Recensione Bleach: il live action che supera le aspettative

La recensione di Bleach, il live action Netflix tratto da uno dei manga più amati dell'intero panorama del fumetto giapponese.

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Bleach: un'immagine di Ichigo

È arrivato finalmente su Netflix il live action di uno dei manga (e anime) più amati dagli appassionati di fumetti: Bleach. Il manga, scritto e illustrato da Tite Kubo, è stato pubblicato dal 2001 sulla celebre rivista Weekly Shonen Jump che vanta il merito di aver portato alla fama grandi titoli quali Naruto, One Peace, Slam Dunk, Death Note, Dragon Ball, Saint Seya, solo per citarne alcuni, e che è sicuramente una delle riviste di settore più famose e ricercate sia in patria che all'estero. Dai noi il manga è giunto solo qualche anno più tardi, nel 2006, grazie a Planet Manga (Panini Comics) con cadenza trimestrale.

Il protagonista è Ichigo, un liceale con il dono di poter vedere e parlare con gli spiriti che, occasionalmente, cerca di aiutare a trovare serenità. Questo suo potere non passerà a lungo inosservato e una sera in camera sua appare una giovane ragazza in abiti tradizionali che brandisce una spada. Lei è Rukia, uno Shinigami giunto nel nostro mondo con la missione di uccidere un Hollow, ovvero uno spirito maligno molto potente, che farà irruzione nella casa del protagonista per nutrirsi della sua anima. Durante il combattimento, però, la giovane Shinigami per evitare di avere la peggio propone ad Ichigo un patto: lo trafiggerà con la sua spada facendo diventare lui stesso un dio della morte. Il ragazzo pressato dalle circostanze accetta, la ragazza perde così però i suoi poteri che potrà riacquistare solo una volta che Ichigo sarà diventato più forte. Inizia qui una storia che rimarrà sempre in bilico tra ironia ed epicità, incredibilmente amata da molti fan sparsi per il mondo.

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Bleach: i protagonisti

Adattare una trama non semplice

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Bleach: Renji Abarai

Il live action ricalca piuttosto fedelmente almeno gli avvenimenti iniziali per poi seguire per grandi linee la trama principale, effettuando una necessaria compressione degli eventi al fine della breve durata del film. Nella maggior parte dei casi è stata proprio questa necessità di riassumere trame molto grandi, complesse e di lunga durata a rendere gli adattamenti di poca qualità, snaturando di frequente l'opera da cui erano tratti e finendo per scadere in finali frettolosi o eventi poco coerenti e credibili. Non è il caso di Bleach. Le carte in tavola sono state mischiate, è vero, ma in modo sapiente e credibile lasciando intatto lo spirito originale dell'opera, selezionando con cura gli avvenimenti da mostrare, i personaggi da svelare. All'inizio la trama non è frettolosa, si prende i suoi tempi per far chiarezza su ciò che è necessario per la comprensione della storia anche a chi il manga non l'ha mai letto e decide di procedere alla visione esclusivamente per godere di un film leggero e divertente. È stato, infatti, lo stesso Tite Kubo a supervisionare ed adattare la sceneggiatura assicurandosi che la storia che lui stesso aveva concepito non venisse stravolta.

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A che punto siamo?

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Bleach: Miyavi interpreta il fratello di Rukia

Come già accennato, più il film va avanti, più è stato necessario allontanarsi dall'ordine degli eventi seguito dal manga che, essendo ancora in corso vanta un numero veramente considerevole di volumi. Apprezzata quindi la scelta di non considerare l'opera in toto (sarebbe probabilmente anche stato impossibile) per concentrarsi sui primi volumi e quindi sulla genesi delle vicende narrate e del personaggio di Ichigo Kurosaki. Ci vengono mostrati i suoi cambiamenti, il crescere delle motivazioni che lo spingono, la presa di coscienza e la determinazione che lo contraddistinguono, con i tempi giusti e senza strafare. Un personaggio che invece è stato dipinto in modo piuttosto superficiale è proprio quello di Rukia Kuchiki. La giovane Shinigami ha poco mordente se paragonata al protagonista, non capiamo a fondo le motivazione che la spingono ma sopratutto ha poco margine di azione. È forse questa l'unica colpa di una sceneggiatura che fa il suo dovere ma lascia indietro uno dei personaggi principali, chiave per le future avventure di Ichigo.

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Un crescendo d'azione

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Bleach: Ichigo in azione

Seppur nel complesso il live action di Bleach non sia esente da difetti, questi ci sembrano comunque perdonabili a fronte di un adattamento sicuramente non facile che garantisce allo spettatore la giusta dose di azione, lasciando, forse, da parte un po' dell'ironia del manga a favore di un ritmo sostenuto di eventi che si susseguono in un crescendo, interrotti da qualche furbo flashback per rendere più immediata la comprensione di alcune dinamiche appartenenti all'infanzia del protagonista. A chi potrebbe piacere il film di Bleach? Potenzialmente a tutti coloro che amano l'azione, l'adrenalina, la mitologia giapponese, ma sopratutto il magnifico manga da cui è tratto; ma non temete, se non avete mai aperto un volumetto e siete totalmente a digiuno della storia si rivelerà un film godibile e divertente, quindi rilassatevi sul divano, prendete gli snack e buona visione!

Movieplayer.it

3.5/5