Dopo lo splendido A Single Man, Tom Ford torna dietro la macchina da presa per la sua seconda regia. Ancora un adattamento letterario, Animali notturni, ispirato a Tony & Susan di Austin Wright, affascinante romanzo metanarrativo che parla di crisi esistenziali, vendette, debolezza e amore. Il libro ruota attorno al personaggio di Susan, moglie in crisi che, durante le festività natalizie, si immerge nella lettura delle bozze del romanzo del suo ex marito inviatole a sorpresa. Una situazione assai complessa da rendere sul grande schermo che il regista Tom Ford adatta brillantemente tradendo il romanzo là dove necessario per riproporne la forza e l'intensità.
"Il primo problema che mi sono dovuto porre" spiega Ford "riguarda proprio la natura del romanzo dove c'è una protagonista che reagisce alla lettura in un monologo interiore in cui riflette sulla propria esistenza passata e presente. Come potevo entrare nella testa di Susan? Come potevo rendere visivamente i suoi tormenti? Mi serviva un'attrice eccezionale ed è per questo che ho pensato a Amy Adams. L'altra questione da risolvere riguardava l'ambientazione. Il libro è stato scritto nel 1993 e ambientato nel Nord Est. Oggi una situazione come quella che vediamo nel film non potrebbe verificarsi. E' una zona molto moderna, basta chiudere la sicura della macchina e fare una telefonata col cellulare per essere al sicuro. Allora per una questione di credibilità ho spostato tutto in un luogo in cui i telefoni ancora oggi potrebbero non prendere e ho scelto il West Texas, luogo che conosco molto bene visto che sono nato ad Austin".
I personaggi? Un riflesso dell'autore
Per un regista che proviene dal mondo della moda ed è abituato alla bellezza in tutte le sue forme, Animali notturni si apre con una sequenza davvero speciale. Sui titoli di testa del film vediamo alcune donne obese che danzano al ralenti seminude. Le scene, scopriremo poi, sono parte di una video installazione realizzata da Susan. In un altro cambiamento significativo nel passaggio dal libro al film, il personaggio affidato a Amy Adams non è più un'insegnante d'inglese bensì un'affermata artista contemporanea che lavora in una prestigiosa galleria. "Ho inventato una sequenza d'apertura immaginaria perché volevo entrare nella testa di un'artista" confessa Tom Ford. "Ho vissuto a New York e conosco il mondo dell'arte contemporanea. Ho cercato qualcosa che potesse scioccare al primo impatto e mi sono innamorato di queste donne così belle e così libere".
Pur avendo un alto tasso di testosterone nel film, visto che gran parte degli interpreti sono uomini, Amy Adams ha l'onore di essere la portatrice del punto di vista della storia, colei che legge e filtra attraverso la propria esperienza la vicenda che si dipana nel romanzo in suo possesso. "Quando ho letto la sceneggiatura di Animali notturni l'ho trovata così bella e dettagliata. Passi da una storia all'altra, da un personaggio all'altro desiderando di sapere cosa stia per accadere. Quello di Susan è un ruolo complesso. Per prepararmi a volte Tom ha letto con me la parte e mi ha aiutato moltissimo. E' stato di grande sostegno. Ha creduto in me e nei miei silenzi e ciò mi ha permesso di entrare dentro la storia". Il ciarliero Tom Ford interrompe Amy puntualizzando: "La base del processo creativo è chiedersi cosa vogliamo comunicare col nostro lavoro. Il personaggio di Susan è vittima della propria insicurezza. Quando scrivi un personaggio metti dentro te stesso, perciò Amy è una parte femminile di me. Io sono cresciuto in Texas, ma non ero il ragazzo forte e ruvido, ero quello sensibile. C'è qualcosa di me in Amy e c'è molto di me in Tony, il personaggio del romanzo al centro del film".
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Non vendetta, ma amore
A interpretare Tony è il versatile Jake Gyllenhaal in un ruolo decisamente impegnativo, quello di un uomo fragile e insicuro vittima di un terribile incidente. L'attore confessa: "Questa era una delle migliori sceneggiature che abbia mai letto, è commovente, emozionante, sconvolgente. A prima vista sembra che il film parli di vendetta, ma io so per cerco che non è così. E' un film che parla d'amore. La metafora del cuore spezzato ci permette di riflettere sulla nostra condizione attuale. L'ho letto e ho pensato 'Tony sono io, ci sto'" Riguardo le fragilità del suo personaggio, Gyllehaal scherza: "Non so cosa sia la sensibilità perciò è stato un ruolo difficile. Tornando seri, un attore cerca sempre di sperimentare cose diverse e i sentimenti che abbiamo cercato di rendere nel film li ho provati davvero nella vita e li ho usati per il mio personaggio".
Radicale il mutamento richiesto ad Aaron Taylor-Johnson per interpretare il villain del film. L'attore commenta così la fiducia riposta in lui dal regista: "Il mio personaggio è straordinario. Prima di accettare ho avuto una conversazione con Tom e lui mi ha convinto. Tom parla con lo stesso ritmo che vedete nel film. Mi ha portato in viaggio con lui ed è stato eccitante. Mi sono misurato con sensazioni che non conoscevo. Tom aveva una visione chiara del personaggio. Potrei seguirlo in ogni cosa che fa, insieme abbiamo creato una figura selvaggia, magnetica, ma anche pericolosa e imprevedibile". "Aaron ha creato un personaggio molto più disturbante di quanto mi aspettassi, davvero spaventoso" aggiunge Tom Ford.
Un futuro con meno moda e più film
Animali notturni è un film profondo e sfaccettato proprio perché contiene tante sorprese e spinge gli spettatori a riflettere sul senso della vita e su concetti come felicità, ambizione e appagamento. Dalla visione ne emerge una morale piuttosto amara, dove ciò per cui si è lottato a un tratto sembra non essere più così importante. "Conosco bene questa sensazione, il film l'ho scritto io" scherza Tom Ford. "A volte da giovane lotti per emergere, per farti una famiglia, per sbarcare il lunario e non ti accorgi di essere intrappolato in qualcosa che non fa per te. Poi quando arriva la mezza età sembri realizzato, ma capisci di non essere felice. Il finale del film sembra drammatico, ma Susan non tornerà mai alla vita precedente. Non sappiamo cosa le accadrà, ma il periodo infelice è finito. Sembra un finale drammatico, ma in realtà è una trasformazione". Autobiografia anche in questo caso? Il regista non lo ammette, ma quando si parla di film si scusa apertamente. "Vi ho fatto aspettare sette anni, ma vorrei fare film più spesso. Ogni due, al massimo tre anni. Mi scuso di essere impegnato con altre cose. Che tipo di regista sarò? Guardate i miei film e lo scoprirete. Quello che mi auguro è fare cose che facciano riflettere le persone".