Con gli attori del cast di Baby, la serie tv di Netflix disponibile dal 18 ottobre, e i registi, se ne è parlato, anche se non a lungo, durante la presentazione della seconda stagione qualche giorno fa a Roma, all'Hotel Palazzo Dama. Si è parlato della vera storia delle baby squillo dei Parioli, il fatto di cronaca da cui ha preso spunto Baby Alcuni se lo ricordano. E se lo ricordano come qualcosa di molto più sconvolgente e duro da digerire, come vi abbiamo raccontato qui. Andando a rileggersi la vera storia delle baby squillo si riesce ad apprezzare meglio il lavoro fatto dal team creativo - il collettivo GRAMS e i registi Andrea De Sica e Letizia Lamartire - per staccarsi dalla cronaca e lavorare d'approfondimento e immaginazione.
Il fatto di prendere due ragazze adolescenti, la loro scelta di fare sesso per denaro, e, tra questi due punti di partenza e di arrivo metterci dentro la loro vita, i loro problemi, le loro paure, e una serie di tratti comuni in cui molte adolescenti potessero ritrovarsi, ha creato umanità ed empatia con le protagoniste. Tanto che, come vi abbiamo raccontato le fan di Baby si tatuano Chiara e Ludovica sulla pelle, le due protagoniste sono dei simboli. In realtà, quello che è successo è probabilmente molto più gretto e squallido. Leggete questa storia. Ma non vi piacerà.
Due ragazze dei Parioli
Scordatevi la dolcezza di Alice Pagani e Benedetta Porcaroli. Le protagoniste della vera storia dello scandalo ai Parioli non sono, a quanto pare, delle ragazze così romantiche. Le due ragazze, una più grande e una più piccola, frequentavano le scuole più altolocate. Tutto gravitava intorno a quel mondo, gli amici e i locali tra i Parioli e Corso Trieste. Secondo quello che è stato appurato dagli inquirenti, le motivazioni delle ragazze erano molto semplici: fare soldi, più soldi possibile. Comprarsi tutto quello che veniva loro in mente: i vestiti e le borse di Hermes, le vacanze negli hotel di Ponza, le serate nei locali e i pranzi a base di vino e pesce fresco. E la droga. Uno dei testimoni dell'inchiesta, un amico che è andato in vacanza con loro a Ponza in quell'estate, entrando nella loro camera ha capito immediatamente che la loro vita era cambiata: c'era cocaina ovunque, montagne di cocaina, su ogni mobile e superficie utilizzabile.
L'ombra del neofascismo
Ma il giro che frequentavano le due ragazze non era solo fatto di soldi facili e locali, dei licei bene di Roma Nord. Sulla storia c'è anche l'ombra del neofascismo, perché nelle scuole che frequentavano erano presenti il Blocco Studentesco, cioè CasaPound, e Lotta Studentesca, cioè Forza Nuova. E così le risse, il popolo degli ultrà degli stadi. La ragazza più grande aveva un tatuaggio, "Si vis pacem para bellum" (se vuoi la pace, preparati alla guerra), che non lascia spazio ad equivoci.
Se è coinvolta anche la madre
E poi ci sono le madri. Baby ci ha fatto conoscere una madre distratta, poco attenta alla figlia, e un'altra che, capito tutto, si gira dall'altra parte, come abbiamo raccontato nella nostra recensione di Baby 2. Qui, mentre la madre della ragazza più grande si è rivolta ai Carabinieri, la madre della più piccola è stata direttamente coinvolta: sapeva tutto e spingeva la figlia a prostituirsi. Pare che la stessa donna avesse un passato piuttosto equivoco.
Quel post su Facebook
Quanto all'indagine, tutto nasce da un post anonimo su Facebook, del marzo 2013, su un profilo anonimo di Facebook: "Non si capisce perché X e Y non vogliono accettarmi. Forse perché sono già abbastanza chiacchierate". La cosa ha richiamato l'attenzione del Nucleo operativo dei Carabinieri di via in Selci e la Procura di Roma e ha fatto scattare le indagini. Dalle quali si è scoperto che le ragazze usavano dei siti di appuntamenti con messaggi ad hoc che puntavano proprio sul loro essere molto giovani. "Lolita", "Cerco papi", "oggi mamma non è a casa".
In una prima fase, gli incontri tra le ragazze e i clienti avvenivano in maniera non organizzata, in macchina o nelle case dei clienti. Ma una persona, che ha preso in mano il giro, ha reso tutto più organizzato e sistematico, affittando un appartamento. Sui telefoni delle ragazze sono stati trovati oltre mille contatti, una lista di "insospettabili": sportivi, avvocati, commercialisti, politici. Ma anche dei ragazzi normali che hanno scelto, magari una volta sola, di fare un'esperienza con delle ragazze più giovani.
Ma la storia non è finita qui
Dalle indagini si è arrivati a 8 imputati, coinvolti direttamente, e a circa una settantina di clienti. Che, visto il tenore dei messaggi di cui parliamo sopra, non potevano non sapere che le ragazze erano minorenni. Ma, lo fanno intuire i testimoni della vicenda, come lo ha fatto capire qualche attore in conferenza stampa a Roma, quelle due ragazze non erano sole. Il giro era più ampio, e probabilmente c'è ancora. Ci sono ancora tante ragazze che si prostituiscono anche per una borsa o una bottiglia di champagne. Ragazze, "di buona famiglia", come si suol dire, che apparentemente non hanno bisogno di niente. La forza di Baby è stata mettere dell'anima e della poesia in una storia che ne aveva ben poca, una brutta storia di sesso e soldi.