La signora Bush, qualche mese fa, in una strategia di comunicazione studiata dall'entourage di Mr. President (lo stesso gruppo protagonista di West Wing), ha dichiarato alla stampa in presenza del marito, che la sera mentre Georgie dorme, lei guarda le casalinghe disperate, perchè lei si sente effettivamente una desperate housewife.
Questo momento è l'esempio di quanto una delle serie più innovative e seguite del 2005 abbia la sua grande forza nella immedesimazione delle donne di ogni classe sociale. Se Sex & the city, rappresenta le donne single in carriera, Desperate Housewives è l'immagine femminile della donna di casa, sia essa ricca, povera, divorziata o felicemente sposata.
La donna, quindi, al centro del mondo. Ancora una volta. E gli uomini stanno a guardare.
Tutto inizia a Wisteria Lane (Wisteria è una pianta dai bellissimi fiori ma dai semi velenosi...), un quartiere della provincia americana, con villette a schiera colorate e linde come quelle di Edward mani di forbice, è il teatro di un dramma. Qui, Mary Alice Young si suicida inspiegabilmente con una pistola, lasciando un marito e un figlio. Le sue care amiche e vicine di casa sono tristissime per la perdita subita, ma la vita deve andare avanti (e anche lo show...) e Susan, Lynette, Gabrielle, Edie, Bree, ritornano al loro tran-tran quotidiano, alle lavatrici, alla cucina, ai figli, alle relazioni personali.
Ognuna di loro conduce la propria piatta esistenza, nelle lunghe giornate, in cui gli sguardi indiscreti nelle case vicine è il migliore passatempo possibile. In fondo ognuno nasconde piccoli segreti, e le cinque fanciulle, tanto amiche, hanno invidie nascoste che giorno dopo giorno nascono e muoiono, in una disperazione tanto inconscia quanto mai espressa.
Il dolore equilibra i sorrisi, l'amore si scontra con l'odio, e gli uomini... Dove sono gli uomini? Loro sono solo pedine su una scacchiera tinta di rosa macchiato di mistero.
La genialità di Desperate Housewives è nella rappresentazione di ogni tipologia di donna, perfettamente interpretata dalle protagoniste, raccontate dalla voce fuori campo della defunta Mary Alice, che trasforma le emozioni in parole, all'inizio e alla fine di tutti gli episodi.
Susan Mayer (la splendida Teri Hatcher) è svampita, divorziata con una figlia, con il grande desiderio di trovare un sostituto d'amore, che si materializza nel più o meno idraulico Mike Delfino (James Denton). Non è un'ottima madre, ma è dolce e affascinante, più dell'intero gruppo di amiche. Forse non se la cava troppo bene a nascondere qualche misfatto bianco, ma lo fa con l'innocenza e l'incoscienza di una maturità arrivata troppo in fretta.
Lynette Scavo (Felicity Huffman) è madre di tre gemelli che l'hanno costretta ad abbandonare il ruolo di manager d'azienda. Lei, però, è l'amministratore delegato di casa. Gestisce i figli a bacchetta e il marito, represso per non avere mai accettato di avere un lavoro infinitesimale rispetto a quello che aveva la moglie. Integerrima, curiosa ma non troppo, è la decisione fatta persona. E ne ha per tutte quante.
Bree Van De Kamp (Marcia Cross) è la casalinga modello, moglie quasi, affetta dalla sindrome ossessivo-compulsiva che le fa pulire casa come se fosse una sala operatoria, preparare cene perfette in ogni dettaglio, impazzire per un bottone che si sta staccando senza poterci fare niente. Più che disperata, infatti, è ossessionata. Così come il marito che si oppone a questa razionalità nascondendo il suo interesse per delle pratiche sessuali quantomeno interessanti.
Gabrielle Solis (Eva Longoria) è giovane, avvenente, e amante delle cose belle e costose. Il marito Carlos, gelosissimo, lo sa, e la riempie di regali, a partire da un'automobile che farebbe invidia a Schuemacher, e per questo deve fare soldi in modi non troppo ortodossi. Un uomo fantastico, in teoria. E la moglie come lo ringrazia? Osservando il giardiniere belloccio che taglia l'erba con i muscoli in bella vista.
Edie Britt (Nicolette Sheridan) biondona che si mette in mostra nella ricerca dell'uomo della propria vita, non è tanto amata dalle altre quattro perchè considerata subdola e falsa. Ma la sua anima non è così, a parte qualche piccola invidia, lei è collaborativa e si allea a questa o quella vicina, secondo necessità, con la bontà nascosta dietro il generoso decolleté.
Le cinque eroine di questo micromondo di vizi e virtù sono nel loro regno, e non desidererebbero essere altrove, in attesa di qualche nuova preda della loro curiosità, estremamente disperata, mai sazia. Sempre nel segno della grande, imprescindibile amicizia.