Asia Argento, star 'muta' in Isole di Stefano Chiantini

Presentato questa mattina a Roma il film che vede un'inedita Asia Argento protagonista di una storia d'amore e di riscatto ambientata nelle Tremiti; l'opera sarà la prima in Italia ad essere visibile gratuitamente sul web, cinque giorni dopo l'uscita in sala, prevista per l'11 maggio.

Un primato lo ha già conquistato il film diretto da Stefano Chiantini, Isole, in uscita nelle nostre sale il prossimo 11 maggio ed interpretato da una sorprendente Asia Argento; quello prodotto da Selvaggia Sada e Gianluca Arcopinto per Obraz Film e distribuito da Zaroff sarà il primo lungometraggio in Italia ad essere proposto anche in streaming gratuito a partire dal 16 maggio su Repubblica.it. Una scelta ben precisa, quella intrapresa da Zaroff, operata non solo per sfruttare le grandi possibilità di un mezzo come internet, ma soprattutto per smuovere le acque stagnanti di certa distribuzione, non pienamente capace, secondo Arcopinto, di sostenere e valorizzare opere come questa. Un film che trae la sua forza dall'indubbia bellezza degli scenari naturali in cui è stata girato, le isole Tremiti, e dalla delicatezza di una storia quasi fiabesca, quella dell'amore tra Martina, una giovane donna che ha perso la parola, e Ivan, immigrato clandestino costretto da una serie di circostanze a dividere la stessa casa della ragazza. I due dovranno fare i conti con la cattiveria delle malelingue del paese e troveranno in don Enzo, l'anziano e malato tutore di Martina, un complice inatteso. Presentato questa mattina a Roma dal regista Stefano Chiantini e dagli interpreti, Asia Argento, Ivan Franek e Giorgio Colangeli, il film ha ottenuto un buon riscontro all'ultima edizione del Toronto International Film Festival, la stessa in cui Il primo uomo di Gianni Amelio si è aggiudicato il premio della critica internazionale, a dimostrazione che certe opere possano ambire ad un palcoscenico più ampio, nonostante le difficoltà in ambito produttivo e distributivo.

Signor Arcopinto, cosa l'ha spinta a scegliere di distribuire Isole in questa maniera così innovativa, sfruttando l'aiuto di internet? Gianluca Arcopinto: la mia è stata una scelta presa dopo mesi di meditazione, alla luce della disastrosa stagione vissuta dal cinema italiano. E' inutile girarci intorno, anche film che hanno ottenuto dei buoni lanci pubblicitari hanno retto in sala pochi giorni, racimolando degli incassi molto bassi. L'andazzo è questo ed è una situazione che non si può ignorare. E' nata così l'esigenza di fare qualcosa di nuovo e abbiamo pensato ad una strategia diversa. A Roma, che è la città con il numero maggiore di schermi e anche quella in cui è più complicato uscire, saremo presenti solo il 10 maggio al Nuovo Sacher. Gli spettatori che il giorno successivo si presenteranno in sala per vedere il nuovo film in programmazione, avranno in omaggio il DVD di Isole. L'11 maggio, poi, il film uscirà regolarmente in alcune città e poi dal 16 al 20 maggio sarà anche visibile on line e gratuitamente su Repubblica.it. E' sicuramente un esperimento folle, ma siamo sicuri di avere un ritorno. C'è grande curiosità attorno a questo esperimento. Un esperimento che è stato possibile grazie alla qualità del film e di un cast di attori dalla grande riconoscibilità e di grande spessore. Mi rendo perfettamente conto che possa essere una scelta provocatoria e discutibile, ma viviamo in un cinema dove la correttezza non è più di casa. E allora siamo scorretti tutti. Sia chiaro, non mi piango addosso, ma sono convinto che le battaglie sono state combattute e perse, ma dobbiamo continuare a fare film in cui crediamo, trovando strade diverse. La gente è meno stupida di quello che si pensa.

Stefano, ti sei trovato d'accordo con i distributori? Stefano Chiantini: certamente sì. Gianluca mi ha contattato per avere un parere e a me è sembrata un'idea geniale che avrà ripercussioni positive in termini di immagine e anche economici. In questo modo Isole si differenzierà da opere simili non premiate dal mercato.

Qual è stato il percorso che ti ha portato a scrivere e dirigere il film?
E' stata un'esigenza. Avevo conosciuto una persona che come Martina aveva problemi a comunicare e questo incontro mi ha stimolato a scrivere la storia di una donna che gli altri non sapessero ascoltare. Avevo voglia di raccontare l'incontro tra due esseri umani che attraverso la loro sensibilità trovassero riscatto e dignità per la loro esistenza.

Asia, cosa ti è piaciuto del tuo personaggio? Asia Argento: che riuscisse a comunicare a livello profondo senza parole superflue e senza quegli sproloqui a cui il cinema ci ha abituati. E' stata una sfida dell'anima. Ed è stata un'emozione enorme lavorare in un luogo in cui la natura si stava risvegliando dopo l'inverno, una cornice incredibile. Nella mia carriera ho girato una cinquantina di film, ma questo è diverso da tutti gli altri e mi ha fatto crescere.

Stefano, in fase di scrittura avevi già in mente quali dovessero essere gli attori? Stefano Chiantini: il personaggio di Ivan l'ho scritto pensato appositamente a Franek, con cui avevo lavorato benissimo in altre occasioni e così anche per gli altri ruoli. Questo è un film che apparentemente non racconta molto, ma in realtà racconta tanto e pensare già agli attori mentre scrivevo la sceneggiatura mi ha aiutato a dare spessore alla storia. Il loro apporto è stato fondamentale e una volta entrati nei loro personaggi li ho lasciati libero di muoversi come meglio credevano, dando il loro personale contributo.

Visto che sei stato chiamato in causa, Ivan, tu intepreti il ruolo dell'operaio clandestino che si innamora di Martina... Ivan Franek: una donna che comunica tantissimo senza parlare. Il loro è un dialogo muto che mi è piaciuto molto, in fondo parlano una sorta di lingua universale. E' stato un lavoro bello e intenso.

Giorgio, tu sei don Enzo, un prete decisamente fuori dagli schemi. Che esperienza è stata questa per te? Giorgio Colangeli: direi completamente nuova, diversa dal solito. Mi è piaciuta subito la sceneggiatura, ma non nascondo di avere avuto momenti di tormento e di confronto con Stefano. Solo che ho deciso di affidarmi a lui, accantonando il mio modo di lavorare. In genere sono consapevole di tutti gli sviluppi della storia, ma in questo caso mi interessavo di quello che succedeva di volta in volta, senza avere presenti lunghe parabole. Quanto al personaggio di don Enzo, lui non è un prete, è un abitante dell'isola come tutti gli altri, con un ruolo certamente ben preciso, ma senza quella ieraticità che ci si aspetterebbe da un uomo di chiesa. Mi piaceva il fatto che avesse delle beghe personali con una sorella con cui proprio non si prende, che fosse un ruvido di poche parole. Ho un bellissimo ricordo del set e delle Tremiti, che io considero come un personaggio aggiunto. E mi piaceva il fatto che Martina avesse un amore speciale per le api, insetti che l'uomo usa senza snaturare.

E' stato difficile lavorare con le api, Asia? Asia Argento: erano 80 mila e le ho incontrate direttamente sul set. Fino all'ultimo non sapevo come avrei reagito, anche perché non amo gli insetti in modo particolare. Fortunatamente ho potuto lavorare a stretto contatto con un apicoltore che mi ha messo una calma incredibile per la sua dedizione a delle creature così intelligenti e fedeli. Mi sono accordata alla sua delicatezza ed è stato facile, la paura è svanita e sono riuscita anche ad accarezzarle a mani nude. Non sono stata punta perché avevo un timore reverenziale nei loro confronti, mentre Ivan, che ha fatto lo smargiasso, è stato punito e si è dovuto fare delle belle iniezioni di cortisone.