto di vista emotivo, il film racconta il diventare genitore. Non sono certo la stessa persona che ero una volta finito il college, oggi ho due figlie e quello che cerco di fare è insegnare loro a guardare il mondo attraverso i loro occhi" ha spiegato, aggiungendo: "È quello che prova anche McQueenn, che si trova a fare qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare e prova gioia nel farlo."
Una difficoltà ulteriore per Fee, che ha dovuto affrontare una storia e dei personaggi che il suo boss Lasseter ama particolarmente. "Sono stato chiamato nell'ufficio di John e mi ha detto che voleva che dirigessi il film" ha raccontato, continuando: "Mi sono fidato del fatto che lui voleva che lo facessi. L'abbiamo coinvolto molto nelle decisioni su intreccio e messa in scena. Mi ha colpito che è riuscito ad essere presente e dare un forte contributo, ma lasciandoci lo spazio per raccontare la storia che avevamo intenzione di fare." Insomma Lasseter come Saetta, capace di sostenere le nuove leve, trovando per sé un ruolo diverso e nuovo, come ha sottolineato anche il produttore Kevin Reher.
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La nuova anima di Cars
Il nuovo è rappresentato, in Cars 3, dalla giovane Cruz Ramirez, una figura femminile introdotta per affiancare Saetta. "La maggior parte del cast del film" ha spiegato Fee "è maschile e volevamo che fosse un film per tutti, non solo per i maschietti. Volevo raccontare alle mie figlie un personaggio forte al quale poter guardare e da cui trarre ispirazione." Un'esigenza che è diventata un'opportunità e che si è allineata alla naturale evoluzione che il mondo del cinema sta avendo negli ultimi anni. Lo ha confermato anche Sabrina Ferilli, che in italiano dà voce a Sally: "Amiamo il cinema anche per questo, perché è portavoce di questo tipo di messaggi, riesce a raccontare per primo alcune situazioni che esistono nel mondo che viviamo e in cui anche i film d'animazione sono inseriti."
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Lo ha ribadito La Pina, che ha spiegato come si senta più vicina a personaggi femminili come quelli di Cars piuttosto che alle classiche Principesse Disney: "Mi piace che ci siano personaggi femminili forti che giocano la loro gara e collaborano con gli altri, creando questo bella amalgama tra figure maschili e femminili. Credo che per le bambine avere personaggi forti come riferimento sia molto importante e vedendo il film mi sono sentita molto incoraggiata in questo senso."
Cars e il mondo reale
Pur ambientata chiaramente in un mondo di fantasia, la saga di Cars fa di tutto per sembrare reale, o quantomeno credibile. Lo fa per esempio dal punto di vista narrativo, inserendo l'azione in un contesto del mondo dei motori molto vicino alla nostra realtà e ce lo spiega Ivan Capelli, vice presidente dell'ACI e doppiatore di Darrel Cartrip: "Fin dal primo Cars - motori ruggenti ho trovato tanto realismo applicato nel film. Quello che viene raccontato è un percorso che ho fatto nella mia vita reale e che ho rivisto nel film. È vero per esempio che c'è questo tipo di relazione tra pilota e coach. Ed è vero che il mondo dei motori si sta aprendo alle donne. Non ce ne sono ancora come piloti, ma il numero di donne che sta trovando spazio in questo mondo è in crescita."
"Si tratta ovviamente di corse americane, di Nascar," ha confermato Gianfranco Mazzoni, voce italiana di Bob Cutlass, "noi abbiamo l'idea della Formula 1 che è diversa, ma il tutto è reso con estremo realismo. Lì il ruolo del coach è molto vicino a quello che si vede nel film. A livello umano è tutto molto vero e realistico." Un realismo che, in seconda battuta, è ricercato anche a livello visivo come sottolinea Brian Fee: "Abbiamo sempre voluto che le macchine del film avessero un senso di credibilità, piuttosto che di fotorealismo. E se siamo riusciti a farlo è perché oggi disponiamo di tecnologie più avanzate che ci permettono di lavorare con maggior facilità e velocità. Ricordo di aver parlato con lo scenografo dicendogli 'voglio che la gente senta l'odore'. È un lavoro che abbiamo fatto sui i set ma anche sui personaggi."
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Dar voce a Cars
Una aspetto su cui tutto il cast vocale italiano si è trovato d'accordo è l'importanza e l'onore di far parte di un progetto del genere. A cominciare da Pino Insegno, la voce di Chick Hicks, che dall'altro dei sui 37 anni di esperienza al doppiaggio spiega: "L'emozione di doppiare un film Disney è unica, perché resterai lì per sempre. Soprattutto se hai dei figli, te ne rendi conto. Quel cartone animato avrà la tua voce e la tua anima per sempre." È d'accordo Marco Messeri, che dona la voce ad uno dei favoriti del pubblico, Cricchetto. "Tornare a doppiare Cricchetto è un grande onore," ha detto con orgoglio, "è un personaggio molto divertente, rugginoso ma molleggiato, sono contento che me l'abbiano offerto e ci torno sempre con piacere."
Una sensazione di gioia che sottolinea anche J-Ax, che alla sua prima esperienza non può che essere entusiasta: "Per me è un sogno diventato realtà, perché sono fan di Pixar fin dal primo giorno e qui, nel ruolo del commentatore del Crazy8, mi sono trovato perfettamente a mio agio." La scena che lo vede protagonista è la stessa in cui è presente anche la Miss Fritter de La Pina: "Lei è molto meno politically correct di Sally, ma sono orgogliosa di esserci perché vengo dalla vecchia scuola Disney, ho anche Bambi tatuato sulla mano. Sono felice, sognavo di doppiare un film d'animazione dal giorno in cui ho iniziato a parlare!" L'altra donna del gruppo è la già citata Sally della Ferilli, una figura femminile mossa da passione e ideali attraverso la quale l'attrice può veicolare messaggi a lei cari: "È curioso che dei valori per me sacrosanti si ritrovano più nei film e nell'animazione che nella vita quotidiana. Nel primo film, Sally è quella che cercava di tener unito il gruppo per reagire alla volontà di chi governava di abbandonare la loro via, cercando di farla rifiorire... chissà come sono arrivati a me, forse perché sono una che rompe i coglioni! Avranno visto una somiglianza che in effetti in qualche modo c'è."
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Una voce dal passato
Importante il contributo anche di Ugo Pagliai, che tiene a questo ruolo in modo particolare, sia per il tema del film, moderno e profondo, sia soprattutto per l'interprete che dà voce al suo Doc Hudson in originale: Paul Newman, morto un paio di anni dopo aver interpretato il ruolo in Cars - Motori ruggenti, ma in qualche modo ancora presente in questo terzo capitolo. "Sin dall'inizio abbiamo voluto che Doc Hudson tornasse e fosse il mentore di Saetta, di riportarlo nel film" ha spiegato il produttore Kevin Reher, "abbiamo chiesto alla fondazione Paul Newman se potevamo usare le tante ore di registrazione che avevamo, fatte durante la realizzazione di Cars in cui Lasseter aveva lasciato il microfono aperto mentre Newman parlava del mondo delle corse e di quello che rappresentava per lui." Ha completato il racconto Brian Fee: "Avevamo provato con altre voci, ma mancava l'anima, mentre quelle registrazioni di Paul Newman erano perfette. Siamo stati molto fortunati, perché c'erano intere frasi che potevano funzionare per la storia che volevamo raccontare. Il film non sarebbe stato quello che è senza poter accedere a questo prezioso archivio."