Ancora più bello, Ludovica Francesconi: “Marta è cresciuta. Imparerà a non avere paura di avere paura”

La video intervista a Claudio Norza, Ludovica Francesconi e Giancarlo Commare, rispettivamente regista e interpreti del sequel di Sul più bello.

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Ancora più bello: Ludovica Francesconi e Giancarlo Commare in una scena del film

A un anno dal primo episodio, Sul più bello, la trilogia scritta da Roberto Proia e Michela Straniero torna in sala dal 16 settembre con un sequel Ancora più bello che conferma la ricetta vincente di una saga destinata a ridare linfa al genere del teen drama nel nostro paese. Il film mantiene con il precedente una continuità: nei toni, sempre in bilico tra l'ironico e il romantico, e nelle scelte estetiche, che dimostrano ancora una volta l'attenzione alle atmosfere da cartoon, ma con un'apertura maggiore all'irruzione della realtà. Il pubblico ritroverà il mondo a colori di Marta, la protagonista affetta da una malattia rara che ha fatto della meraviglia e della risata le sue ragioni di vita. Archiviata la relazione con Arturo, è pronta a vivere un nuovo amore anche se a distanza, con Gabriele, aspirante scenografo temporaneamente trasferitosi a Parigi, ma soprattutto sarà in lista di attesa per un trapianto di polmoni. Alla regia Claudio Norza che raccoglie l'eredita di Alice Filippi e che dirigerà anche il capitolo conclusivo, ma non è l'unica novità: tocca infatti alla new entry Giancarlo Commare (Skam Italia, Maschile Singolare) vestire i panni di Gabriele. Con loro e con l'attrice protagonista Ludovica Francesconi, abbiamo parlato delle evoluzioni della storia e delle paure che li hanno accompagnati.

LA VIDEO INTERVISTA A GIANCARLO COMMARE, LUDOVICA FRANCESCONI E CLAUDIO NORZA

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Ancora più bello: Ludovica Francesconi e Giancarlo Commare in un momento del film

Claudio Norza: Mi era piaciuto molto il primo film, come pubblico mi aveva emozionato. Quando mi è stata proposta la realizzazione dei due capitoli successivi, Ancora più bello e il terzo, è stata una emozione fortissima, anche se all'inizio forse c'è stata un po' di timidezza nell'entrare in una famiglia già formata. Ho voluto riconfermare tutti i capireparto, perché mi era piaciuto davvero quello che avevano creato, con qualcuno come la costumista avevo già lavorato. Ho preferito inserirmi con molta circospezione e grande modestia, mi sembrava giusto confermare il grande lavoro fatto.

Vi siete scambiati qualche consiglio?

C. N.: No, l'ho incontrata a fine film e ci è venuta a trovare un giorno sul set, ma sono state le uniche due volte in cui ci siamo visti.

In che modo evolve il rapporto di Marta con la malattia?

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Ancora più bello: Ludovica Francesconi in un momento del film

Ludovica Francesconi: Si ritrova in una specie di limbo, è in attesa dell'arrivo dei polmoni e nonostante cerchi di ignorarla e di non pensarci, la malattia rimane lì nel sottofondo, in maniera molto sottile. Lo vediamo anche solo dal fatto che adesso Marta indossa sempre i respiratori, è qualcosa che passa quasi inosservato ma alla fine esplode. Questo contribuisce a farle avere una visione diversa della vita: se prima tutto era molto adolescenziale e meraviglioso, ora ritroviamo la protagonista con uno sguardo molto più fermo e reale sulle cose che accadono.

Giancarlo, come sei stato accolto? E che indicazioni ti sono state date per interpretare Gabriele, un personaggio a metà tra il clownesco e il bohémien?

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Ancora più bello: Giancarlo Commare in una scena del film

Giancarlo Commare: All'inizio il timore c'è stato, anche io come il mio personaggio dovevo confrontarmi con il passato, ma sono stato accolto bene da tutti, erano felici ed entusiasti di avermi, quando ancora non capivo molte cose. Una volta iniziato a lavorare però, tutto si è semplificato. Mi è stata data una linea, l'obiettivo di Roberto era quello di rappresentare un personaggio completamente diverso dal precedente e molto più simile a Marta. Abbiamo puntato sulle sue fragilità mostrandole senza veli, credo sia la caratteristica più interessante di Gabriele, che lo rende anche più forte, le fragilità ti rafforzano. Lotta molto per avere l'amore di Marta, lo fa inizialmente sbagliando e in maniera non sana. Vedremo se riuscirà a riconquistare il suo cuore...

L'irruzione della realtà: imparare ad avere paura

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Ancora più bello: Ludovica Francesconi in una scena

Se nel primo film sembrava che una risata bastasse a salvarci la vita, in questo sequel invece c'è un impatto brusco con il reale nella vita di tutti. Il confronto con la realtà prevale sulla favola e si fa strada l'accettazione delle proprie paure. Quali sono state le vostre?

L. F.: Sicuramente veder crescere Marta, la costruzione del suo mondo meraviglioso stava maturando. Avevo paura che diventando adulta si smorzasse la sua fatalità, ho trovato la chiave di lettura grazie a Claudio: la malattia doveva rimanere sotto, sottile, sul fondo, impercepibile fino a quando ti ritrovi faccia a faccia con le tue paure. Se nel primo film Marta affrontava le sue paure e poi rimetteva subito su la maschera e un bel sorriso, adesso mi ha insegnato che è sano anche affrontarle. Va bene essere positivi e ottimisti, ma bisogna anche saper fare i conti con la realtà, senza avere paura di avere paura. C. N.: La mia paura più grande è che non arrivi al pubblico tutto quello che abbiamo cercato di mettere in questo progetto. G. C.: Credo sia una paura comune. Chissà se il pubblico, che è molto affezionato a chi esisteva prima di Gabriele, apprezzerà questo personaggio.

È la fine della favola?

C. N.: È l'inizio della realtà, le favole sono belle ma anche la realtà lo è. G.C.: Può esserlo ancora di più!