La 69° edizione del Festival di Cannes ha preso il via omaggiando il maestro ottantenne Woody Allen con il suo nuovo lavoro, la period comedy Café Society, posta in apertura della manifestazione. Allen non si smentisce neppure stavolta rispettando la regola - lui allergico a ogni tipo di competizione - del fuori concorso. Nonostante i suoi tentativi di tener fede alle proprie idiosincrasie, questa edizione del festival francese costringe il cineasta newyorkese a confrontarsi con le sue due peggiori fobie: il terrorismo e i giornalisti.
L'esercitazione a sorpresa che ieri ha costretto i giornalisti a evacuare il Palais du Festival è solo dei sintomi della tensione che quest'anno serpeggia in tutta la Francia, Riviera compresa. Allen ha confessato a Variety di temere un attacco terroristico "al supermercato o perfino mentre vado a comprare il giornale". Se a difenderlo dai terroristi ci pensano le ingenti misure di sicurezza adottate per garantire l'incolumità degli ospiti giunti a Cannes, chi lo proteggerà dalla stampa? Stampa che, a giudicare dalle prime reazioni, sembra aver apprezzato la delicata commedia Cafe Society dopo essersi divisa di fronte ai dilemmi dostoevskijani di Irrational Man.
Un film che è quasi un romanzo
Cafe Society racconta la storia di Bobby Dorfman (Jesse Eisenberg), giovane ambizioso nativo del Bronx che decide di fare la valigia e trasferirsi a Hollywood nel tentativo di fare carriera sotto il sole californano per poi fare ritorno a New York. "Quando ho scritto la sceneggiatura, l'ho strutturata come un romanzo" spiega Woody Allen. "Come nei libri, anche il film contiene dei momenti in cui la narrazione rallenta e il pubblico assiste a scene in cui in cui il protagonista è insieme alla sua ragazza, con i genitori, con i fratelli, poi è con una star di Hollywood e infine c'è un momento in cui si trova davvero nella café society circondato da politici, debuttanti, playboy, persone che chiacchierano e socializzano. Per me questa è sempre stata non la storia di un unico personaggio, ma di un'intera società." E proprio come nei romanzi, Cafe Society sfrutta l'espediente della voce narrante interpretata, guarda caso, da Woody Allen. "Ho deciso di farlo io perché sapevo esattamente come volevo che le parole suonassero. Lo sapevo fin da quando ho scritto la storia, volevo che sembrasse che stessi leggendo un romanzo" .
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La Café Society del titolo rievoca il fermento culturale di caffè e ristoranti di New York, Parigi e Londra nei primi anni '20, quando i locali erano ritrovo di artisti, intellettuali e socialité. Il termine è divenuto poi celebre nell'America degli anni'30, dopo la fine del Proibizionismo. Già in passato Woody Allen ha dimostrato di essere profondamente legato all'era del jazz. Come ammette lo stesso regista "quest'epoca mi ha sempre affascinato. Credo che sia una delle epoche storiche più affascinanti nella storia di New York, con i teatri che traboccavano di persone, la vita nei caffè e nei ristoranti. Ovinque ci si trovasse, la città brulicava di arte, vita notturna e attvità sofisticate." Stavolta il regista non si è accontentato di soffermarsi sulla sua New York, ma ha deciso di gettare uno sguardo a sud, in quella Los Angeles in cui approda Bobby. "Hollywood viveva il glamour del Cocoanut Grove e del Trocadero, ma non erano molti i posti in cui andare. Gli abiti erano leggeri e ognuno doveva guidare per raggiungere i luoghi della vita notturna. Il glamour proveniva dal fatto di essere in un luogo pieno di star, ma New York aveva un altro grado di fascino notturno rispetto a Hollywood."
Una nuova musa da sottoporre a provino... senza vampiri!
Dopo Scarlett Johansson ed Emma Stone, Woody Allen sembra aver trovato una nuova musa. Ad affiancare Jesse Eisenberg in Cafe Society troviamo Kristen Stewart, alla prima esperienza alla corte del regista newyorkese. Woody motiva la scelta spiegando: "Avevo bisogno di qualcuno che potesse interpretare un'adorabile segretaria proveniente dal Nebraska che nel corso del film subisce un'evoluzione. Più avanti la vedrete indossare pellicce e gioielli e sembrerà ancora fantastica." Kristen Stewart, seduta a fianco del regista, precisa che "per ottenere questo ruolo ho dovuto sostenere un provino". La ragione è presto detta. Woody Allen confessa di non aver mai visto Kristen "in quel film con i vampiri. Non posso credere di essere così ignorante in fatto di cinema".
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Parlando del suo personaggio, la Stewart aggiunge: "Vonnie è una ragazza ambiziosa, pienamente consapevole della superficialità del mondo in cui tenta di farsi strada. E' un ambiente eccitante, divertente, ma anche profondamente vuoto ed è proprio questo l'aspetto che la affascina maggiormente". Il collega Jesse Eisenberg aggiunge: "Credo che entrambi i personaggi siano attratti dalle luci di Hollywood e al tempo stesso mantengano una certa distanza. Ma Vonnie rappresenta un meraviglioso antidoto per Bobby. Lei è cinica, divertente e sembra avere una vera prospettiva del mondo. Sfortunatamente, però, ha anche un fidanzato."
L'amore nonostante tutto
Oltre alla bella Kristen, che a Cannes sfoggia un'inedita chioma ossigenata, Cafe Society ospita un'altra bionda dall'indiscutibile fascino, Blake Lively. L'attrice, anche lei alla prima prova con Allen, interpreta Veronica, ricca e infelice moglie abbandonata dal marito per la sua migliore amica che una sera viene presentata a Bobby. "Veronica è ferita da ciò che le è accaduto, ma non si è ancora arresa e continua a frequentare il bel mondo. C'è una purezza in lei che è rigenerante, è priva di pregiudizi, ma ricca di curiosità nel suo accostarsi al prossimo. Ha un'apertura che supera gli ostacoli sociali e politici dell'epoca. E' stato davvero un personaggio interessante da interpretare perché questo film è una storia d'amore. All'inizio fai il tifo per Bobbie e Vonnie, ma quando arriva il mio personaggio si crea una certa tensione. Fai il tifo per lei e allo stesso tempo fai il tifo per la coppia. E' stata una sfida interpretare Veronica perché sconvolge la situazione e, a suo modo, è toccante."
Parlando d'amore, quando a Woody Allen viene chiesto come mai molti suoi film contengano storie d'amore tra uomini di una certa età e donne giovani, lui ammette: "Ho sempre pensato di essere un romantico. Però non credo che tutte le donne che ho avuto nella vita la pensino così." Per quanto riguarda la sua idiosincrasia nei confronti della competizione, Allen ammette: "Non credo nella competizione, e soprattutto non credo che esistano persone in grado di giudicare il lavoro di altre persone. Concorrere contro altri colleghi andrebbe contro il mio buon senso". Eppure Cannes sembra ormai un appuntamento irrinunciabile, quanto meno per far felice la moglie Soon-Yi Previn: "Quando scendo dall'aereo vengo subito condotto a fare interviste. Centinaia di interviste. Ma mia moglie si diverte. Le piace vedere gente e socializzare, soprattutto le piace molto andare fuori a pranzo e a cena".