Bla Bla Baby, la recensione: Sembra Senti chi parla, ma non è…

La recensione di Bla Bla Baby: il nuovo film di Fausto Brizzi, al cinema dal 7 aprile, parte da un presupposto fantastico, che un uomo riesca a capire che cosa dicono i bambini, e costruisce sopra una storia tra commedia romantica e cartoon.

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Bla Bla Baby: Alessandro Preziosi e Massimo De Lorenzo in una scena

"Ogni favola è un gioco, è una storia inventata, ed è vera soltanto a metà", canta Edoardo Bennato sui titoli di coda. La recensione di Bla Bla Baby, il nuovo film di Fausto Brizzi in uscita al cinema il 7 aprile, inizia dalla fine. Perché le parole di Edoardo Bennato ci spiegano in qualche modo che cos'è Bla Bla Baby: un gioco, una storia che parte da un presupposto fantastico, che un uomo riesca a capire che cosa dicono i bambini, e ci costruisce sopra una trama, neanche troppo scontata. È una storia inventata, certo, ed è vera soltanto a metà. Nel senso che ci racconta molte situazioni reali in cui i genitori si trovano con i loro bimbi piccoli, ma poi prende i bambini e fa fare cose possibili solo nei cartoni animati. Bla Bla Baby è questo: un cartoon fatto con attori, una commedia sentimentale, anche un po' action e heist movie. A conti fatti, un film per famiglie che in Italia non si fa molto spesso.

Luca, alzarsi un giorno e sentire le voci

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Bla Bla Baby: Chiara Noschese, Alessandro Preziosi e Maria Di Biase in una scena

Luca (Alessandro Preziosi), quarantacinque anni è un ex surfista che lavora in un asilo nido aziendale, quello dell'azienda ecologica Green Light, e ogni giorno, insieme alle sue colleghe, teme l'arrivo dei bambini e i loro continui pianti. Una sera, a casa dell'amico e scienziato Ivano (Massimo De Lorenzo), mangia un omogeneizzato alla platessa "contaminato" e appena ritirato dal commercio. E teme il peggio. In fondo, un ragazzo che venne morso da un ragno ha acquisito dei superpoteri. Ma che superpotere avrà Luca? Lo scopre il giorno dopo all'asilo: è sentire le voci. Ma non nel senso che è impazzito. No, sente le voci dei bambini. E così capisce che cosa chiedono: chi vuole bere, chi ha fatto un brutto sogno e vuole essere preso in braccio, chi deve farei bisogni. i bambini, poi, parlano forbito e usano in congiuntivi. Capita, se la madre ha due lauree. La mamma di uno dei bambini (Matilde Gioli) sembra entrare nel cuore di Luca...

Remake di Senti chi parla? Non lo è

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Bla Bla Baby: Maria Di Biase in una scena

Bla Bla Baby potrebbe sembrare un remake non dichiarato di Senti chi parla. Ma in fondo è molto diverso da quel film. In Senti chi parla le voci dei bambini non erano effettive, gli adulti in scena non le sentivano. Erano solo una traduzione dei loro pensieri, ad uso e consumo di noi spettatori, che eravamo gli unici ad ascoltarle. È come se noi, come dei narratori onniscienti, potessimo leggere loro nel pensiero, non certo chi stava accanto a loro. L'uso della parola, poi, era essenzialmente comico. Di qui l'idea, nell'adattamento italiano - fortunato dal punto di vista del richiamo e degli incassi - di usare voci comiche famose, come quella di Paolo Villaggio, e poi Anna Mazzamauro e Renato Pozzetto. Bla Bla Baby è qualcosa di molto diverso. Intanto c'è un personaggio che sente davvero i bambini, è consapevole di sentirli, così come i bambini sono consapevoli di essere ascoltati. Questo fa sì che tra il protagonista e i piccoli ci sia un vero dialogo, uno scambio di opinioni. E questo fa sì che le parole dei bambini non siano semplici gag, ma contribuiscano a far sì che i bambini entrino nella trama.

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Bla Bla Baby: Alessandro Preziosi in una scena

La commedia sentimentale, il territorio di Fausto Brizzi

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Bla Bla Baby: Massimo De Lorenzo in una scena

Bla Bla Baby è davvero un altro film rispetto a Senti chi parla. Perché se quello era sostanzialmente una farsa e una commedia slapstick, il trattamento di Bla Bla Baby sposta il film verso il territorio che a Brizzi è più congeniale, cioè quello della commedia sentimentale. Brizzi in questi anni di carriera l'ha declinata in vari modi. in modo più nostalgico, più volgare, più sexy, più amaro. Non è subito chiaro, ma il film di Brizzi è in fondo una classica commedia a due, la storia del tentativo di Luca di conquistare l'amata, con il piccolo, geloso e protettivo, ad essere prima ostacolo e poi alleato. Certo, c'è anche una sottotrama, quella del tentativo, un po' subdolo e un po' meschino, di creare un'app che permetta ai genitori di capire che cosa hanno in mente i figli, che diventa heist movie a action quando è chiaro che De Bortoli (Cristiano Caccamo), il numero uno della Green Light, ha in mente un piano losco.

Bla Bla Baby funziona come un cartone animato

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Bla Bla Baby: una scena della commedia

Quello che lascia un po' perplessi è Il fatto è che i bambini ragionino e parlino come degli adulti. Non solo usano i congiuntivi, ma fanno dei ragionamenti propri dei più grandi. È un po' come il protagonista di Baby Boss, che è a tutti gli effetti un adulto in un corpo da bambino. Potremmo dire che tutto questo è poco credibile, ma che senso avrebbe dirlo? In un film come questo, la sospensione dell'incredulità è tutto. È un gioco, come dicono le parole di Edoardo Bennato. Ma è anche vero che, una volta creato, un mondo fantastico deve avere le sue regole. In fondo, Bla Bla Baby è un film che funziona come un cartone animato. I bambini non solo parlano e ragionano come adulti, ma sono in grado anche di diventare una squadra d'assalto, al motto di "Io sono nato pronto" di Grosso guaio a Chinatown. Alla fine, va bene lo spunto iniziale, ma quanto a sospensione dell'incredulità si chiede un po' troppo.

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Bla Bla Baby: Matilde Gioli in una scena

Alessandro Preziosi in un ruolo inedito

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Bla Bla Baby: Alessandro Preziosi in una sequenza

Bla Bla Baby è un film di attori, tutti piuttosto in parte. Il più sorprendente è Alessandro Preziosi, in un ruolo inedito: è il bidello sorridente e piacione con baffetto da sparviero, un po' furbo e meschino, ma in fondo anche lui propenso ad innamorarsi. Il suo interesse è una donna in carriera, Matilde Gioli, qui nel ruolo della donna algida, perfetta nel ruolo, che già sappiamo si scioglierà. Uno dei padri che portano i bambini all'asilo è Nicolas Vaporidis, attore feticcio e simbolo del cinema di Brizzi, che finalmente ritorna con lui. Il suo nuovo look, cranio rasato e barba lunga, gli dona, e di fatto cambia completamente il suo allure di eterno bravo ragazzo ingenuo e imbranato di Notte prima degli esami, e gli apre una nuova fase della carriera. Nel cast, tra le maestre d'asilo c'è la surreale Maria Di Biase, appena vista in LOL: Chi ride è fuori, forse non usata appieno. E poi c'è Massimo Di Lorenzo, nei panni dello scienziato Ivano, che tutti ricorderanno come interprete di uno degli sceneggiatori in Boris.

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Fausto Brizzi e le stagioni del cuore

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Bla Bla Baby: Nicolas Vaporidis in una scena

Fausto Brizzi sembra, con il suo cinema, farci vivere tutte le stagioni del cuore. Ci ha raccontato lo stato nascente dell'amore e le cotte platoniche dei tempi del liceo (Notte prima degli esami), i tradimenti e la fine di un amore (Ex), i rapporti tra uomini e donne (Maschi contro Femmine) e l'amore come nostalgia del passato (Forever Young). Ora che Brizzi è diventato papà, ci racconta il meraviglioso mondo dei figli, la vita che ti cambia, il difficile lavoro del genitore. È interessante vederlo crescere e cambiare le sue storie. E anche il messaggio finale. Non ci devono essere superpoteri, né bambini che parlano. "Basta scorciatoie. se voglio capire mio figlio, mi devo impegnare".

Conclusioni

Nella recensione di Bla Bla Baby vi abbiamo parlato di un film che è come un cartoon fatto con attori, una commedia sentimentale, anche un po' action e heist movie. A conti fatti, un film per famiglie che in Italia non si fa molto spesso.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • L'idea di partenza, che riprende quella di Senti chi parla, ma con presupposti diversi.
  • Il fatto che Fausto Brizzi sia cresciuto, e dopo gli inizi e la fine dell'amore ci racconti la genitorialità.
  • Gli attori, da Alessandro Preziosi a Matilde Gioli, tutti in parte.

Cosa non va

  • La storia ha chiaramente uno spunto fantastico, ma chiede troppo alla sospensione dell'incredulità.
  • Si tratta di un film un po' discontinuo, che alterna momenti più vivaci ad altri più scontati.