Record. Buen Camino con 27 milioni incassati in meno di una settimana ha segnato la miglior apertura di un film di Natale. C'era da aspettarselo, per buona pace di quelli che, dimenticando che il cinema è sì un'arte ma anche (e soprattutto?) un'industria, hanno pontificato sullo spessore (?) di Checco Zalone. C'è chi l'ha definito ormai buonista, chi ha criticato il comico per essere compiacente verso un pubblico sciatto che al cinema non ci va mai, essendo amato principalmente da uno spettatore conservatore. Eppure, in un momento di forte crisi, è assurdo fare le pulci a un tale successo, cercando nel cinema smaccatamente trasversale una pedagogia sociale che non deve assolutamente appartenergli.
In un lungo post su Instagram, il regista Antonio Piazza spiega perfettamente il senso di Zalone: "Volete a tutti i costi fare di Zalone ciò che Zalone non vuole essere: un maestro. E usarlo come randello per impartire lezioncine assurde al cinema italiano. Nel crollo generale delle infrastrutture educative e sociali, e dentro un contesto internazionale tutt'altro che favorevole, la vitalità artistica e commerciale del cinema italiano è un piccolo miracolo. Dovreste ringraziarlo, il cinema italiano! Non redarguirlo [...]". Già. Ironico e illuminante, se pensiamo a quanto il cinema di Piazza sia diametralmente opposto a quello di Luca Medici (e di Gennaro Nunziante, tornato alla regia).
Checco Zalone logora chi non ce l'ha (?)
Del resto, ogni tanto, sarebbe meglio non giudicare per partito preso, leggendo l'attualità con la stessa intelligenza applicata da Checco Zalone che ha riunito da nord a sud l'Italia intera, nemmeno fosse la nazionale di calcio, facendo respirare le casse boccheggianti degli esercenti che garantiscono lavoro a migliaia di addetti. L'incasso di Zalone risolve tutti i problemi? Certo che no: restano le macroscopiche lacune (programmazione, sperimentazione, progettazione, finanziamenti, poca lungimiranza sul marketing, ormai affidato solo a creator e influencer), ma intanto si potrebbe evitare di sparare puntualmente contro, sottolineando una volta tanto il valore della vera commedia tour court, accantonata da molti, preferendo puntare su scadenti family movie che, questi sì, occupano le uscite invernali e primaverili senza cercare davvero lo stesso verbo inseguito da Zalone: incassare.
Perché attaccare chi porta a casa gli incassi, e non chi fa solo finta di provarci? È questione di maturità, e pure di onestà giornalistica che non ragioni seguendo il solito "partito preso". E chi scrive svela una verità ovvia: si può essere credibili apprezzando (o non apprezzando) tanto Checco Zalone quanto Jim Jarmusch - giusto per citare uno dei registi presenti nella top 10 natalizia - senza il bisogno di difendere a tutti costi un'etichetta.
Il box office di Natale e Santo Stefano: Avatar bene, super Zootropolis 2, in crescita Primavera
Un'egemonia quella di Buen Camino che ha sfidato - e addomesticato - la potenza di Avatar: Fuoco e Cenere di James Cameron. Se globalmente Avatar 3 ha incassato 760 milioni di dollari, in Italia il ritorno su Pandora ha segnato un box office di 15 milioni di euro. Il calo rispetto ad Avatar: La via dell'acqua è abbastanza calcato, -37%; appare impossibile che mantenga i preventivati 45 milioni di euro, più probabile che chiuda intorno ai 30. Un calo fisiologico, quello di Avatar: Fuoco e Cenere, anche per via della durata: i 197 minuti non aiutano la programmazione, considerando che molti cinema applicano intervallo e pubblicità pre-spettacolo, bloccando così una sala per ben 4 ore.
E il resto della classifica? Dati Cinetel alla mano, riletti con l'aiuto del prezioso lavoro di BoxOfficeBenful, sottolineamo la salita di Norimberga che arriva a 3,4 milioni generali. Tenuta formidabile quella di Zootropolis 2, anch'esso in crescita (+60%), con un totale che sfiora i 16 milioni. Non è assurdo pensare possa arrivare a lambire i 20 milioni. Durante la feste l'animazione è il genere di riferimento, e i 900mila euro di Un topolino sotto l'albero sono una dimostrazione. Si ferma a mezzo milione Primavera di Damiano Michieletto, ma anche qui i numeri sono in salita e c'è spazio per una certa crescita. Lo meriterebbe.
La contro-programmazione di Natale e Santo Stefano vede protagonista Father Mother Sister Brother con quasi 800mila euro, seguito da Oi vita mia di Pio e Amedeo, naturalmente in flessione dopo un mese: il totale di 8,4 milioni è tuttavia un risultato eccezionale. L'esperimento de La grazia di Paolo Sorrentino sembra aver dato i suoi frutti: l'uscita nazionale è fissata al 15 gennaio, ma le programmazioni mattutine hanno finora fruttato 185mila euro. Non poco. A chiudere la prima settimana di festa Jodie Foster con Vita Privata. Gli incassi totali segnano 542mila euro.