C'è un nuovo trend sul grande e "piccolo" schermo. È oramai chiaro che il genere giallo sia tornato di moda nell'audiovisivo, forse più o comunque al pari di horror, thriller, procedurali e così via. Così - come quando Orange is the New Black spopolò su Netflix al grido del titolo che recitava "l'arancione (ovvero il colore delle divise da detenute delle protagoniste) è il nuovo nero" rifacendosi all'espressione utilizzata nel mondo della moda, altrettanto potremmo dire ora con il colore giallo. Ma perché questa (ri)scoperta e (ri)nascita del genere? Proviamo ad indagarlo (per rimanere in tema) andando a ricordare i titoli che sono arrivati (o stanno per farlo) in queste settimane tra sala e streaming.
Gli universi gialli condivisi
Perché il genere giallo è tornato in auge e non ha nessuna intenzione di andarsene? Forse perché, come insegnavano i maestri Agatha Christie e Arthur Conan Doyle, non invecchia mai per davvero. Grazie alla formula alla base, quella del whodunit com'è anche chiamato il genere (ovvero "Chi è il colpevole?") che funziona sempre e può essere ibridato e aggiornato ai giorni nostri. Proprio questa sembra essere la strada percorsa da alcuni autori negli ultimi anni e due esempi lampanti sono da un lato il reboot di Kenneth Branagh e dall'altro il mondo creato da Rian Johnson. Il regista di Belfast ha ripreso in mano l'investigatore per antonomasia, ovvero Hercule Poirot dalla penna della Christie, impersonandolo con due baffi esagerati e mettendosi anche dietro la macchina da presa, scegliendo accuratamente i romanzi da trasporre - a volte seguendoli pedissequamente, a volte stravolgendoli a proprio uso e consumo - e un cast stellare che di volta in volta lo accompagnasse in quest'avventura. In attesa dell'annuncio di un prossimo film di quello che è a tutti gli effetti un franchise moderno (non vediamo l'ora), dopo Assassinio sull'Orient Express e Assassinio sul Nilo, vi invitiamo a recuperare Assassinio a Venezia, arrivato da poche settimane su Disney+, tratto da La strage degli innocenti.
Rian Johnson, chiuso il capitolo Star Wars per il quale è stato al centro di molte discussioni, si è invece gettato a creare il proprio detective di fama mondiale prendendo un attore anche lui reduce da una lunga saga, ovvero 007: James Bond. Stiamo ovviamente parlando di Daniel Craig e del franchise di Knives Out. Inizialmente uscito al cinema con Cena con delitto - Knives Out, il regista ha poi scritto e diretto il sequel Glass Onion - Knives Out direttamente per Netflix, con la quale ha stretto un accordo per il quale realizzerà altri tre film (arrivando quindi a quota cinque), in cui ogni titolo dovrebbe suggerire la forma della location simbolo della storia. Non solo: questa volta in accordo con Peacock (il servizio streaming di NBCUniversal) ha realizzato anche una serie tv parte di quello stesso universo, con protagonista l'amata Natasha Lyonne (il cui personaggio ha fatto una comparsata proprio nel secondo film del franchise). Intitolata Poker Face e già rinnovata per una seconda stagione, la serie è purtroppo ancora inedita in Italia.
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Le crimedy e la presa in giro del genere
Esiste un altro trend negli ultimi anni, soprattutto nella serialità, che andrà a rinforzarsi anche nel 2024. Ovvero un vero e proprio nuovo (sotto)genere ibrido, le crimedy, in cui si prende in giro la passione smodata (a volte quasi ossessione) per il true crime e per i podcast dedicati. La prima serie a farlo è stata Only Murders in the Building su HULU (Disney+ in Italia), raccogliendo anche un divario generazionale grazie al trio scelto - Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez - e agli ottimi autori John Hoffman e l'ex creatore di This Is Us Dan Fogelman, di cui attendiamo il quarto ciclo di episodi che sarà incentrato sull'omicidio della controfigura di Charles. Il successo a livello mondiale ovviamente ha portato le altre piattaforme a provare a replicarne la formula, modificando la trama.
Sono nate così: The Afterparty su Apple TV+ (durata due stagioni), un omaggio a tutti i generi cinematografici attraverso il giallo, dagli ex autori di The Lego Movie e Spider-Man: Un nuovo universo Phil Lord & Chris Miller. Based on a True Story su Peacock (al momento inedita in Italia) con protagonisti i volti amati della commedia Kaley Cuoco (The Big Bang Theory, The Flight Attendant) e Chris Messina (The Mindy Project) scritta da Craig Rosenberg e già rinnovata per un nuovo ciclo di episodi. Morte e altri dettagli (conosciuta precedentemente come Career Opportunities in Murder and Mayhem) e attesa su HULU (Disney+ da noi) il 16 gennaio 2024, che vede il ritorno in tv di Mandy Patinkin (Criminal Minds, Homeland) nei panni di un investigatore in pensione creato dalla coppia Mike Weiss & Heidi Cole McAdams.
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L'omaggio teatrale giallo
C'è poi il giallo da camera o comunque di stampo teatrale e dal sapore tipicamente british, che ha visto un perfetto esempio nel 2022 nel sottovalutato Omicidio nel West End, prodotto da Searchlight Pictures e disponibile su Disney+. Un cast inglese stellare e ricercato e una penna e una regia che univano colori, personaggi e simmetrie à là Wes Anderson ad Agatha Christie (che compare come personaggio!). Su questa falsariga - ma riletta in modo differente - è attesa nel 2024 Wicked Little Letters, pellicola diretta da Thea Sharrock (già dietro Io prima di te e L'unico e insuperabile Ivan) ambientata a Littlehampton negli anni '20 con protagoniste Olivia Colman (che di crimini vicino al mare oramai ne sa qualcosa dopo Broadchurch) e Jessie Buckley.
Il detective o investigatore che sia genera molto più fascino nel pubblico rispetto alla polizia incaricata poiché agisce al di fuori della legge e ci fa immedesimare come spettatori, che vorremmo anche solo per una volta essere coloro che risolvono un caso in modo accidentale e dilettantesco, memori dei pomeriggi passati con La signora in giallo. Ultima in ordine di tempo in questo 2023 che sta per concludersi è stata la Darby Harper di Emma Corrin, un hacker della Gen Z in A Murder at the End of the World, scritta dalla coppia di The OA Brit Marling e Zal Batmanglij questa volta meno disruptive ma sempre attenta all'attualità, utilizzando il genere per parlare di intelligenza artificiale, mascolinità tossica e ossessione. Detective per noia o per caso che sia - citiamo il gioiello Bored to Death di HBO che omaggia Raymond Chandler e affini - il giallo è il proprio nuovo nero, e non vediamo l'ora di avere il prossimo caso da risolvere. Almeno per finta.