Baby 2 è finalmente arrivata su Netflx, dove è disponibile dal 18 ottobre, forte di numeri sbalorditivi che parlano di 10 milioni di account che hanno visto, in tutto il mondo, la prima stagione, e solo nelle prime quattro settimane. La seconda stagione inizia nel corridoio di un hotel. Le vacanze sono finite, ricomincia la scuola, ma noi vedremo le ragazze soprattutto qui, nelle camere d'albergo. Ludovica (Alice Pagani) non ha mai gettato lo smartphone di Saverio ed è rimasta in contatto con i suoi clienti, che continua a incontrare. Chiara (Benedetta Porcaroli) è in attesa di rivedere Damiano (Riccardo Mandolini) dopo le vacanze. Ma è anche attratta vorticosamente da tutto quello che fa Ludovica.
Come abbiamo spiegato nella nostra recensione di Baby 2, questa seconda stagione della serie tv ispirata allo scandalo delle baby squillo dei Parioli, si discosta ancor di più dai fatti di cronaca e prova a viaggiare nei meandri degli adolescenti, provando a capire il perché di certe scelte prima ancora che il come. Abbiamo incontrato il cast della serie Netflix per questa intervista all'Hotel Palazzo Dama, a Roma, che è una delle location della serie.
Letizia Lamartire: la delicatezza era una nostra priorità
L'avevano definita una serie "dark romantic", Baby, e nella seconda stagione prova a continuare in questo senso. In confronto con altre serie teen, il sesso è abbastanza marginale, e ci si concentra su quello che viene prima e quello che viene dopo. Nonostante il tema, molto forte, c'è un certo pudore, una certa delicatezza nell'affrontare le storie, nello sfiorare i corpi. Ci chiediamo se questo aspetto, già presente nella prima stagione, sia accentuato dal tocco femminile della nuova regista entrata in squadra accanto ad Andrea De Sica, Letizia Lamartire. "La preparazione di Baby l'abbiamo fatta insieme" ci risponde la regista. "La visione femminile c'è, sono una donna, ma è chiaro che c'è stata una collaborazione. La delicatezza era una nostra priorità: ci sono molte scene tra di loro, era importante rendere la parte emotiva. Abbiamo evidenziato queste parti, le scene con i ragazzi nelle loro camere e i loro rapporti. È stato un lavoro attento per fare da contraltare alla realtà che raccontiamo". Questa sorta di delicatezza e pudore arriva, ed è anche merito del cast, messo il più possibile a proprio agio, ma già molto consapevole. "Molto ha fatto la consapevolezza dei ragazzi" racconta la regista. "Li abbiamo tutelati il più possibile: in ogni inquadratura, in ogni scena chiedevo a loro cosa ne pensassero".
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Benedetta Porcaroli: attraverso il sesso Chiara manifesta la sua libertà
I giovani attori della serie hanno le idee molto chiare su come i loro personaggi siano arrivati a certe scelte, a come, nella vita, si possa imboccare una strada. "Il sesso durante l'adolescenza è la prima scoperta, quella che cambia completamente i parametri della tua vita" racconta Benedetta Porcaroli. "Attraverso il sesso Chiara manifesta la sua libertà e trova una via d'uscita da quelle ipocrisie e aspettative nelle quali si sente costretta". "È un mondo che si aspetta qualcosa da lei, qualcosa che lei non sa restituire" continua. "L'equivoco di questa seconda stagione è capire se interpreta un personaggio o se questa è la manifestazione di se stessa". Aspettative, pressioni, regole, imposizioni: la chiave di alcuni comportamenti è proprio qui. "Questi ragazzi crescono in un contesto dove devono essere perfetti, devono andare bene a scuola, devono fare determinate cose, e la famiglia non li aiuta in questo, mettendo loro addosso determinate pressioni" commenta Lorenzo Zurzolo, che in Baby è Niccolò, uno dei leader dei ragazzi della scuola. "Secondo me le persone di cui ti circondi, la famiglia, gli amici, sono importanti".
Giuseppe Maggio: la famiglia dovrebbe essere un filtro verso il mondo esterno
La famiglia, la mancanza di dialogo e l'assenza di valori al suo interno sono tra i temi chiave della serie. "In diverse serie è presente questa componente, in Euphoria, in Élite, in ognuna di queste serie vediamo che nelle famiglie ci sono difficoltà e problemi, le famiglie di oggi a volte non si curano di certe cose, non trasmettono insegnamenti" riflette Giuseppe Maggio, che nella serie è Fiore, uno dei personaggi che spinge le ragazze verso la direzione che sappiamo. "La famiglia è importante nel percorso di un essere umano" aggiunge Mirko Trovato, che in Baby è Brando, uno dei ragazzi della scuola. "Come sono importanti l'amicizia, l'amore".
"Sono d'accordo che la famiglia sia importantissima" aggiunge Sergio Ruggeri, una delle new entry di Baby 2, che interpreta Vittorio, uno dei leader dei ragazzi della scuola Collodi. "Non si dovrebbero smarrire i consigli. Se mi chiedete una chiave di lettura per questa serie è il dialogo con i genitori: forse questo dialogo si è un po' perso. Avere genitori, o fratelli che possano spiegarti, farti capire determinate cose potrebbe essere fondamentale". "La capacità che la famiglia dovrebbe avere dovrebbe essere quella di insegnare ai figli ad avere un filtro rispetto al mondo esterno" aggiunge Giuseppe Maggio. "Oggi i ragazzi sono bombardati da immagini negative e tendono ad emulare queste immagini. Poi nelle scuole, nei contesti quotidiani ci sono anche ragazzi che vivono realtà normali, hanno i loro problemi, ma sono problemi normalissimi".
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Claudia Pandolfi: ai miei figli sto dando gli strumenti, ma il tema devono scriverlo da soli
Sì, in Baby, più ancora che in altre serie, i riflettori sono puntati anche su di loro, i genitori. Su quelle persone che i teenager dovrebbero avere come punto di riferimento. Sono degli adulti molto particolari, alcuni di loro hanno dei comportamenti adolescenziali, per i giovani gli adulti dovrebbero essere un esempio, invece è il contrario. Un esempio è il personaggio di Claudia Pandolfi. "Monica vuole sentirsi ragazza, si avvicina talmente tanto al mondo dei ragazzi che c'è una collisione" racconta l'attrice. "Monica era già travolta dal rapporto con un marito troppo chiuso, e non ha un atteggiamento responsabile. È un modello sbagliato? Non troppo. Liberarsi da troppe gabbie serve a non sentirsi prigionieri". Si è riflettuto a lungo, durante l'incontro, sulle responsabilità dei genitori, e su dove dovesse arrivare il controllo su dei ragazzi che, a quell'età, hanno bisogno di una loro autonomia, e sono anche abituati a prendersela da soli. "Come madre tengo all'educazione dei miei figli, ma so che sono liberi da me" è il punto di vista di Claudia Pandolfi. "Sto dando loro gli strumenti, ma non scelgo io le parole: il tema te lo devi scrivere da solo. Quando avevo la loro età, gli errori che ho fatto li ho scelti io". "L'anno scorso dicevo che Simonetta mi sembrava una donna sbagliata" riflette Isabella Ferrari, che interpreta la madre di Ludovica. "Non riusciva a stare con i piedi per terra, era sempre senza amici, sempre alla ricerca di un uomo sbagliato. Ma mi era simpatica. In questa seconda stagione Simonetta scopre che la figlia è una baby squillo ma si volta dall'altra parte. Umanamente non ci sto, ma come attrice ne sono affascinata. Sicuramente c'è un'umanità, ma moralmente mi è meno simpatica". "Io non riesco a giudicare me stessa" aggiunge. "Credo che quello del genitore sia uno dei lavori più complessi. Più i miei figli crescono più sento disagio su quello che bisogna e non bisogna dire".
Thomas Trabacchi: quel senso di proprietà nei confronti dei nostri figli
Ci sono i figli, i genitori, per completare il quadro della vita di un adolescente manca la scuola, l'insegnante. Se nella stagione 1 il corpo docente era rappresentato dal preside di Tommaso Ragno e dalla Monica (l'insegnante di educazione fisica) di Claudia Pandolfi, ora c'è la figura di Tommaso, professore di filosofia estremamente sfaccettato. A interpretarlo, benissimo, è Thomas Trabacchi. "L'adulto che interpreto qua è importante nella maniera in cui inciampa su un tema che è molto delicato. Per un attore è interessante. C'è la redenzione che prevede una dannazione precedente. Io sono un professore di filosofia che parla di Kierkegaard, un filosofo che ha una crisi mistica nel suo percorso. È un link interessante". "Tendiamo a investirci di una responsabilità che bisogna un po' limare" riflette l'attore. "Non vuole essere un alibi. Credo che nella vita il fattore fortuna sia decisivo. Creo che anche i genitori che seguono i manuali di pedagogia, se non hanno fortuna si trovano i figli in luoghi cupi". Anche lui, in qualche modo, dice qualcosa che si avvicina al pensiero di Claudia Pandolfi. "Bisogna fare un lavoro contro il senso di proprietà che noi abbiamo nei confronti dei nostri figli".
Isabella Ferrari: Alice e Benedetta sono più sicure di come ero io
Ma è interessante anche il rapporto che si è stabilito sul set. Se sullo schermo abbiamo visto adulti e ragazzi relazionarsi nella finzione, sul set si sono relazionati i giovani attori e quelli adulti. E ragazzi di oggi sembrano essere molto più pronti e scafati. "Quando avevo 18 anni ero diventata molto famosa, come Alice Pagani e Benedetta Porcaroli adesso" ricorda Isabella Ferrari. "Mi sembrava di avere molte paure, molte più insicurezze. Mi sembrano molto più sicure di sé di come ero io". "Siamo di fronte a una generazione di attori preparatissimi. Ho visto il saggio della scuola Volonté, sono ragazzi fantastici che hanno fatto passi da gigante. Sono estremamente curiosi, disponibili, desiderosi di sapere come si arriva ad un obiettivo. Il problema dei personaggi della serie è la comunicazione. Io invece ho trovato ragazzi estremamente ricettivi". "Mi piacerebbe avere ragazzi con meno malizia, mi spiace vedere che mi si mangiano" commenta Claudia Pandolfi. "Quando avevo 17 anni ero una bambina completamente ingenua, curiosa, ma più plasmabile".