Vibrazioni analogiche, la cultura latina, i veri superpoteri. Fate spazio, al cinema è arrivato un nuovo supereroe. Chi? Jaime Reyes aka Blue Beetle. Il personaggio, targato DC Comics, è uno dei più "antichi" dei fumetti. La prima comparsa risale al 1939, sulle pagine di Mystery Men Comics della Fox Comics, vidimato da Charles Nicholas Wojtkowski. Passando di editore in editore, nel 1983 è stato acquisito da DC, sputando regolarmente tra i membri della Justice League. E poi?
E poi eccoci nel 2006, quando è stato introdotto come alter-ego del messicano Jaime Reyes, che in Blue Beetle è interpretato da Xolo Maridueña. A dirigere il film, il portoricano Ángel Manuel Soto, mentre la sceneggiatura è firmata da Gareth Dunnet-Alcocer. Blue Beetle è una vera e propria origin story, portando in risalto la cultura latina e messicana. "Volevamo proteggere l'autenticità della nostra cultura", spiega Ángel Manuel Soto nella nostra video intervista: "L'autenticità di ciò che siamo come cultura. C'è la famiglia Reyes, e lo sceneggiatore è messicano. Questo ha aiutato, proteggendo l'onestà. Anche nel trovare il legame con le nostre culture, essendo io di Porto Rico. Possiamo essere supereroi senza cambiare noi stessi".
Blue Beetle: video intervista ad Ángel Manuel Soto
Ma chi è Jaime Reyes? Un ragazzo neolaureato tornato a Palmera City (location immaginaria del Texas), che si ritrova per le mani un'antica reliquia di tecnologia aliena, lo Scarabeo. Diventerà il suo simbionte, acquisendo poteri incredibili. Tuttavia, è il calore della sua famiglia rendere Jaime un ragazzo speciale: "Jaime non sarebbe un bravo ragazzo senza la sua famiglia. Non solo dal punto di vista spirituale, ma anche fisico. Lo hanno soccorso e salvato, senza avere superpoteri. Sebbene sia untile avere un'arma potente nel proprio zaino, non è necessario avere i superpoteri per essere un eroe", prosegue Angel Manuel Soto.
Blue Beetle, la recensione: un ottimo cinecomic nel segno della latin culture
Vibrazioni e nostalgia Anni Novanta
Blue Beetle, attualmente slegato dal DC Extended Universe, vanta la presenza di Paweł Pogorzelski, uno dei più grandi direttori della fotografia. "Paweł è uno dei migliori", spiega il regista. "Mi piace la sua sensibilità. La chiamo, sensibilità polacca al cinema. È versatile, e ha lavorato a film incredibili... da Hereditary a Fresh, fino a Beau ha Paura. Sente la storia che dipinge. E la dipinge con la luce. Il nostro legame era semplicemente perfetto. Si è legato alla sceneggiatura latina, anche se polacco. Questo dice molto sul potere del cinema".
Proprio la fotografia, come la messa in scena, suggeriscono un approccio analogico, facendo diventare Blue Beetle un cinecomic nostalgico e ricco di references anni Novanta. E lo conferma lo stesso Ángel Manuel Soto: "Ci sono vibrazioni analogiche e Anni Novanta. Volevamo concentrarci sulla nostalgia. Sui film che ci hanno reso le persone che siamo, e sui film che mi hanno reso regista. Non solo nelle scene, ma nell'estetica complessiva. Abbiamo ricreato la vaporosa onda della nostalgia anni Ottanta e Novanta".