Ci sono film che già dall'annuncio, dalle prime immagini e dai primi rumor, raccolgono lo sfavore del pubblico. Questo è successo sicuramente con Biancaneve, l'adattamento live action del Classico Disney del 1937 e diretto da Marc Webb con protagoniste Rachel Zegler e Gal Gadot, arrivato in streaming su Disney+.

Curiosamente, rispetto a remake come Lilo & Stitch e Dragon Trainer, ha provato ad aggiornare e arricchire la tematica che la storia aveva, non incontrando però un feedback positivo tra gli spettatori. Eppure il messaggio che si porta dietro è interessante e attuale: vediamo perché ricordandovi di fare attenzione agli spoiler proseguendo nella lettura.
Biancaneve: il prologo getta le basi insistendo sul ruolo di erede
Come evidenziato quando parlavamo di analogie e differenze tra le due pellicole, sono soprattutto la parte iniziale e la conclusione ad apportare i maggiori cambiamenti alla storia rispetto all'originale animato, e quindi ai temi sottesi. Ci viene presentato un regno che perde i due sovrani - che scopriremo uccisi dalla Regina Cattiva - e guadagna un erede al trono, la protagonista. Viene accentuato quest'aspetto con la villain interpretata da Gal Gadot che vuole fare di tutto per mandare avanti il Regno da sola, rinchiudendo la principessa in cucina a fare da sguattera, in modo che il popolo si dimentichi di lei e dei suoi genitori.

Nel prologo, ci viene mostrato quanto Re e Regina fossero giusti ed equilibrati, come condividessero cibo e raccolto col popolo con delle feste e celebrazioni, e come la coppia si ricordasse di ognuno degli abitanti, dei loro familiari e dei loro cari.
La regina invece utilizza tutto il denaro del reame per arricchirsi, vivere nell'opulenza e mangiare piatti prelibati e ricercati, mentre il popolo moriva di fame. Al suggerimento della Biancaneve di Rachel Zegler di provare a distribuire meglio le risorse, le dà una risata malefica come risposta. Ci ricorda Maria Antonietta. Infatti, Snowhite non conosce un principe ma un ladro, che porta avanti il ricordo dei genitori di lei, scambiandola inizialmente per una serva a palazzo.
Il finale del film live action porta un messaggio politico
La Regina Cattiva non muore inseguita dai Sette Nani come nel cartoon del 1937. La sua fine è molto più rappresentativa della tematica portata avanti dal film del 2025: nel confronto finale la Principessa diventa una paladina della giustizia più che una guerriera, pronta a riprendersi il trono che le spetta di diritto, di fronte all'ovvietà. La Regina non si ricorda neanche un nome dei propri sudditi, nemmeno delle proprie Guardie Reali: "per lei sono solo numeri", proprio come alcuni rappresentati del potere o di qualche azienda che punta solo al tornaconto personale.

Biancaneve, al contrario, considera gli abitanti del regno persone, con pensieri, emozioni e famiglie. È proprio grazie a questo e al discorso che si ritrova a fare per convincere il popolo della sua buona fede, che riconquista la loro fiducia mentre la Regina fugge nel proprio Palazzo credendo di farla franca. Non le resterà che ingoiare il rospo della vergogna. L'hanno portata alla morte non solo l'invidia e la gelosia ma anche la poca strategia politica, invece ha preferito ripararsi tra le proprie ricchezze e nella propria fortezza, metaforica e letterale.