Da Atlantis a Il Pianeta del Tesoro e Strange World: perché non amiamo i mondi fantastici Disney?

Il Pianeta del Tesoro compie 20 anni e ha avuto un apprezzamento postumo, così come Atlantis. Intanto Strange World arriva su Disney+ dopo il flop al botteghino. Andiamo ad indagare l'insuccesso di questi titoli avventurosi della Casa di Walt.

Da Atlantis a Il Pianeta del Tesoro e Strange World: perché non amiamo i mondi fantastici Disney?

20 dicembre 2022. 20 anni sono passati dall'uscita italiana natalizia de Il Pianeta del Tesoro, un film flop al botteghino che faceva parte di un periodo di tentativi di sperimentazione dopo il cosiddetto "Rinascimento Disney". Curiosamente, lo stesso destino 20 anni dopo è toccato a Strange World - Un mondo misterioso, complice il difficile periodo di convivenza tra sala e streaming che stiamo vivendo e complici gli effetti di una pandemia che ha fatto abissare una situazione già traballante. È così che il 61° classico Disney, dopo l'uscita al cinema il 23 novembre, un mese dopo arriva già sulla piattaforma Disney+ giusto in tempo per le feste dopo risultati al botteghino fallimentari. Che cosa accomuna i due classici a tanti anni di distanza e a cui potremmo aggiungere Atlantis - L'impero perduto del 2001?

Tutto è iniziato 20000 leghe sotto i mari

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Jim e John Silver

Diretto da Gary Trousdale e Kirk Wise, il duo dietro La bella e la bestia e Il gobbo di Notre Dame, due successi del Rinascimento Disney, Atlantis - L'impero perduto come 41º classico virava dai canoni precedenti ed era ambientato nel 1914 a Washington. Da lì partiva una spedizione per trovare la leggendaria città perduta di Atlantide grazie alle intuizioni del "nerd" Milo e di suo nonno Thaddeus Thatch. Un giovane bullizzato e ostracizzato dai nobili del consiglio di spedizioni che non smetterà di credere nel proprio sogno e sbattere il muso finché non troverà per davvero il regno perduto sotto l'oceano come narrava Platone. E lo riconsegnerà alla Storia in modo quasi romantico, ispirandosi a Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne. Non si riadattano più le favole classiche quindi ma i racconti avventurosi e fantastici dell'800 e si tenta di omaggiare l'animazione classica e non l'avveniristica CGI e il digitale.

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Un'immagine tratta da Atlantis

Non solo: la pellicola fu girata in 70mm, evento che non accadeva dal 1985 con Taron e la pentola magica, e la lingua e l'alfabeto atlantideo furono ideati ex novo da Marc Okrand, già autore del klingon per Star Trek, proprio come ha fatto James Cameron con Pandora e il linguaggio Na'vi. Un filone che nel cinema live action ha avuti alti e bassi, dall'apprezzata saga di Indiana Jones (ma non il quarto capitolo) a quella targata proprio Disney de Il Mistero dei Templari, entrambe tornate in auge in questo periodo con l'uscita la prossima estate di Indiana Jones 5, l'arrivo su Disney+ della serie spin-off de Il Mistero dei Templari e un possibile terzo capitolo conclusivo al cinema grazie all'affetto dei fan che hanno rivalutato la saga negli anni, proprio come accaduto a Atlantis - L'impero perduto.

Atlantis e Il Pianeta del Tesoro: fratelli di sventura disneyana che si somigliano

Ci si è spostati a caccia di tesori spaziali

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Milo in Atlantis

La Disney ci riprova solamente l'anno successivo con Il pianeta del Tesoro, in cui Ron Clements e John Musker, già dietro un altro classico disneyano rivalutato, Hercules, riprendevano un altro classico letterario ottocentesco di genere, L'isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, e lo catapultavano nello spazio. La Disney probabilmente pensava di poter sfruttare il fascino senza tempo delle storie di corsari - che un anno dopo esploderà con i Pirati dei Caraibi - ma che invece ancora una volta si rivela un flop al botteghino, addirittura più di Atlantis. Nell'edizione italiana fece parlare di sé più la canzone cantata da Max Pezzali, "Ci sono anch'io" (nella versione originale di John Rzeznik, frontman dei Goo Goo Dolls), che il film in sé, che non aveva momenti musicali ma con questi sottofondi rispecchiava più il format live action.

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Jim in una scena de Il pianeta del tesoro

Il classico numero 43 proponeva un mondo futuristico steampunk: il tesoro e la missione impossibile non si trovavano su un'isola ma su un pianeta, come da titolo, e il viaggio si affrontava su una navicella piratesca attraverso il mare dell'outer space. Tutti comunque potevano rivelarsi doppiogiochisti, ladri e difensori solo dei propri interessi, come in Atlantis, ma anche dimostrare un cuore d'oro. Jim Hawkins, come Milo, non era compreso da nessuno, finché non riuscirà a dimostrare a tutti il proprio valore, ma soprattutto a capirlo lui stesso e a crearsi una propria identità. Nonostante il flop, Il pianeta del tesoro ricevette una nomination agli Oscar, senza vincerlo, ed è stato rivalutato grazie alla prova del tempo come incompreso e sottovalutato proprio insieme ad Atlantis.

Strange World: perché è il Classico Disney perfetto per la Generazione Z

Il mondo misterioso del futuro è un organismo che va salvaguardato

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Strange World - Un mondo misterioso: un momento del film

La Disney a quel punto abbandona il filone avventuroso per riabbracciare quello più fiabesco e musical, tentando di modernizzarlo. Eppure 20 anni dopo, in un momento di nuova crisi se vogliamo, in cui fa fatica a trovare una nuova hit e sceglie di proporre sequel e live action di classici dell'epoca d'oro, piuttosto che storie inedite, prova di nuovo a sperimentare col genere avventuroso legandolo a un'attualità fortissima. Protagonisti tre uomini Jaeger, Searcher e Ethan: tre generazioni di esploratori - il nonno celebrato dalla comunità per il mestiere di cacciatore di tesori ma non dal proprio figlio, che preferisce lasciare un'eredità diversa alla propria progenie a sua volta, che potrebbe voler essere un incrocio tra i primi due e voler trovare una propria strada ancora diversa. Strange World è una pellicola fortemente rappresentativa della Generazione Z e della crisi climatica in atto, in cui il mondo misterioso che si vuole scovare è in realtà parte di un organismo più grande che va salvaguardato, e che ci ricorda come l'umanità sia soltanto ospite su un Pianeta esistito molto prima di lei e che dovrebbe imparare a riabbracciare la natura invece di combatterla.

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Strange World - Un mondo misterioso: un'immagine del film

Strange World - Un mondo misterioso, il 61° classico Disney, è diretto da Don Hall, che già aveva creato un mondo con la metropoli cosmopolita di convivenza tra specie in Zootropolis e aveva esplorato gli angoli dei continenti con Oceania. Chiaramente ispirandosi a Viaggio al centro della Terra di Jules Verne, ennesimo romanzo d'avventura dell'800, Hall crea un universo che strizza l'occhio a Pandora e ad altri mondi surreali e suggestivi. Qui l'animazione è digitale, si pregia e pregna di un aspetto moderno di stampo fumettistico, ma non è bastato insieme alle tematiche a riportare la gente in sala. Chissà se al prossimo tesoro da scavare, al prossimo mondo da scoprire, la Casa di Topolino riuscirà a trovare il proprio tesoro animato. Un nuovo gioiello che risplenda nel firmamento ereditario di Walt. Intanto non smettiamo mai di cercare... e provare. Chissà che anche Strange World non sia destinato ad essere rivalutato anni dopo, grazie alla prova del tempo.