Era arrivato il momento di un film così. È questo che è emerso dall'incontro stampa di Bros, con il regista Nicholas Stoller (già dietro a In viaggio con una rockstar e Cattivi vicini), il co-sceneggiatore e protagonista Billy Eichner (nome conosciuto negli Usa tra la serie Difficult People e il suo programma Billy on the Street, da noi più per American Horror Story) e il co-protagonista Luke Macfarlane (noto soprattutto per il ruolo in Brothers and Sisters). Incontro tenutosi alla Festa del Cinema di Roma, dove il film è stato presentato in anteprima per arrivare in sala prossimamente con Universal Pictures. L'idea del film è nata dalla precedente collaborazione tra il regista e Billy Eichner nel sequel di Cattivi vicini: Stoller stimava il lavoro come autore in Difficult People e gli ha chiesto se volesse buttarsi nell'avventura di scrivere la prima commedia romantica incentrata su una coppia gay per un grande studio di produzione. "Lui è etero, diciamolo subito" scherza Eichner "e mi ha insegnato come si scrive un film per una major. Ci è voluto un anno di preparazione, io gli ho insegnato la cultura gay e com'è essere gay single nel 2022. Eccoci 5 o 6 anni dopo".
Questione di chimica tra Bros
A quel punto interviene Luke MacFarlane: "io sono arrivato a sceneggiatura già scritta e ho dovuto fare un provino come ai vecchi tempi (ride). Mi intimidivano entrambi, soprattutto Billy, ma abbiamo avuto subito una bella chimica". In fondo Eichner è stato definito "dalla comicità feroce" e Macfarlane concorda. Ed entrambi convengono, a proposito di chimica, che le scene più divertenti da girare sono state quelle di sesso, dato che si tratta di un film molto verboso e poco d'azione, incentrato sui dialoghi. "Sei in mutande con quest'altra persona e sai che dovrai darti da fare" (ride) "All'inizio siamo molto maschi e animali, per poi finire ad essere anche romantici, ed è stato bello e naturale". Eichner aggiunge le scene al museo mentre Stoller il sesso di gruppo comico con Steve tra quelle più divertenti da girare. Anche la canzone finale - non presente inizialmente in sceneggiatura e nata in corso d'opera, tanto da essere registrata live e non in studio - è nata dalla chimica tra i due interpreti, mentre parlavano delle nuove scene da girare, con Macfarlane che ha ammesso che il suo cantante preferito era Garth Brooks e la musica country, proprio come il suo personaggio. "Non ci conoscevamo da prima ed è stato utile perché ha aggiunto quel pizzico di mistero" dice Macfarlane, e aggiunge Eichner: "Brooks è in realtà famoso oltreoceano, tra Irlanda e Australia, ma io sono cresciuto con Madonna e Mariah Carey, tutt'altri gusti, ed è nato tutto velocemente grazie al compositore musicale del film, che è stato anche quello di classici come Harry ti presento Sally, Il club delle prime mogli e così via". Una scena commovente, tanto che le lacrime di Macfarlane alla fine sono vere.
Una storia onesta e autentica
La comunità LGBTQ+ ha visto quasi sempre storie queer tragiche dal finale ancora più tragico, oppure relegate a non protagoniste: pensiamo a I segreti di Brokeback Mountain, ma anche Chiamami col tuo nome non ha un happy ending. Che qui invece c'è - "anche se inizialmente ci doveva essere un omicidio" scherza il regista, ripreso subito dal comico "come Romeo e Giulietta, omicidio-suicidio" (ride) "volevamo dare un onesto e speranzoso finale per le persone queer, che dopo tre mesi di relazione fanno un bilancio, perché essere felici dev'essere convenzionale?" Sia Nicholas Stoller che Billy Eichner lavorando alla commedia si sono chiesti perché non fosse stata fatta prima, e ai primi test screening il pubblico sembrava preparato. Racconta il co-sceneggiatore: "Sono sempre stato apertamente gay fin dall'inizio della mia carriera, ma ero indipendente e non avevo mai fatto qualcosa per una grande major come Universal che produce e distribuisce a livello globale in questo caso". Autenticità sembra una delle parole chiave del film, e il merito va soprattutto a quanto di suo Eichner abbia messo nel personaggio di Bobby, che però spera di essere meno "impegnativo" della sua controparte: "Tutti siamo insicuri e lui appare super sicuro di sé ma è una facciata, che pian piano viene svelata nel film. È molto indipendente e il suo maggior difetto è che non sa capire la situazione in cui si trova e quindi sapere quando essere empatico e stare in silenzio. Lo fa però soprattutto come meccanismo di difesa, come la scena al ristorante coi genitori di Aaron". Macfarlane ammette che Eichner è più sensibile rispetto a Bobby, "anche se le scene di sesso le iniziamo sempre con i pugni, fisici ed emotivi" (ride). Il suo Aaron sfortunatamente non è stato incoraggiato all'espressione di autenticità come è accaduto all'attore nella vita reale da parte dei genitori: "Aaron deve capire un sacco di cose che io capito molto più giovane, mi faceva male vederlo in scena".
Bros: Billy Eichner nel trailer della commedia romantica LGBTQ+
New York, New York
La città è stato teatro di grandissime commedie romantiche e in Bros vediamo anche luoghi inediti. Eichner da newyorchese nato e cresciuto la vede come parte della storia e del proprio vissuto: "Bobby non sarebbe potuto esistere in nessuna altra parte, o la sua coppia di amici che parla apertamente di sesso al figlio piccolo, perché New York è molto più avanti rispetto al resto degli USA, anche se non è perfetta. È un posto magico e romantico ma ha anche molti spigoli". Interviene Stoller: "Però abbiamo girato molto nel New Jersey in realtà e soprattutto a Provincetown, che è una cittadina al centro della comunità LGBTQ+". Tra le romcom che li hanno ispirati ci sono Harry, ti presento Sally, Annie e i lavori del regista francese Éric Rohmer per Stoller; Dentro la notizia con Holly Hunter e William Hurt per Eichner insieme alla Before Trilogy di Richard Linklater - "Adoro i dialoghi più che l'azione e la commedia fisica, mi piacciono gli adulti che vengono sfidati a livello intellettuale". Macfarlane dal canto suo non può non citare Notting Hill e la mitica rivista Cavalli e Segugi (ride). Spesso questo tipo di film sono storie scritte da etero e con etero a interpretare ruoli gay: in Bros è stato fortemente voluto un intero cast che venisse dalla comunità LGBTQ+ invece, tra interpreti più conosciuti ma che non avevano avuto il giusto spazio - come Jim Rash e Dot-Marie Jones - e altri da scoprire, come Eve Lindley e Ts Madison. Non sono mancate le guest star newyorchesi come Debra Messing, che aveva partecipato a Billy on the Street, e ha accettato subito con gioia di partecipare nei panni di se stessa, una delle celebrità che sponsorizzano il museo LGBTQ+ perché è realistico che accada, e soprattutto perché "non aveva mai potuto imprecare sullo schermo" (ride).
Festa Del Cinema di Roma 2022: i 15 film (e serie tv) che aspettiamo di più