Books of Blood, la recensione: il film ispirato ai racconti di Clive Barker che non spaventa né sconvolge

La recensione di Books of Blood, il film disponibile su Star di Disney+ ispirato alle raccolte di racconti di Clive Baker, i Libri di Sangue.

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Books of Blood: una scena

Nel mondo della letteratura horror la serie di raccolte di racconti di Clive Baker, dal titolo Libri di Sangue, è da sempre considerato un piccolo caposaldo del genere. Dalla notizia che ne sarebbe stato tratto un ulteriore adattamento (alcuni dei racconti sono già stati trasposti per lo schermo in passato) ne è derivato un certo clamore, prima l'idea era di farne una una serie tv - progetto decisamente ambizioso - poi un lungometraggio, magari capostipite di un franchise. Come vedremo in questa recensione di Books fo Blood, arrivato su Hulu e qui da noi sul canale Star di Disney+, pur cercando di rendere onore al materiale di partenza, il regista Brannon Braga fatica ad attribuire un'identità ben precisa al suo film, che a visione ultimata poco si allontana da una raccolta di episodi qualsiasi de I racconti della cripta, non così spaventoso né sconvolgente come qualcosa tratto dalla bibliografia di Baker meriterebbe.

Tre sono le storie che prendono vita sul piccolo schermo, ma solo una è direttamente ispirata ad uno dei racconti dei Libri di Sangue: ognuna è incentrata su un diverso personaggio, la cui vicenda si intreccia in qualche modo a quella degli altri. Questo tipo di struttura, che cerca di rispecchiare quella dei libri, ha l'inevitabile conseguenza di non approfondire nessuno dei protagonisti, che si ritrovano a portare avanti una trama piatta e poco coinvolgente, assolutamente priva di guizzi narrativi e di momenti veramente angoscianti. Un adattamento televisivo che ci ricorda i prodotti per il piccolo schermo - di qualità non particolarmente eccelsa - che avevano successo negli anni Ottanta, e che difficilmente potrà farsi apprezzare tanto da chi si approccia a questo film sparando in un horror spaventoso o per lo meno angosciante, quanto da quei fan di Barker alla ricerca di tutt'altre atmosfere.

Tre racconti che si intrecciano

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Books of Blood: una scena del film horror

Come dicevamo al centro di Books of Blood troviamo tre storie che si intrecciano: quella che apre e chiude il film ruota attorno a una coppia di killer alla ricerca di un misterioso libro, i Libri di Sangue appunto, e vengono indirizzati in un luogo isolato e misterioso, su cui girano strane storie. Un altro dei protagonisti è Jenna (Britt Robertson), una ragazza che sta cercando di dimenticare un traumatico episodio del suo passato e, decisa a non prendere più le medicine che i suoi genitori vorrebbero obbligarla ad ingurgitare (la giovane soffre di misofonia, un'intolleranza a certi rumori), scappa di casa. La prima tappa del suo viaggio sarà in uno sperduto paesino (dove incrocia i due killer dell'inizio) e si ritrova a dormire in un apparentemente idilliaco B&B, gestito però da una coppia anziana molto particolare (e a tratti inquietante).

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Books of Blood: Anna Friel durante una scena

L'altra storia, infine, è l'unica liberamente ispirata al racconto di Baker: Mary (Anna Friel) è una stimata professoressa specializzata nello smascherare finti medium, un giorno però viene avvicinata da un ragazzo, Simon (Rafi Gavron) che dice di saper parlare con i morti, in particolare con il figlio della donna, scomparso da poco. Mary questa volta è sicura che non si tratti di un impostore, ma Simon nasconde un lato oscuro...

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Alcuni idee buone ci sono ma...

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Books of Blood: Yul Vazquez in una scena

Come vi anticipavamo Books of Blood fatica a catturare lo spettatore, che da una parte non riesce ad empatizzare con i personaggi (il tempo per farlo è davvero poco, solo Britt Robertson riesce a spiccare con la sua interpretazione) dall'altra a farsi trascinare da una storia né particolarmente interessante né spaventosa. Alcune idee buone ci sono, certe sequenze sono ben costruite e ricreano le atmosfere che solitamente le opere di Baker riescono ad evocare (il B&B ci ha riportato alla mente Hellraiser), ma Books of Blood offre poco altro, e difficilmente potrà restare impresso e a colpire gli appassionati di horror (ma anche chi solitamente non si approccia a questo genere).

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Books of Blood: Britt Robertson in una scena

È proprio il tono generale della narrazione infatti a deludere, Books of Blood non è mai veramente inquietante né terrificante, le sue storie sanno di già visto e non si riesce a rendere il giusto onore al materiale letterario a cui si ispira. Peccato, perché, il racconti di Baker potrebbero - come è già stato dimostrato in passato - essere alla base di film davvero da brivido.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Books of Blood sottolineando come si tratti di un film né particolarmente spaventoso né inquietante, come un prodotto tratto dai libri di Clive Baker meriterebbe.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.9/5

Perché ci piace

  • La storia parte da delle premesse - seppur non particolarmente originali - interessanti.
  • Britt Robertson funziona molto bene nel ruolo.
  • Alcune sequenze sono molto ben costruite.

Cosa non va

  • Il film non è né particolarmente spaventoso né inquietante.
  • I personaggi sono poco approfonditi.
  • La storia non riesce a coinvolgere lo spettatore.