Black Mirror 5x02, la recensione di Smithereens: su Netflix, l’incubo del futuro è già presente

La recensione di Black Mirror 5x02 Smithereens, che sfrutta tecnologie già consolidate dei nostri giorni per creare tensione.

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Black Mirror 5: una foto di Smithereens

Con il suo episodio 5x02, Smithereens, Black Mirror 5 si guarda intorno piuttosto che in avanti, al nostro presente piuttosto che a un possibile futuro, sfruttando tecnologie già esistenti e funzionanti nella nostra società per fornire riflessioni e creare tensione. L'episodio disponibile su Netflix è infatti un thriller, un piccolo film che analizza e accusa il mondo che ci circonda in modo sottile e riuscito, assestandosi in quella che è stata la linea delle ultime stagioni della serie britannica, a detta di molti ammorbidita rispetto alle prime dirompenti apparizioni, laddove è invece maturata cambiando consciamente il modo in cui punta l'indice contro le (possibili o reali) derive della nostra realtà, come abbiamo sottolineato nella nostra recensione senza spoiler di Black Mirror 5. Contrariamente a quanto fatto nel primo articolo appena segnalato, in questa recensione di Black Mirror 5x02 - Smithereens ci sentiremo liberi di fare spoiler e accennare a dettagli del suoi sviluppo per poter ragionare insieme sui suoi temi e il suo contenuto.

La trama di Smithereens e l'incubo nel presente

La trama di Black Mirror 5x02 - Smithereens prende il via da un servizio di Car Sharing, che tanto ricorda Uber, e colui che se ne occupa. Chris, agitato e stressato, sembra un conducente come tanti, ma comprendiamo subito che il suo primario interesse non si focalizza sul lavoro in quanto tale, ma su una importante azienda, la Smithereens del titolo. Chris gravita attorno alla loro sede, pronto a fornire i suoi servizi ai suoi dipendenti e speranzoso di intercettare un dirigente d'alto profilo a scopo rapimento. Ed è quello che fa quando gli capita l'occasione di dare un passaggio a un giovane brillante e ben vestito che ritiene essere una figura di rilievo della Smithereens, che conduce in un luogo isolato e minaccia con una pistola per ottenere il proprio scopo. Chris punta in alto, ha un piano e un obiettivo: vuole entrare in contatto con il titolare dell'azienda, colui da cui tutto è iniziato, il suo fondatore Billy Bauer, l'equivalente del Mark Zuckerberg di Facebook.

Chris, vittima social(e)

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Black Mirror: Andrew Scott in un'immagine dell'episodio Smithereens, quinta stagione

Perché a Facebook (ma anche Twitter, Instagram e gli altri social media che segnano le nostre esistenze quotidiane), si ispira la Smithereens con la sua popolare quanto fittizia piattaforma social, strumento che il protagonista dell'episodio Chris ritiene colpevole di aver rovinato la sua vita. Ad esso, al suo utilizzo e abuso tra quotidianità e dipendenza, Chris attribuisce la colpa di un incidente verificatosi alcuni mesi prima, nel quale ha perso la vita la sua fidanzata, rovinando per sempre la sua esistenza. Una sofferenza che serpeggia in tutta l'intensa interpretazione di Andrew Scott, ma esplode nell'intenso confronto telefonico conclusivo con l'altra star dell'episodio, l'altrettanto bravo Topher Grace che oscilla tra l'ostentata sicurezza e le intime fragilità della figura di Billy Bauer.

Dai social media al car sharing, la tecnologia è cattiva?

Come già avvenuto in passato, Charlie Brooker non punta l'indice accusatore nei confronti della tecnologia. Non solo, almeno, perché il messaggio che passa da un episodio come Smithereens, così come da altri di Black Mirror, è che è l'utilizzo (ossessivo ed eccessivo, sbagliato e fuori controllo) di una tecnologia a rappresentare un problema e un pericolo piuttosto che essa stessa nella sua neutra natura. Il Chris di Scott accusa se stesso e la gente, compresi noi spettatori, di subire la piattaforma social della Smithereens come automi o tossici, senza volontà o forza di liberarci. Ciechi fino a quando qualcosa di traumatico non arrivi ad aprirci gli occhi.
Lo stesso vale per i pericoli insiti in un servizio di Car Sharing, in cui ci mettiamo letteralmente in balia di uno sconosciuto contattato online, così come altri pericoli della modernità solamente accennati nella storia di questo episodio, dall'annullamento del concetto di privacy e il pericolo di poter essere spiati che si cela minaccioso in molti dei servizi che usiamo quotidianamente.

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Black Mirror: Monica Dolan, Daniel Ings in un'immagine dell'episodio Smithereens, quinta stagione

Ancora una volta Black Mirror colpisce nel segno, sia dal punto di vista della riflessione socio-tecnologica, sia dal punto di vista del coinvolgimento emotivo e della costruzione delle tensione, con un episodio che funziona come piccolo thriller a sé ma sa proporre uno sguardo profondo e intelligente al mondo che ci circonda.

Conclusioni

In conclusione di questa recensione di di Black Mirror 5x02 - Smithereens non possiamo che confermare la sensazione di maturità che caratterizza alcuni sviluppi delle ultime stagioni della serie britannica, capace di creare tensione in riuscite storie thriller e allo stesso tempo proporre uno sguardo profondo e interessante sulle derive (presenti e future) della realtà in cui viviamo. Ottima la prova di Andrew Scott nei panni del protagonista Chris, ma anche di un Topher Grace presente solo nella parte conclusiva.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • Lo sguardo al nostro presente e i suoi tecnologici pericoli.
  • La prova del protagonista Andrew Scott, ma anche del comprimario illustre Topher Grace.
  • La costruzione da thriller, capace di reggersi sulle proprie gambe come un film a sé.

Cosa non va

  • Manca, come in molti casi delle ultime stagioni, quella capacità di colpire con potenza delle prime apparizioni. Ma è una scelta consapevole.