È con piacevole soddisfazione che iniziamo la nostra recensione di Bastardi a mano armata, un film che si inserisce in un filone di riproposizione del cinema di genere puro, quello senza compromessi e che, nella sua semplicità, intende divertire lo spettatore. Sia chiaro, consideriamo la semplicità del film un vero e proprio pregio, elemento fondamentale per la sua riuscita. Diretto da Gabriele Albanesi, conosciuto tra gli appassionati di horror per Il bosco fuori e Ubaldo Terzani Horror Show, Bastardi a mano armata, disponibile su Amazon Prime Video dall'11 febbraio, è un crime sporco e violento che farà felici tutti i fan di un cinema italiano che si fa sempre meno spesso. E, cosa ancora migliore, lo fa con una sincerità spiazzante. Non c'è un messaggio da mandare, non si vuole elevare il film a qualcosa che non potrà mai essere, non intende nemmeno replicare il modo in cui si faceva il cinema negli anni Settanta (anche se permane una certa ingenuità di fondo). Il cuore del film corrisponde al suo intento più diretto: divertire, intrattenere, raccontare una storia con tutti gli elementi al posto giusto. E ci riesce.
Una missione per la libertà
Sergio (Marco Bocci) è chiuso in un carcere in Algeria per motivi a noi ignoti. Un giorno, il nostro protagonista riceve un'insperata grazia e viene assoldato da un misterioso cliente per tornare in Italia e compiere un lavoro. In ballo una cifra considerevole di denaro, da ricevere solo a missione conclusa, e il ritorno a casa, da sua figlia. La missione è quella di recuperare dei documenti nascosti all'interno di una villa, abitata da una famiglia composto da padre, madre e figlia (Amanda Campana, già vista nella serie Netflix Summertime) appartenenti a un misterioso Caligola (Fortunato Cerlino). Non vogliamo rivelarvi di più della trama, anche perché a una prima metà abbastanza canonica e tranquilla fa seguito un secondo tempo inaspettato e più movimentato, capace addirittura di veri e propri momenti cult, ma vi basti sapere che la storia riesce a risultare coesa e con la giusta dose di sorprese, nonostante la sua semplicità. E proprio nell'inquadratura finale, che dovrebbe concludere la vicenda risolvendo anche l'ultimo mistero, si nasconde l'intento del film. Sangue e divertimento possono e devono essere considerati arte.
Il cinema di genere come dovrebbe essere
Una coppia si sta lasciando andare ad una notte di passione dentro l'auto. All'improvviso il rumore di spari. La ragazza viene crivellata di colpi e crolla esanime sull'asfalto, la faccia totalmente insanguinata. Il prologo del film denota nel migliore dei modi la schiettezza di questo film di genere prodotto dalla Minerva Pictures di Gianluca Curti che si dimostra la casa di produzione italiana attenta alla tradizione di un certo tipo di cinema nostrano (loro è anche il recente Calibro 9). Ma a differenza del film di Toni D'Angelo, Bastardi a mano armata non vuole richiamare le atmosfere del passato né vuole prendere come modello il modo di fare cinema internazionale. La regia di Albanesi è diretta, geometrica, poco virtuosa ma essenziale per il racconto. Impregnato di violenza fisica (che bello vedere finalmente una scazzottata che non sembra fasulla) e di momenti di erotismo, quasi voyeuristici, che non sono indispensabili ma colorano il film con quella patina grezza e "di pancia" che il genere richiede, questo thriller crime centra il bersaglio risultando pienamente soddisfacente una volta arrivati ai titoli di coda.
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Un cast che funziona
È cosa nota: spesso in film di questo tipo le immagini e i volti che definiscono i personaggi valgono più delle parole. Parole che, va detto, non sempre funzionano a dovere dando vita a dialoghi un po' troppo artificiosi e difficili da recitare con naturalezza. Ne paga maggiormente il dazio il personaggio della moglie interpretato da Maria Fernanda Cândido che denuncia un po' troppo esplicitamente la natura fittizia della storia. Marco Bocci, invece, è semplicemente perfetto nella parte e i suoi confronti con Peppino Mazzotta riescono nell'impresa di rendere il film coinvolgente in più sequenze. Se Amanda Campana rimane un po' troppo nell'ombra mostrando comunque il suo talento emergente (una sequenza in particolare, di stampo horror, le regala un'immagine da final girl), ci sentiamo in dovere di spendere qualche parola in più per Fortunato Cerlino. Interpretando Caligola, questo boss della malavita schietto e duro, l'attore napoletano riesce a portare nel film una grossa dose di carisma. Dà vita a un personaggio che ha il sapore di un'icona, letale e sarcastico, pericoloso e quasi inumano nella sua cieca follia vendicativa. Se il film funziona è anche grazie a questo cast che, insieme, riesce a dare credibilità a una vicenda parecchio esagerata, soprattutto nelle battute finali, e che mai una volta sembra assurda e fuori luogo.
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Conclusioni
A conclusione della nostra recensione di Bastardi a mano armata possiamo ritenerci divertiti da un film semplice, ma così schietto e diretto da risultare coinvolgente. Un po’ di erotismo, parecchia violenza e molto sangue sono gli ingredienti di questo film di genere che non si prende troppo sul serio ma che non vuole nemmeno replicare modelli ormai vetusti risultando fuori tempo massimo. La parola d’ordine è divertire, pur con qualche scivolone a livello di scrittura. Il cast azzeccato, composto da volti e corpi adeguati, fanno il resto, dando al film una credibilità difficile da ottenere ma funzionale.
Perché ci piace
- La storia è semplice e diretta, eppure coinvolge.
- Il film non vuole replicare un modello di cinema ormai fuori tempo massimo, preferendo costruire il proprio stile sincero e riuscendo nell’intento.
- Il cast sa dare credibilità alla vicenda con volti e corpi particolarmente adatti e visivamente perfetti.
Cosa non va
- La scrittura, specie quella di alcuni dialoghi, risulta un po’ troppo artificiosa rischiando di comprometterne la qualità generale.