Asteroid City, la recensione: Wes Anderson cita se stesso, ma con stanchezza

La recensione di Asteroid City, il nuovo film di Wes Anderson con un gran cast che comprende Scarlett Johansson, Bryan Cranston, Maya Hawke e Tom Hanks. In concorso al Festival di Cannes 2023.

Asteroid City, la recensione: Wes Anderson cita se stesso, ma con stanchezza

La riconoscibilità è un valore che ci piace riconoscere e apprezzare. Una mano autoriale ci sembra da sempre importante, preziosa, e non sono tanti gli autori contemporanei che sono immediatamente riconoscibili da una sola scena. Uno di questi è Wes Anderson, regista che amiamo e seguiamo sempre con affetto, che ha saputo unire questa impronta stilistica forte a un gusto del racconto capace di coinvolgerci. Una sintesi che purtroppo non abbiamo riscontrato nel suo ultimo lavoro presentato al Festival di Cannes 2023 e cercheremo di spiegarvi i motivi nella nostra recensione di Asteroid City.

Una trama che gira un po' a vuoto

Asteroid City
Asteroid City: una scena del film

Non è però male lo spunto di partenza di Asteroid City, che ci porta nel 1955 in una fittizia cittadina americana immersa nel deserto per farci assistere a eventi in grado di cambiare il mondo, che hanno come prima conseguenza quella di sconvolgere l'itinerario di una Convention di Junior Stargazer/Space Cadet, un raduno organizzato per riunire studenti e genitori di tutto il mondo. La cittadina, isolata e sperduta nel deserto, diventa così il centro del mondo e crocevia di situazioni che stuzzicano il gusto surreale del regista.

Un gran cast... in parte sprecato

Asteroid City Scarlett Johansson
Asteroid City: Scarlett Johansson in una scena

Un luogo circoscritto con tanti personaggi e altrettante star del cinema americano: quella messa in piedi da Wes Anderson è una parata di grandi attori e attrici, da Tom Hanks a Scarlett Johansson, Maya Hawke, Jeffrey Wright, Adrian Brody e un Bryan Cranston magnetico narratore per il segmento che fa da cornice narrativa al tutto. Grandi nomi con grande presenza scenica, che però si limitano in molti casi a un paio di scene senza essere valorizzati. Un peccato, perché quasi nessuno di loro influisce in modo significativo nell'economia di Asteroid City, lasciando gli spettatori appassionati di ognuno di loro con una sensazione di amaro in bocca.

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Il gioco stilistico e citazionista

Non è però il problema principale del nuovo lavoro di Wes Anderson, che ci è parso una summa degli stilemi consolidati dell'autore: splendido visivamente, il film non aggiunge molto a quanto già noto e apprezzato del regista americano, in un compendio della sua opera che in qualche modo richiama l'operazione fatta da Nanni Moretti nel suo Il sol dell'avvenire, ma meno brillante nei risultati. Gioca a citare se stesso Wes Anderson, ma lo fa lasciando trapelare un senso di stanchezza generale.

Asteroid City 11
Asteroid City: Tom Hanks in una foto del film

Il risultato non manca di motivi di interesse e gli appassionati del lavoro di Anderson non disprezzeranno nemmeno questo nuovo lavoro, ma manca il cuore che avevamo amato in Moonrise Kingdom o quel gusto per il racconto che animava Grand Budapest Hotel. Si ha insomma la sensazione di una maggior attenzione alla costruzione visiva piuttosto che ad accogliere lo spettatore nella propria cittadina colorata e fittizia, che si guarda e ammira dalla distanza senza riuscire a essere coinvolti.

Conclusioni

Visivamente splendido, narrativamente stanco, il nuovo film di Wes Anderson di cui vi abbiamo parlato nella recensione di Asteroid City non ci ha convinti quanti altri dei suoi lavori precedenti. Non basta una parata di star di grandissimo livello a dar cuore a un lavoro che sembra voler essere una summa di quanto fatto in precedenza dal regista, senza aggiungere molto a quanto già visto in opere più riuscite.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • La cura visiva e formale, sempre eccellente.
  • Alcune situazione che riescono a strappare un sorriso.
  • Una parata di grandissime star americane…

Cosa non va

  • … che però incidono poco nell’economia del film.
  • Chi non ama i lavori di Wes Anderson non cambierà idea con questo film.