Raccontare un'icona del calibro di Marilyn Monroe non è di certo cosa semplice e forse anche per questo Blonde era uno dei film più attesi di questa Mostra del Cinema di Venezia. Tratto dal romanzo di Joyce Carol Oates, il film di Andrew Dominik racconta la dolorosa vita della star di Hollywood, dall'infanzia fino alla morte, ripercorrendo le tappe più dolorose della sua esistenza. Ciò che aspettano tutti, però, è finalmente vedere l'interpretazione che Ana de Armas è riuscita a dare di un personaggio così complesso e tormentato, di una donna che nella vita ha conosciuto un successo sfolgorante ma che forse non ha ricevuto veramente l'affetto e il riconoscimento che effettivamente avrebbe meritato, incastrata in quel ruolo di femme fatale, di bionda giuliva che per nulla rispecchiava il suo vero essere. Durante l'incontro stampa, regista e cast hanno parlato dell'esperienza sul set e della rappresentazione di Marilyn Monroe come celebrità ma sopratutto come donna.
Il sogno di raccontare Marilyn Monroe
Andrew Dominik ha da subito parlato della gestazione del film, un processo che ha richiesto diversi anni e a cui ha pensato per lungo tempo: "Alcune cose hanno una emotività, ci sono dei progetti che mantengono viva la tua attenzione e probabilmente Blonde non mi lascerà mai andare. Abbiamo cominciato a girare il film il 4 agosto, l'anniversario della morte di Marilyn Monroe. Non era pianificato e mentre giravamo quel primo giorno eravamo nell'appartamento in cui lei veramente aveva vissuto con sua madre, e nella scena della morte ci trovavamo nella casa in cui lei era morta. Ci sono tracce di Marilyn ovunque a Los Angeles, è stato quasi come una seduta spiritica." Per quanto riguarda la scelta di Ana de Armas come interprete protagoista il regista ha spiegato: "L'ho vista in un film chiamato Knock Knock e ho pensato potesse essere perfetta, le assomigliava molto. Poi ci sono voluti un paio di anni per organizzare l'incontro ma è stato amore a prima vista."
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Vestire i panni di un'icona
Una commossa Ana de Armas ha parlato del lungo percorso che l'ha portata ad interpretare un'icona: "È stato un processo lungo e immersivo. Non ero molto consapevole della figura di Marilyn, si è rivelata una grande esperienza di apprendimento iniziando con il libro e poi con la sceneggiatura. Vediamo momenti intimi e personali, quando lei era a telecamere spente, e volevamo essere molto dettagliati nel ricreare quei momenti. Volevo anche rendere la donna reale che c'è dietro quel personaggio creando un collegamento con il suo dolore e il suo trauma. Marilyn Monroe era una donna come me, aveva la mia stessa età, era un'attrice. È stato un progetto che mi ha richiesto di aprirmi, arrivando in luoghi di vulnerabilità e oscuri, ed è lì che ho trovato un collegamento con lei." L'attrice ha poi aggiunto: "Credo che la maggior parte del film si concentri sulla figura di Norma Jean anche se poi ovviamente Marilyn è presente, perché in fondo sono la stessa persona, ma bisognava trovare un equilibrio tra queste due anime. Credo che i due personaggi avessero bisogno l'uno dell'altra, che si alimentassero a vicenda. Avevo un collegamento molto forte con entrambi i volti di Marilyn dal punto di vista emotivo."
La presenza di Marilyn
Come abbiamo già accennato, alcune parti del film sono state girate nei luoghi dove la diva ha effettivamente vissuto e questo aspetto sembra aver colpito ed influenzato tutta la troupe al lavoro al film. Ana de Armas ne ha infatti parlato: "Sono successe così tante cose a tutti noi durante le riprese che credo fermamente che lei fosse molto vicina a noi. Abbiamo sentito un grande rispetto nei suoi confronti e tutta la crew voleva rendere giustizia al suo personaggio. Essere negli stessi luoghi da lei frequentati e girare nella stessa casa da lei abitata ha dato sensazioni molto forti, c'era qualcosa nell'aria, penso che lei approvasse ciò che facevamo." La de Armas ha poi raccontato cosa le ha lasciato questa esperienza: "Ho imparato a essere più empatica e avere più rispetto verso gli attori che si trovano in queste situazioni. Nessuno è pronto per vivere sotto una pressione del genere, ciò che le persone pensano che tu debba essere. Ho imparato tutto questo e per quanto mi riguarda ho capito che devo proteggermi di più e non mettermi in determinate situazioni, capendo che lei era anche una persona molto forte. Ho fatto questo film come dono a me stessa, non per far cambiare l'idea che gli altri hanno di me."