L'amore dona a Tim Burton, che si offre raggiante all'obiettivo dei fotografi veneziani fin dall'arrivo all'aeroporto insieme alla compagna Monica Bellucci, mentre Winona Ryder sgattaiola via col volto coperto da una sciarpa per poi sfoderare il suo sorriso dolce alla conferenza di Beetlejuice Beetlejuice, film di apertura della Mostra di Venezia 2024. Lo abbiamo atteso per 35 anni e finalmente il sequel della scoppiettante ghost comedy del 1988 è pronto ad uso e consumo dei fan che lo potranno vedere al cinema a partire dal 5 settembre.
Circondato dal suo cast, capitanato dall'inossidabile Michael Keaton, Burton appare rilassato mentre descrive il ritorno sul set di uno dei suoi film simbolo per realizzare un sequel, pratica che non ama particolarmente, come ha ammesso in più occasioni. "Per quanto ami il primo Beetlejuice, non ho mai capito le ragioni del suo successo" spiega il regista di fronte alla stampa veneziana. "Per me è un film molto personale, tornare a lavorare dopo tutti questi anni con Michael Keaton, Winona Ryder e Catherine O'Hara lo ha reso ancor più personale. L'aggiunta di Jenna Ortega, Monica Bellucci, Justin Theroux e Willem Dafoe è risultata facilissima perché hanno immediatamente sposato lo spirito della storia."
Ritorno nel plastico
Con Beetlejuice Beetlejuice, Tim Burton torna a narrare le gesta dello spiritello malefico che importuna Winona Ryder ricattandola per riuscire a sposarla. Idea che non ha ancora abbandonato anche se Lydia Deetz, questo è il nome del personaggio, adesso è una matura vedova con tanto di figlia adolescente. In questa storia si innesca, inoltre, l'apparizione di Monica Bellucci nei panni dell'ex moglie di Beetlejuice, che rimette insieme i pezzi per vendicarsi delle malefatte del coniuge. "Dire che è unico è un eufemismo", spiega Michael Keaton. "Ci sono così poche opportunità di far parte di qualcosa che sia originale e unico al 100%. Anche Fellini o Kurosawa sono stati influenzati da qualcosa. E questo cast è perfino migliore del cast precedente, il che era impossibile".
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Mentre Winona Ryder si dice entusiasta dell'esperienza lavorativa "piacevolissima e piena d'amore" e Jenna Ortega confessa di aver potuto "lavorare con dei giganti grazie a Tim Burton, passando il tempo in un angolo a osservarli" a parlare è Monica Bellucci. "Per me è un onore entrare nel mondo di Tim" dice. "Amo il dualismo del mio personaggio, moglie ferita e creatura mostruosa al tempo stesso. Tutti abbiamo delle cicatrici che derivano dalle esperienze vissute, ma il processo di un'attrice è misterioso anche per mea. Quando Tim mi ha parlato del personaggio mi ha mostrato cosa aveva in mente e ha coreografato i movimenti di questa bambola frantumata". Come sottolinea la compagna di Burton, Beetlejuice Beetlejuice "è un film su tre generazioni di donne che si amano e si sostengono. Questo è un grande momento per le donne nella società".
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L'omaggio a Mario Bava e al cinema artigianale
L'entusiasmo del cast del sequel di Beetlejuice. Justin Theroux e Willem Dafoe rivelano che in varie occasoni Tim Burton ha abbandonato il set perché non riusciva a trattenere le risate. Per Theroux è stato come "se ti dessero le chiavi per la casa di Willy Wonka. Non c'era la solita pressione, è stata un'esperienza incredibilmente gratificante". Tim Burton interviene negando che il sequel sia figlio diretto del successo di Mercoledì. "Io, Michael e Winona ne abbiamo parlato a lungo. Negli ultimi anni sono rimasto deluso dal mondo del cinema. Non volevo fare un sequel per far soldi, volevo realizzare un progetto che venisse dal cuore. Questo film mi ha dato nuova energia. Tornare alle cose che amo e lavorare con le persone che amo. Questo è ciò che conta".
Tra gli amori di Burton il sequel contiene un omaggio esplicito al cinema di Mario Bava, accompagnato da una lunga sequenza in italiano. Scelta dovuta all'amore per il cinema horror di Bava e Dario Argento. "Amo i film italiani e spagnoli, vorrei essere un regista italiano" confessa. Gli fa eco Monica Bellucci che spiga di aver scoperto Bava proprio grazie al compagno, "che mi ha fatto vedere un sacco di film". Quello stesso spirito artigianale, Tim Burton ha cercato di riproporlo in Beetlejuice Beetlejuice, "realizzando i pupazzi di scena e gli effetti speciali velocemente e accogliendo i contributi e le idee di tutto il cast". E a chi chiede se è in vita l'ipotesi di un terzo Beetlejuice, Burton risponde divertito: "Facciamo un po' di conti. Se per questo film ci sono voluti 36 anni, per il prossimo ce ne vorranno più di cento. Forse ci riusciremo grazie ai progressi della medicina, chissà".