Tutti noi portiamo il peso della nostra eredità.
Anthracite - Il mistero della setta degli Ecrins si è subito distinta le tra serie thriller che trovate su Netflix (leggi la recensione), e non solo per l'inquietudine con cui ha messo in scena la storia raccontata, vagamente ispirata a ciò che di vero successe con il suicidio di massa di una setta negli anni '90, ma anche per il mix di tematiche affrontate. Tutti questi fili vanno ad unirsi e trovare un loro senso compiuto nella nostra spiegazione del finale della miniserie, che prova a fare chiarezza in mezzo alle tante rivelazioni di questo epilogo al cardiopalma.
Una trama ingarbugliata (occhio agli spoiler!)
Il finale di Anthracite innanzitutto è servito a dipanare la matassa per la trama ingarbugliata della serie Netflix. Due le rivelazioni principali che hanno fatto da apripista a questa avvincente conclusione: il guru della setta Caleb (Stefano Cassetti) ha avuto due figli, un maschio e femmina, con due donne diverse, da un lato in modo consenziente dall'altro no, per poter continuare la dinastia di sangue e, come recitava la profezia, avere sia la Luce che l'Ombra ad equilibrare le sorti del mondo. La Luce destinata a vivere, appunto, alla luce del sole, l'altra consegnata all'oscurità delle miniere di antracite di Levionna, il paesino al centro della storia.
La Luce e l'Ombra
Il primo flashback ci riporta alla scoperta da parte di Caleb delle miniere, attraverso delle voci e dei sussurri che lo avevano attirato lì mentre stava facendo un'escursione - quindi una sorta di "presenza" che era lì da ben prima della nascita della setta e dell'arrivo del guru in città, dicendogli di spalmarsi l'antracite su metà della faccia - e da lui passiamo al presente e alla doppia progenie. Da un lato i protagonisti Ida e Jaro (Noémie Schmidt e Hatik), che hanno avuto il loro "momento Game of Thrones" andando a letto insieme e scherzandoci su. Dall'altro l'infermiera del manicomio dove era ricoverato Caleb, che ha dato alla luce due figli, uno dei quali è il medico interesse amoroso di Romeo, il fratello gay della poliziotta Giovanna (Camille Lou). I due ragazzi sono stati cresciuti dall'infermiera, irretita dei discorsi del guru trovati registrati sulle VHS nel magazzino lasciatole dal giornalista padre di Ida, quando lasciò la città con la neonata di Juliette nel 1994. La donna ha fatto in modo di rimanere incinta dal guru e ha educato i figli nell'ottica che uno dei due si sarebbe sacrificato vivendo nei cunicoli sotterranei delle miniere, eliminando uno dopo l'altro gli ostacoli lungo la strada.
Tra questi, le misteriose morti avvenute nel corso degli anni, facendo sembrare la cittadina maledetta, e gli scienziati di Arconna, l'azienda che faceva delle ricerche attraverso le miniere di antracite, tacciata di aver inquinato l'ambiente, tanto da aver provocato l'aborto di Giovanna e la morte di un bambino del posto (ma scopriamo che gli eventi non sono necessariamente correlati). Semplicemente non stavano ottenendo risultati e sono stati costretti a chiudere: lo scienziato responsabile decide di far esplodere la miniera e la stazione di ricerca, causando il crollo di parte della città alta di Levionna. Il medico gay spara a Romeo per assecondare la madre-infermiera ma poi lo porta di corsa in ospedale sopraffatto dal senso di colpa: il ragazzo si salverà, dicendo addio per sempre all'ex amante arrestato per il tentato omicidio e anche alla cittadina che voleva lasciare da tempo. Tutti si ritrovano alle miniere per salvare la figlia di Jaro, mentre la verità viene pian piano alla luce e anche l'infermiera viene fermata sotto le macerie, con Caleb ucciso per mano della sua stessa figlia avuta suo malgrado e cresciuta in quei cunicoli.
Le colpe delle madri
L'aspetto più interessante del finale di Anthracite è che ci viene fatto capire come si tratti, in fondo, di una grande epopea familiare lunga trent'anni. Non solo l'identità del padre di Jaro, della parentela tra l'infermiera e il medico e il loro rapporto con Caleb, ma anche la vera identità del padre biologico di Ida, che scopriamo non essere il guru dopotutto. A volte l'eredità - genetica ed emotiva - è un peso e una croce più che qualcosa di cui andare fieri. Questo vale sicuramente per i protagonisti della serie Netflix le cui scelte hanno condizionato quelle della loro progenie. Non le ridondanti colpe dei padri che ricadono sui figli di epica memoria (fin troppo dichiarate in esperimenti seriali come il recente Piccoli Brividi) bensì un modo nuovo per raccontarle attraverso un diverso punto di vista che porti a quel tipo di risoluzione.
Juliette dopo aver avuto il rapporto controverso con Caleb che ha generato Jaro, è stata violentata dal fratello che l'ha messa incinta: ecco il perché del trauma una volta scoperta la gravidanza e il rifiuto verso la bambina una volta data alla luce, si trattava del frutto di uno stupro familiare. Ed ecco il perché del sangue in comune tra Jaro e Ida e perché lui potrà farle da donatore di midollo osseo per la leucemia: in fondo sono comunque imparentati, ma non come avevano immaginato. Era questo che il giornalista era andato a cercare tornando nel paesino tra le Alpi, non aveva nessuna intenzione di riaprire il caso; pensava che Caleb fosse il padre naturale e voleva salvare la figlia a tutti i costi dalla malattia. Proprio mentre Ida e il padre ritrovato (che lei considererà per sempre il suo vero genitore), ora con una gamba artificiale stanno lasciando Levionna, capiscono la verità, in un montaggio alternato anche Jaro ne viene a conoscenza mentre si trova con lo zio. Nella camera della madre, il ragazzo riascolta una vecchia audiocassetta da lei registrata, la stessa che aveva sentito la zia subito prima di essere uccisa. A questo punto è tutto chiaro: metà degli omicidi accaduti - compreso il rapimento del giornalista - sono in realtà responsabilità dello zio di Jaro, il fratello di Juliette, che voleva far finta non fossero mai avvenute le violenze da lui perpetrate.
Scena post-credits
Nota a margine: nel finale non andate subito via. C'è una scena post-credits (anzi mid-credits per la precisione) non fondamentale (forse) ma divertente. Ovvero l'approccio sui generis di Ida al documentario true crime che stanno girando su quanto successo a Levionna. Lei però deve interrompere le interviste perché è stata chiamata dal suo network di detective dilettanti online per un nuovo caso: il ritrovamento di qualcosa di orribile (forse une testa mozzata?) da parte di una donna fuori dalla porta di casa. Che si tratti di una stagione 2 di Anthracite? Per il momento Netflix non si sbilancia in tal senso. A voi piacerebbe un nuovo caso di indagini per Ida?