C'è ancora domani e la notizia sugli Oscar: quando l'emotività diventa fake news

La prima regola giornalistica: verificare la notizia prima di pubblicarla. Eppure, è rimbalzata l'astrusa news che il film di Paola Cortellesi fosse candidato dall'Academy come Miglior Film. Ma come è potuto succedere?

Una scena di C'è ancora domani

Dall'alto della sua intelligenza, è stata direttamente Paola Cortellesi, attraverso la stessa agenzia che ha riportato la fuorviante news, a smitizzare la notizia: "Le possibilità che C'è ancora domani entri nelle cinquine degli Academy Awards sono pari, direi, alla vita di un gatto in tangenziale". Una chiosa, al netto dello straordinario percorso del film (in Italia come all'estero), che azzera quella che si è rivelata un'improbabile cascata di inesattezze, sfociando addirittura nella fake news.

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Paola Cortellesi sul set

Perché sì, C'è ancora domani è tra i titoli eleggibili agli Oscar, avendo rispettato diversi requisiti (il primo, essere stato distribuito negli Stati Uniti), ma anche no, non è - e non potrà essere - candidato come miglior film, in quanto l'opera campione d'incassi (uscita in America con il titolo There's Still Tomorrow, e distribuita da Greenwich Entertainment) è eleggibile solo teoricamente in tre categorie: miglior regia, miglior attrice protagonista, miglior sceneggiatura.

C'è ancora domani e gli Oscar: come nasce una fake news

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I protagonisti di C'è ancora domani

Ma com'è possibile che i telegiornali, gli autorevoli quotidiani e, in allegato, le storiche agenzie di stampa, abbiano portato avanti una news sballata, poco centrate e, sicuramente, poco approfondita? Andiamo con ordine: la sera di lunedì 6 gennaio cominciano ad arrivare le prime notizie su una possibile presenza di C'è ancora domani come candidato agli Oscar, avallate da comunicati e virgolettati ministeriali. La mattina seguente, quotidiani e tg ribattono che "C'è ancora domani è in lizza per i migliori film all'Oscar". Niente di più sbagliato.

Esperienza diretta di chi scrive: a cena con amici, ci viene chiesto quante possibilità abbia la Cortellesi di vittoria. Come si dice a Roma, "cadiamo dal pero". Attoniti, leggiamo la news, rendendoci subito conto che qualcosa fosse storta: è infatti prassi, ogni anno, che l'Academy stili una lista di titoli che possono essere candidati in determinate sezioni. Non c'è nulla di meritevole in queste categorie, essendo delle liste tecniche che, come detto, rispondo a requisti standard: quest'anno, per esempio, ci sono 323 titoli in totale (tra cui rientra appunto l'opera della Cortellesi), con altri 207 film eleggibili come Miglior Film (in cui ripetiamo non è presente C'è ancora domani).

Se l'informazione vive di emotività

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La Cortellesi insieme a Romana Maggiora Vergano

Pur comprensiva la motivazione campanilista, rispetto ad un'industria che prova in tutti i modi ad imporsi nel panorama internazionale (ricordiamo che quest'anno tra i miglior film internazionali agli Oscar l'Italia ha candidato Vermiglia di Maura Delpero), è assurdo che una non-notizia sia diventata titolo di giornale. Non è certo nuova l'emotività con cui l'informazione mainstream cavalca certi temi e certe situazioni, ma è in qualche modo svilente per la categoria che nessuno - tranne i giornali di settore - abbia fatto luce sulla notizia, invece che riportare pigramente qualcosa di sbagliato, scritto da altri.

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Paola Cortellesi ed Emanuela Fanelli

Nessuna questione di vita o di morte, ci mancherebbe, ma l'errata notizia è un esempio di quanto oggi l'informazione sia assoggettata alla superficialità e non all'approfondimento, generando costante confusione tra i lettori. Per buona pace della prima regola giornalistica: verificare la veridicità, e solo dopo pubblicare. Invece, tutto appare lecito (e ora anche Meta ha detto stop al fact-checking: ne vedremo delle belle), tutto appare notiziabile, anche quando di notizia non c'è nulla.

Dall'altra parte, sono stati i giornali e i magazine di cinema a far luce sulla news (la tanto vituperata informazione web di settore, che risulta ancora una volta più precisa e puntale rispetto alla generalista) spiegando per filo e per segno il motivo per cui C'è ancora domani non sia un film da Oscar, nonostante resti un film meraviglioso. Almeno su questo non si dovrebbe far confusione.