Al grido di "Watanka" i Braccialetti Rossi hanno conquistato il Giffoni Film Festival. A dispetto della pioggia battente, migliaia di fan hanno atteso ore pur di vedere dal vivo i sei protagonisti: Mirko Trovato (Davide, il bello), Carmine Buschini (Leo, il leader), Brando Pacitto (Vale, il vice-leader), Aurora Ruffino (Cris, la ragazza del gruppo), Pio Luigi Piscicelli (Tony, il furbo) e Lorenzo Guidi (Rocco, l'imprenscindibile).
Festa grande, quindi, per i giovani interpreti accompagnati dal regista Giacomo Campiotti, il produttore Carlo Degli Esposti, il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta e con Albert Espinosa, autore del romanzo che ha ispirato la serie spagnola Pulseras Rojas.
Nonostante i sei milioni di spettatori in media per le puntate della prima stagione, gli attori rimangono senza parole davanti all'affetto del pubblico. "Che bella sensazione - dice Mirko Trovato - non sapevo cosa sarebbe accaduto con la fiction e invece ci è andata bene e siamo contenti". La tematica è delicata ma il regista ha saputo bilanciare i toni: "Per quattro mesi siamo stati sul set - racconta - a girare storie emotivamente pesanti, dovevamo sdrammatizzare e ci siamo impegnati tanto. Mai è successo nella mia carriera che un gruppo di attori non dimenticasse le battute: questi ragazzi ci sono riusciti, anzi quando i colleghi adulti avevano qualche vuoto subentravano loro, ricordando a memoria anche le parti degli altri. E ora quella bellissima onda d'amore che abbiamo generato sta girando tutta l'Italia".
Pura follia
E pensare che inizialmente nessuno avrebbe voluto puntare su un gruppo di adolescenti gravemente malati: in prima serata su Rai Uno uno di loro, Davide, muore. Un'operazione delicata e rischiosissima, su cui invece Carlo Degli Esposti ha investito da subito: "Quando ero a Madrid sentivo gli spagnoli parlare della seconda puntata di questa fiction, sono rimasto in albergo a guardarla e non me ne sono andato dal Paese finché una settimana dopo non ne ho ottenuti i diritti. Eleonora Andreatta ne ha visto un episodio nel mio ufficio con rudimentale traduzione simultanea di una mia collaboratrice. Mi ha detto subito: 'Si fa'. Potevamo esser presi per pazzi a proporre la storia di un ragazzo in coma, una anoressica, uno senza gamba eppure eccoci qui".
Una giurata del festival, con alle spalle una recente degenza in ospedale, ha contestato l'eccessiva indulgenza rispetto alla realtà della sanità italiana: "La storia - spiega Albert Espinosa - è basata sui miei dieci anni da malato: ho perso una gamba, un polmone, un po' di fegato. Il mio intento era raccontarne l'essenza, il resto sono dettagli. Volevo mostrare che una qualsiasi perdita può diventare una vittoria, per questo non mi sento diverso ma unico".
Emozioni reali
Il percorso di trasformazione nei personaggi non è stato indolore: "Siamo diventati Braccialetti rossi - dice Carmine Buschini - quando abbiamo perso la nostra criniera. Farlo insieme, il primo giorno, in spiaggia, è stato emozionante anche se un po' traumatico. Il taglio dei capelli in fondo ci ha aiutato a calarci nel ruolo. Prima delle riprese c'è stato un grande lavoro psicologico perché ci guardavamo e saltavano fuori dubbi e domande". Il pubblico ha risposto subito al loro impegno: "Riceviamo tantissimi messaggi - racconta Aurora Ruffino - ma uno mi ha colpito in modo particolare. Era un ragazzo malato che per la prima volta è tornato a scuola e non si è sentito più emarginato dai compagni, ma finalmente normale. Prima di partecipare al Giffoni abbiamo visitato il reparto oncologico di Salerno tutti insieme, alcuni ragazzi erano gravi ed è stata un'esperienza molto forte". "A loro - dice Mirko Trovato, che tornerà nella seconda stagione anche se Davide è morto sotto i ferri nella prima - dico di non smettere mai di credere e di andare avanti". "E' stata la parte più bella - concorda Brando Pacitto, sul blu carpet con un piede ingessato - regalare con la fiction la speranza di lottare a ragazzi che non stanno bene". "Sul set - spiega Pio Luigi Piscitelli - ci siamo commossi sul serio, forse per questo abbiamo trasmesso tante emozioni. Io, per esempio, ho pianto tanto".
Quel brio in più
"Il mio personaggio - scherza il piccolo Lorenzo Guidi - non lo cambierei con quello di nessun altro. Ero l'unico che si svegliava alle sei e mezzo per poi tornare a letto". I compagni sono d'accordo: da Carmine Buschini ("Vero, anch'io avrei interpretato volentieri Rocco") a Brando Pacitto: "Una dormitina me la sarei fatta anch'io". Molti di loro hanno debuttato su questo set: "E' stato un grande inizio - dice con orgoglio Carmine Buschini - e mi piacerebbe continuare". Ognuno ha idee e gusti cinematografici diversissimi. Aurora Ruffino avrebbe voluto interpretare la bambina di Anna dei miracoli: "Lo considero il mio film preferito, è meraviglioso il racconto di questa ragazza cieca che non vuol comunicare con le parole". "Io, invece - dice Pio Luigi Piscitelli - ho recitato una scenetta di Natale in casa Cupiello e avrei voluto partecipare davvero alla pellicola perché mi piace molto Eduardo De Filippo". "A me non sarebbe dispiaciuto - spiega Mirko Trovato - fare il protagonista di Mamma, ho perso l'aereo. L'ho visto trenta mila volte!". "Se fossi nato femmina - conclude Brando Pacitto - avrei optato per La vie en rose".