Uno dei film più attesi del 2017 è, manco a dirlo, un sequel; ma Blade Runner 2049non è un sequel come tanti altri. La gestazione lunga e complessa, gli sforzi irriducibili del regista dell'originale Blade Runner, Ridley Scott, che oltre ad aver firmato quel paio di capolavori è anche un produttore instancabile e avveduto, l'attenzione dedicata alla scelta di crew tecnica e cast artistico da capogiro ci hanno portato a questa release pieni di curiosità e di una fiducia ben riposta.
Blade Runner 2049 è un remake d'autore, e questo autore, Denis Villeneuve, l'abbiamo incontrato a Roma in occasione di un tour promozionale durante il quale non ci è stato concesso di vedere il film in anteprima, per evitare di fare trapelare informazioni su una trama che riserva di certo molte sorprese. Già confortati dall'impegno della produzione, e incuriositi dalla bellezza visiva dei due trailer - complice la maestria di Roger Deakins, siamo stati definitivamente conquistati alla causa dal regista canadese, dal suo amore per il film originale e dalla purezza e ricchezza della sua visione.
Leggi anche: Blade Runner 2049, la recensione: un sequel all'altezza non è fantascienza
La sfida impossibile
"Blade Runner è un capolavoro, è impossibile pensare di riprodurre qualcosa del genere", ha detto in conferenza stampa il regista di Arrival e Sicario. "Ho affrontato una sfida senza precedenti, ma questo in un certo senso mi ha dato tranquillità. Credo di poter dire che considero Blade Runner 2049 il mio miglior film". E voi, non siete ancora convinti? Allora state a sentire cosa ci hanno raccontato lui e la brava Sylvia Hoeks sul mondo futuribile di Blade Runner e sull'arte di interpretare replicanti...
Leggi anche: Blade Runner: 10 intuizioni di un capolavoro non replicabile