Il 19 marzo, Bruce Willis ha spento 70 candeline sulla torta circondato dall'affetto delle persone che più tengono a lui. L'attuale moglie Emma Hemming, l'ex moglie Demi Moore e le cinque figlie avute dalle due. Come noto la star si è, purtroppo, dovuta ritirare dalle scene nel marzo del 2022 perché colpito da afasia. Nel febbraio del 2023, proprio Demi Moore, in un messaggio affidato ai social dove ringraziava i fan dell'attore ringraziandoli e ringraziandole per tutto l'affetto e il calore umano che avevano dimostrato, rivelava al mondo che Bruce Willis era affetto da demenza frontotemporale. I più attenti avevano già capito che dietro quel termine, afasia, si nascondeva probabilmente una diagnosi molto più preoccupante, come l'annuncio di Moore ha poi confermato.

Improvvisamente, è apparso più chiaro perché, negli ultimi anni, una delle più grandi star di Hollywood avesse accettato di prendere parte a pellicole thriller ed action di bassa lega indirizzate direttamente allo streaming e all'home video: c'era necessità di far ulteriormente cassa in vista di un pensionamento, purtroppo, dettato da cause di forza maggiore. Per i suoi settant'anni abbiamo deciso di festeggiare Bruce Willis consigliandovi cinque film tutti di un decennio, gli anni '90, fondamentale per la definizione dei suoi contorni di star.
Un attore la cui stella è deflagrata negli anni '80, quelli degli eroi action ipertrofici come Stallone e Schwarzenegger, grazie a un capolavoro come Die Hard, una macchina cinematografica così perfetta che trascende il suo genere di appartenenza e che trae forza proprio grazie al beffardo e sarcastico everyday man interpretato da Willis. Partire da quella sarebbe stato scontato e, oltretutto, sarebbe stato banale scegliere solo film in cui lui è il protagonista assoluto.
1. La morte ti fa bella (1992, di Robert Zemeckis)
Nel 1992 Bruce Willis aveva già alle spalle i successi dei primi due Die Hard, ma anche i due flop de Il falò delle vanità di Brian De Palma e Hudson Hawk - Il mago del furto. Poi, fortunatamente, sono arrivati L'ultimo boyscout, discreto successo in sala diventato cult in home-video, e La morte ti fa bella, la brillante satira dell'ossessione hollywoodiana del non permettere alle donne d'invecchiare in maniera naturale fatta, da Robert Zemeckis, a suon di effetti speciali decisamente all'avanguardia per l'epoca.
Nel film Bruce Willis viene indicato come protagonista insieme alle due mattatrici Goldie Hawn e Meryl Streep (più Isabella Rossellini), ma, in realtà, si mette quasi umilmente al servizio delle due attrici e di un film che lo vede calato nei panni di un personaggio che era l'esatto opposto di quelli per cui il pubblico lo aveva imparato ad amare: uno sfigato estremamente patetico.
2. Pulp Fiction (1994, di Quentin Tarantino)
Impossibile affermare che in Pulp Fiction ci sia o ci siano dei protagonisti. Come da prassi con Quentin Tarantino, il cast è corale e imponente. Certo, è probabile che a saltare per primi in testa alle persone siano John Travolta e Samuel L. Jackson con i loro Vincent Vega e Jules Winnfield. Ma per Bruce Willis prendere parte a Pulp Fiction è stata una mossa fondamentale nell'ottica del rilancio della sua carriera.

Già perché dopo la buona performance commerciale di La morte ti fa bella, ha comunque avuto a che fare con uno scialbo action come Impatto imminente e, soprattutto, pellicole mediocri come Il colore della notte e Genitori cercasi, ricordata forse come la pellicola che ha spinto molti a domandarsi se il regista di capolavori come Stand by me, La storia fantastica e Misery, Rob Reiner, non si fosse del tutto bevuto il cervello. Per prendere parte a Pulp Fiction, Bruce Willis accettò di abbassarsi molto lo stipendio. Una decisione che lo ripagò sia commercialmente grazie ai bonus sugli incassi del film ma anche dal punto di vista dell'immagine. Il rispetto verso il suo status di grande attore venne ristabilito.
3. Il quinto elemento (1997, di Luc Besson)

Negli anni '90 i grandi blockbuster erano molto meno "globali" di oggi, ma c'era comunque chi, come Luc Besson, poteva permettersi di ragionare, produttivamente parlando, quasi sullo stesso livello degli americani. Il tutto mantenendo un approccio stilistico marcatamente europeo. Non a caso, il design del Quinto elemento venne concepito dal fumettista e illustratore francese Jean-Claude Mézières. In un universo alternativo, è Mel Gibson a interpretare Korben Dallas al posto di Bruce Willis. Willis, inizialmente, temeva che Il Quinto Elemento fosse un progetto troppo rischioso alla luce dei flop che aveva avuto.
Ma parliamo dell'inizio degli anni Novanta, quando il film di Besson era differente da quello che abbiamo poi visto. Il filmmaker, dopo il grande successo di Leon, riportò in carreggiata il suo ambizioso progetto sci-fi con una sceneggiatura rivista e delle minori pretese in termini di budget. Narrano gli storici che un giorno Luc Besson si trovasse nell'ufficio del produttore Barry Josephson nel momento in cui questi ricevette una telefonata di Bruce Willis per un altro film. Besson chiese di poter salutare l'attore, ma colse anche la palla al balzo: gli disse che Il Quinto Elemento era stato approvato e, alla fine, lui aveva deciso d'ingaggiare un attore meno costoso. Dopo qualche istante di silenzio, la star gli rispose che "se il film mi piace, possiamo comunque trovare un accordo".
4. Armageddon - Giudizio finale (1998, di Michael Bay)

Nel 1998, Bruce Willis è definitivamente tornato a essere Bruce Willis. Armageddon, la quintessenza del cinema bombastico, ipercinetico e iper-ogni-cosa di Michael Bay che torna a mostrarci il tipico eroe riluttante e burbero di Willis che però, nel momento decisivo, sa cosa deve fare: sacrificarsi per il bene della Terra tutta. Con conseguente esplosione dei dotti lacrimali del pubblico. Qualche anno fa, Michael Bay ha ricordato di come, all'inizio della lavorazione, Bruce Willis fosse stato un po' duro con lui. D'altronde, lui era solo al terzo film, Bruce Willis era... Bruce Willis. Su consiglio del produttore Jerry Bruckheimer, gli fece vedere il girato che aveva ottenuto fino a quel punto, Willis lo apprezzò moltissimo e, da quel giorno, le cose cambiarono.
5. Il sesto senso (1999, di M. Night Shyamalan)

Non c'è bisogno di chissà quale spiegone. Basta citare una frase. "Vedo la gente morta". E tutto ciò che vi riporta alla memoria dell'intensa performance di Willis. Come si suol dire sui social I.Y.K.Y.K.