Mario Martone è un autore prezioso: da quasi un decennio, a partire da Noi credevamo, passando per Il giovane favoloso, la sua attenzione è rivolta alla giovinezza. Non una giovinezza puramente anagrafica, ma un'inclinazione dello spirito: la forza vitale di chi, curioso e irrequieto, vede nel mondo una possibilità costante di cambiamento e rivoluzione. Il suo nuovo film, Capri - Revolution, in sala dal 20 dicembre dopo essere passato in concorso all'ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, incarna queste caratteristiche nel personaggio di Lucia, capraia che vive, a inizio '900, sull'isola di Capri.
A dare corpo e volto a Lucia la bella e brava Marianna Fontana, al secondo ruolo dopo Indivisibili di Edoardo De Angelis, in cui recita al fianco della sorella gemella Angela, che dà al personaggio una forza animalesca e sensuale. Lucia, destinata dalla famiglia a rimanere confinata sull'isola e a sposare un ricco concittadino, rimane folgorata dalla spiritualità singolare di Seybu (Reinout Scholten van Aschat), pittore e filosofo che parla di amore libero e vegetarianismo. All'opposto di Seybu, ma altrettanto curioso e tollerante, Carlo (Antonio Folletto), medico socialista trasferitosi da poco a Capri.
Nel film - come potete leggere nella nostra recensione di Capri-Revolution - c'è un forte desiderio di contatto umano, di sentire il calore dell'altro, incarnato dalle danze, quasi bacchiche, che i seguaci di Seybu fanno tra gli scogli dell'isola. Quanto è importante riscoprire il contatto con gli altri in un momento in cui spesso ci dimentichiamo che, dall'altra parte dello schermo, che sia quello di un computer o del cellulare, ci sono persone reali?
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Secondo Mario Martone: "Questa relazione è centrale nel film: il rapporto con la natura significa essenzialmente questo, è il rapporto con le altre creature, che siano esseri umani, animali, la vegetazione o le rocce, molto presenti nella pellicola. Questo contatto vuol dire sentire l'esistenza dell'altro, sentire la necessità e il bisogno del confronto, anche quando è aspro. In Capri - Revolution ci sono dei confronti aspri, ci sono idee diverse che si oppongono, che si articolano, come tra Seybu, il maestro della comune, e il dottore, ma c'è sempre la sensazione che ciascuno discuta in qualche modo attratto dalla diversità dell'altro. C'è una continua attrazione per la diversità: c'è comunque un contatto. Questo è qualcosa che mi piace molto portare sullo schermo oggi: perché siamo in un tempo freddo da questo punto di vista, spinto a negare il confronto, che significa perdere ogni slancio vitale. Credo invece sia importante riproporlo, anche in direzione ostinata e contraria."