C'è qualcosa di più difficile per un attore che interpreta l'antagonista in un film di supereroi di ritrovarsi di fronte un gigante come Jason Momoa come avversario: Patrick Wilson, che, anche se non come quelle del collega, ha comunque delle spalle larghe, in Aquaman, nel ruolo di re Orm, sovrano di Atlantide in cerca di vendetta contro il fratello mezzosangue, e sopratutto contro i terrestri, rei di inquinargli i mari, aveva il compito, fondamentale, di dare finalmente dignità agli antagonisti del DC Expanded Universe.
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L'attore, fedelissimo collaboratore di James Wan, regista di Aquaman, al cinema in Italia dal primo gennaio, c'è riuscito: il suo re, geloso dell'amore della madre, la regina Atlanna (il premio Oscar Nicole Kidman) per il fratello mezzosangue e alla disperata ricerca di potere e controllo, è finalmente un antagonista degno di questo nome. Non solo: le sue motivazioni sono più che valide e in certi momenti, complice anche la bravura di Patrick Wilson, si è portati a fare il tifo per re Orm più che per l'indeciso e confuso Aquaman.
Abbiamo incontrato l'attore a Londra, al junket europeo di Aquaman, dove gli abbiamo fatto notare che, in Batman v Superman: Dawn of Justice, ha prestato la voce al Presidente degli Stati Uniti: re Orm è così scaltro e diabolico da essersi infiltrato nel governo americano? Patrick Wilson ci ha risposto ridendo: "Mi piacerebbe poter dire di sì, ma sono due cose diverse. Da un lato c'è Zack Snyder, che adoro e con cui ho fatto Watchmen, e poi James Wan, che ama preparare i suoi film con attori con cui ha già lavorato. Era un easter egg simpatico per i fan, ma non ha niente a che fare con questo. O forse sì, magari Orm è il Presidente. Vedremo."
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La responsabilità di governare
All'inizio del film Thomas Curry (Temuera Morrison), il padre di Arthur Curry, alias Aquaman, dice ad Atlanna che sulla terra le lacrime si sentono. Per essere non solo un eroe, ma anche un essere umano migliore, bisogna provare anche le emozioni negative? Secondo l'attore sì: "Certo: l'umanità è così. Senza fare discorsi troppo politici, credo sia il problema di questo momento: dovremmo governare con il nostro cuore. È ciò che alla fine ci terrà uniti. Se più persone lo facessero staremmo meglio, se devo essere onesto." A proposito di politica: re Orm dice che la compassione non è nello stile del suo popolo: chi governa però dovrebbe mostrarla di più o no? "Certo, assolutamente. Con l'avvento di internet e dei social media il mondo è diventato molto più piccolo, si viaggia di più, c'è più coscienza del resto del mondo e questo non sparirà. Quindi l'idea che, non importa quanto sia grande il tuo paese, si possa vivere in una bolla che riguarda solo te, credo sia un atteggiamento molto egoista. Bisogna capire qual è il nostro posto, non solo nella comunità, ma anche nel nostro stato, nel nostro paese e nel mondo. Siamo tutti sulla stessa barca."