Beast, la recensione: quando Jurassic Park incontra Il Re Leone

La recensione di Beast, l'action thriller nella savana sudafricana che nemmeno il carisma di Idris Elba riesce a salvare dalla mediocrità, confezionando un film troppo già visto.

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Beast: Idris Elba in un'immagine

È tutto troppo già visto ed esplorato, tra tematiche e storyline, quanto accade nel nuovo film Beast, dal 22 settembre al cinema con Universal Pictures. Ma nemmeno un protagonista carismatico come Idris Elba è capace di salvare un film che non riesce ad andare oltre la superficie, come spiegheremo nella recensione di Beast.

Bestia feroce

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Beast: Idris Elba in una foto del film

Provando ad andare a pescare nei survival movie più ancestrali - dalla saga di Predator a quella di Jurassic Park - Beast racconta di un padre, il dott. Nathan Daniels (Idris Elba) che si ritrova braccato nella savana sudafricana al paese nativo della madre insieme alle due figlie adolescenti. Ma braccato da chi? Dalla bestia del titolo, che si rivela un enorme leone dalle capacità e dalla resistenza quasi soprannaturali. Perché ha deciso di attaccare? E perché proprio i Daniels? In una sorta di lotta per la sopravvivenza mista ad un'indagine, Nate e le figlie Meredith (Iyana Halley, vista ne Il coraggio della verità - The Hate U Give e in tv in This is Us) e Norah (Leah Sava Jeffries, vista in Rel e Empire) si gettano a capofitto in un viaggio attraverso la savana più inospitale per trovare le risposte e poter tornare a casa.

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Beast: Sharlto Copley in una scena del film

Ad aiutare il nucleo familiare Martin Battles (Sharlto Copley), un vecchio amico di famiglia e biologo della fauna selvatica, curatore della riserva che organizza safari per i turisti e per sbarcare il lunario e allo stesso tempo preservarla. Fin da subito il rapporto tra Martin e gli animali appare quasi fraterno, viscerale, così come con le due nipoti acquisite; per contraltare la relazione tra Nate e le figlie è fatta di silenzi e sguardi duri, piena di questioni irrisolte, legate soprattutto alla malattia che ha tolto loro la madre. Questo viaggio alle origini della loro famiglia doveva essere un viaggio terapeutico e di guarigione, e invece si rivela un incubo ad occhi aperti. Come se Jurassic Park incontrasse i dilemmi shakesperiani e le location a perdita d'occhio de Il re leone.

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Predatore supremo

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Beast: una foto del film

Tutti gli elementi snocciolati fino a questo momento vi avranno fatto tornare alla mente vari prodotti dell'audiovisivo che hanno provato a indagare l'istinto animale e quello umano, il rapporto tra le due "specie", a partire da Jurassic Park a cui questo film sembra dovere molto, ma senza quell'aura magica e fiabesca, puntando piuttosto ad atmosfere asciutte tutte giocate sul sonoro e sulla location come ha fatto Predator e più di recente Prey. Il regista Baltasar Kormákur - che aveva già provato a sfidare le vette cinematografiche con Everest, Cani sciolti e Contraband - e lo sceneggiatore Ryan Engle (Rampage - Furia animale, Non-Stop), che ha lavorato su una storia originale di Jaime Primak Sullivan, non riescono però a tirare fuori qualcosa di innovativo e che catturi davvero l'attenzione dello spettatore. Andando sulle tematiche, neanche lì si riesce a grattare più di tanto sotto la superficie, lasciando il "viaggio catartico" dei protagonisti e le loro questioni irrisolte effettivamente poco affrontate ed approfondite arrivati all'epilogo.

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Beast: un'immagine

Si cerca di sfruttare e valorizzare una location suggestiva che vuole richiamare le più antiche origini dell'uomo e della bestia, con una CGI non sempre convincente utilizzata sugli animali, quando forse sarebbe stato più congeniale l'uso di animatronic. Anche le sequenze più action e thriller non riescono a cogliere nel segno, perché già viste o oltre la soglia della sospensione dell'incredulità. Questo nonostante Elba ce la metta tutta ma rimanga granitico. Sono tre le forze-fazioni messe in campo dalla pellicola: la famiglia Daniels, che rappresenta il nucleo degli umani, la famiglia dei leoni, che rappresenta il nucleo degli animali, e i contrabbandieri, che non sono riallacciabili al concetto di "famiglia" bensì agiscono solo per interesse personale ed economico. I contrabbandieri sono prede e predatori allo stesso tempo e potrebbero essere i fautori dei problemi per i due nuclei familiari. Alla fine della recensione di Beast viene soprattutto da chiedersi: che senso ha fare un film del genere nel 2022? Ci spiace dire, purtroppo, quasi nessuno.

Conclusioni

Concludiamo la recensione di Beast ribadendo come il setting del film (la location della savana sudafricana e la bestia “predatore supremo”) e anche le tematiche affrontate (il viaggio guaritore del divario familiare, il concetto di preda e predatore) siano tutti già stati affrontati, e meglio, da altri lavori prima. E data la massiccia CGI utilizzata, viene da chiedersi il senso di realizzare un film del genere nel 2022.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
3.1/5

Perché ci piace

  • La suggestiva location sudafricana.
  • L’ispirazione a saghe come Jurassic Park e Predator.
  • L’idea del viaggio familiare guaritore…

Cosa non va

  • …affrontata però solo a livello superficiale e senza una vera e propria risoluzione.
  • Anche le scene più action e thriller sanno di già visto.