La prima giornata dell'edizione 2007 del Festival Internazionale del cinema di Berlino ha presentato un unico film della sezione competitiva, dedicando molto spazio alla rassegna Forum.
E' proprio di quest'ultima sezione il primo film ad essere proiettato: Substitute, un interessante documentario sulla trasferta della nazionale francese ai recenti mondiali di calcio tenuti in Germania, seguita da un punto di vista particolare ed interessante, quello del calciatore Vikash Dhorasoo, che con autoironia e sempre maggior intraprendenza ha carpito frammenti della vita quotidiana della squadra di calcio dall'interno.
Il primo, ed unico per ora, film in concorso è stato La vie en rose, una non riuscitissima biografia di Edith Piaf, interpretata da una Marion Cotillard trasformata per l'occasione da un trucco magistrale. Il film racconta la vita tormentata dell'artista francese in modo non sequenziale, mettendo in scena parallelamente le gioie e i momenti drammatici, senza però trovare un equilibrio ed un senso in questa alternanza di eventi e concentrandosi molto su singoli aspetti che gli autori hanno considerato, a torto o ragione, rilevanti nella vita di Edith Piaf.
Il pomeriggio è proseguito con altri film dalla sezione Forum, il migliore dei quali si è rivelato senza dubbio il coreano Ad Lib Night di Lee Yoon-Ki di cui proprio a Berlino due anni fa si era visto il bellissimo This Charming Girl. In questo suo ultimo film, il regista si concentra sugli avvenimenti di un'unica notte, raccontandoli in ordine cronologico, con misura ed eleganza, ponendo molta attenzione sugli aspetti psicologici dei personaggi e sui legami che si instaurano tra loro.
Di gran lunga meno riuscito il giapponese Sakuran, proiettato nell'ambito della rassegna Berlinale Special, ambientato nel periodo dell'espansione di Edo (la moderna Tokyo) e nell'ambiente delle cortigiane del quartiere Yoshiwara. Il film è un pasticcio fatto di eccessi e contrasti, che non riescono a dare al film l'originalità sperata, ma lo rendono invece stilisticamente incongruente ed a tratti fastidioso: dalla recitazione, che alterna eccessiva teatralità a spontaneità ed ammiccamenti, al montaggio, alle musiche. Molto curati i costumi e le scenografie, ma anche questi realizzati con una tale varietà ed intensità cromatica da risultare falsi e poco naturali.
A fine giornata c'è stato anche il varo della sezione Panorama, rappresentata dal canadese The Tracey Fragments, un film che anche nella struttura richiama i frammenti del titolo: infatti per tutta la sua durata, lo schermo è suddiviso in molteplici parti, in alcuni casi autonome e parallele, in altri speculari o sovrapposte, che offrono diversi punti di vista della stessa sequenza.
Il film, diretto da Bruce McDonald, uno dei più celebrati registi indipendenti canadesi, è interpretato dalla brava Ellen Page, vista di recente in X-Men: Conflitto finale nel ruolo di Kitty Pryde e qui nei panni della protagonista Tracey Berkowitz, una normale quindicenne che odia sè stessa, alla ricerca del fratellino Sonny, che è convinto di essere un cane.