Cari lettori, eccoci di nuovo a scrivere di Bridgerton. Proprio come se fossimo in uno dei salottini di Lady Violet o Lady Danbury, tra una tazza di tè e un pasticcino, siamo ancora qui per valutare pro e contro di questo "matrimonio" con lo show più visto di Netflix. La terza stagione della popolarissima serie tv targata Shondaland è infatti ormai giunta a conclusione, dato che anche la seconda parte è finalmente approdata sulla piattaforma. Ma questo tanto agognato finale è valso l'attesa? Che impatto ha avuto sul resto della stagione e sullo show in generale? Riflettiamoci insieme in questa recensione finale di Bridgerton 3.
Tanto rumore per... Non abbastanza?
La terza stagione di Bridgerton, come è ormai noto anche agli eremiti in terre lontane, è stata quella dedicata ai Polin (Colin e Penolope), i personaggi interpretati da Luke Newton e Nicola Coughlan, e al trope Friends to Lovers. I due dopotutto si conoscevano da molti anni, da quando i Featherington si erano stabiliti nello stesso quartiere dei Bridgerton, portando così non solo a una grande amicizia tra Penelope ed Eloise (Claudia Jessie), ma anche alla nascita della cotta di Pen per Colin. Con il tempo, tuttavia, Penelope si stava sempre più rassegnando all'idea che tra lei e Colin non ci sarebbero potuti essere risvolti romantici, un concetto che le numerose avventure all'estero del terzo fratello Bridgerton avevano ancor più cementato, specialmente sul finire della scorsa stagione (in cui, gli spettatori ricorderanno, lo stesso Colin aveva pronunciato parole che ben poco facevano sperare gli shipper della coppia).
Ma nei romanzi di Julia Quinn da cui è tratta la storia, come ben sappiamo, l'amore troverà sempre il modo di trionfare, e non è spoiler dire che lo stesso, alla fine, accade anche nella serie tv. Per questo, per quanto altalenante potesse essere l'andamento del rapporto tra i due, sapevamo che al termine della stagione avremmo assistito a un lieto fine. Lieto fine che è sì arrivato, ma non senza qualche non del tutto necessario detour...
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Un finale ridondante?
Perché se gli episodi 5 e 6 preparavano il terreno per quello che sarebbe stato uno degli eventi chiave della stagione, ovvero il momento in cui Colin avrebbe appreso la vera identità di Lady Whistledown, gli ultimi due episodi avrebbero potuto gestirne meglio le conseguenze. In un tentativo di creare abbastanza attrito da poter prolungare i drammi fino agli sgoccioli e giocare sulle scene a effetto "al momento giusto", gli episodi 7 e 8 ci sono sembrati un tantino ridondanti, specialmente nelle interazioni tra i Polin (che un minuto sembrano essere giunti a una sorte di comprensione reciproca, mentre quello successivo ci si ritrova due passi indietro).
È ovviamente interessante vedere come viene portato avanti il tema dell'"utilità" e delle possibilità di una donna in una simile società, così come è sicuramente positivo il modo in cui Colin, da quasi invidioso del potere e delle capacità di Penelope/Whistledown, e preoccupato per il fatto di non essere in grado di poter proteggere la moglie e la famiglia ("E allora io a cosa servo?" le chiede durante un'animata discussione), riesca ad accettare di non dover fare necessariamente tutto lui, e anzi dar spazio e modo alla sua dolce metà di trovare la propria strada. Ma è gratuitamente tortuoso il percorso intrapreso per arrivarci, tanto che a volte vien da chiedersi quanti minuti di visione restino ancora...
Un luccichio che permane
Ma se abbiamo riscontrato un po' di fisiologica fatigue per alcuni aspetti - la stagione di Benedict, ad esempio, non arriverà mai troppo in fretta, perché vedere il personaggio Luke Thompson continuare ad avere relazioni casuali quasi unicamente per occupare il tempo è francamente stancante, specialmente considerandone il potenziale solo parzialmente espresso a livello narrativo -, la terza stagione di Bridgerton ci ha regalato anche gioie, non solo strettamente relative ai Polin (che, ad ogni modo, sono stati comunque una coppia molto apprezzata dai fan, e hanno avuto le loro scene iconiche, da quella della carrozza a quella dello specchio).
Tra gli sviluppi più degni di nota troviamo sicuramente quello della famiglia Featherington, in primis Portia (Polly Walker), vera rivelazione della stagione (specialmente nella seconda parte): tra momenti più grevi e altri carichi di ilarità ("Inserire dove?" -cit.) le donne di casa Featherington sono state fonte di grande intrattenimento in questa stagione, e forse ora proviamo anche un po' più di empatia nei loro confronti.
Fa piacere, poi, notare come anche a Lady Violet (Ruth Gemmell) venga ora riservato dello spazio al di fuori del suo ruolo da madre che deve dare in matrimonio la propria prole, come d'altronde a Lady Danbury (Adjoa Andoh). Riprendendo le fila di quanto visto nello spin-off sulla Regina Carlotta, che esplorava al contempo il passato della monarca e quello di due giovani Lady Violet e Lady Danbury, questi personaggi - complice l'arrivo di Daniel Francis nei panni del fratello di quest'ultima, Lord Marcus Anderson - hanno potuto vedere una felice progressione, e chissà che nella prossima stagione la famiglia Bridgerton non si allarghi anche su altri fronti...
Il percorso degli altri personaggi
E se ai piccoli di casa Bridgerton, Gregory e Hyacinth (Will Tilston e Florence Hunt) son stati riservati perlopiù momenti di comic relief (che ce li hanno comunque fatti apprezzare parecchio), e il Visconte Anthony con sua moglie Kate (Jonathan Bailey e Simone Ashley) hanno operato più come coppia veterana in supporto ai giovani, si può dire che sono state le sorelle di mezzo, Eloise e Francesca (Hannah Dodd) a tenere banco quando non erano i Polin i protagonisti della scena (Daphne ormai inesistente, di Benedict ne abbiamo già parlato).
Nel primo caso, è stato sicuramente emozionante vedere il graduale riavvicinamento tra Eloise e Penolope, tanto quanto forse è stato straniante assistere all'iniziale combo Eloise-Cressida (quest'ultima tra i personaggi più interessanti della stagione, a suo modo), ma siamo ancora qui a chiederci che fine abbia fatto un certo garzone. Hanno davvero deciso di eliminare del tutto una storyline sí inventata di sana pianta e non presente nei libri, ma che tanto successo stava riscuotendo tra critica e spettatori? Per Eloise, in ogni caso, nutriamo ancora buone speranze, in particolare dopo i risvolti dell'ultimo episodio, e ci auguriamo che, se la prossima stagione sarà quella di Benedeict, si continui comunque a costruire la sua storia fino a quella successiva.
Delusione o nuovo punto di partenza?
In conclusione parliamo di Francesca. La storyline della pianista di casa Bridgerton è probabilmente quella che più sta facendo discutere i fan dello show, vuoi perché sembra vivere di alti (pochi) e bassi (un costante sottotono, più che altro), vuoi perché, nell'ultimo episodio, sembrerebbe essere stato apportato un sostanziale cambiamento a uno dei personaggi chiave del libro a lei dedicato, modificandone dunque, almeno in parte, il possibile andamento. Decisione di cui avremo tempo e modo di commentarne meriti e demeriti quando si arriverà al suo sviluppo, ma che speriamo avrà sorti opposte rispetto a quella che era iniziata come una simpatica e anche rinfrescante storia d'amore con Lord John Stirling (Victor Alli), per quanto "tranquilla" (di certo forniva una differente visione sull'amore), e che invece con il tempo si è rivelata purtroppo abbastanza blanda e di scarso interesse.
Con il destino di metà famiglia ancora da determinare, la terza stagione di Bridgerton ci lascia soddisfatti a metà, seppur si tratti della metà che più conta, e con la curiosità di scoprire come gestiranno le future storyline Shonda e il resto del team produttivo-creativo. L'altra metà, tuttavia, quella che poteva essere accontentata ma non lo è stata del tutto, si chiede: riuscirà Bridgerton a non perdere lustro con il passare del tempo? Dopotutto, la stagione 4 arriverà non prima del 2026. Per allora lo show avrà ancora un pubblico così nutrito? E la magia di Bridgerton riuscirà a permanere, o si sta già affievolendo?
Conclusioni
La terza stagione di Bridgerton è riuscita a catturare l’attenzione del pubblico, che l’ha premiata con un nuovo record di visualizzazioni, ma non è un prodotto privo di difetti, ed è difficile non prenderne atto. Ciononostante, lo show continua a funzionare e a far sognare gli spettatori, seppur ci si chieda fino a quando ciò sarà possibile, e se anzi il fascino della ‘Ton non si stia pian piano dissolvendo… Troveremo le risposte nella prossima stagione?
Perché ci piace
- Coerenza formale e attenzione ai dettagli.
- Focus sui vari personaggi, non solo sui protagonisti dichiarati.
- Temi di un certo spessore affrontati con una leggerezza (per lo più) da non disdegnare.
- Giusto risalto ad alcuni tra i personaggi secondari in grado di tenere la scena.
Cosa non va
- Rischio esagerazione e saturazione.
- Sviluppo non del tutto soddisfacente di alcune storyline.
- Episodi finali dalla qualità altalenante.