Recensione The Sapphires (2012)

The Sapphires è una storia che funziona, che diverte, emoziona e coinvolge, che Blair dirige con brio e ritmo, con gioiosa passione e molto cuore.

Cantare per la libertà

  1. Il mondo è scosso da una vera e propria rivoluzione, culturale e non solo. In Australia il popolo aborigeno ha appena conquistato il dirito al voto, ma il paese è ancora sporcato dalla discriminazione razziale. In una piccola comunità aborigena, quattro ragazze sentono di essere nate per cantare e, con i loro familiari, lo fanno in continuazione; con un nome improbabile partecipano ad un provino che cambierà loro la vita, perchè lì conoscono Dave Lovelace, un Irlandese con la passione per la musica e una pericolosa inclinazione per l'alcool, che le dirotta dal country al soul e procura loro l'occasione della vita: andare in Vietnam e cantare per le truppe americane in un tour lungo il delta del Mekong. Un'esperienza pericolosa ma emotivamente potente che cambierà per sempre le loro vite: in Vietnam le ragazze cantano, amano, soffrono, ma soprattutto guadagnano la libertà attraverso la musica.
Gail, Julia, Cynthia e Kay sono i nomi fittizi delle sorelle Laurel Robinson e Lois Peeler e delle loro cugine Beverly Briggs e Naomi Mayers, le vere ragazze sulle quali si basa la storia di The Sapphires, il vivace film di Wayne Blair presentato fuori concorso alla 65ma edizione del Festival di Cannes. Quattro donne che ancora oggi vivono in Australia ed hanno raggiunto traguardi importanti nel corso degli anni: la Briggs è stata dirigente del servizio medico aborigeno per trent'anni, mentre Naomi ha ottenuto una medaglia nel 1984 e Lois è stata la prima modella aborigena del paese ed è ora direttrice esecutiva del Worawa Aborigenal College.
E' infatti una storia vera ad aver ispirato il film e la commedia da cui è tratto, una storia scritta, sia per il teatro che per il grande schermo, da Tony Briggs, figlio di una delle ragazze del gruppo. Ed è una storia che funziona, che diverte, emoziona e coinvolge, che Blair, già Orso d'argento a Berlino per il corto The Djarns Djarns, dirige con brio e ritmo, con gioiosa passione e molto cuore. Non è un film perfetto, alcune banalità e qualche deriva troppo enfatica lo macchiano, ma non è importante, perchè fa il suo dovere nel rendere partecipe lo spettatore della storia di queste quattro ragazze.
A dar loro voce e corpo ci sono Deb Mailman, Jessica Mauboy, Shari Sebbens e Miranda Tapsell, tutte dotate di gran voce, forte carica e molta personalità che permette loro di rendere giustizia sia alla forza interiore che all'abilità canora delle quattro protagoniste aborigene; tra loro c'è alchimia ed intesa, non solo musicale, e si nota nelle scene che le vedono discutere insieme. Ma più di tutti è Chris O'Dowd a dipingere un ritratto impagabile di Dave Lovelace, ironico e passionale poco di buono in cerca di rivalsa.
Accanto a loro c'è la musica, il soul, che si può considerare protagonista al pari delle ragazze. Brani più o meno noti come Soul Man, These Arms of Mine, Hold on, I'm Coming, Day-O, Yellow Bird, per comporre una colonna sonoro completa e variegata ed accompagnare il viaggio e la crescita di queste quattro ragazze.

Movieplayer.it

3.0/5