Amate sponde, la recensione: una sinfonia per immagini ci svela la bellezza dell'Italia

La recensione di Amate sponde, il suggestivo documentario in 4K di Egidio Eronico da oggi al cinema che offre uno sguardo inedito sulla relazione tra popolo italico e ambiente solo con l'ausilio di immagini e musica.

Amate sponde, la recensione: una sinfonia per immagini ci svela la bellezza dell'Italia

L'Italia di oggi e di ieri. L'Italia agricola, degli anziani col volto una ragnatela di rughe e quella ipermoderna, evoluta, che guarda avanti tra grattacieli, industrie hi-tech e laboratori all'avanguardia. Come svela la nostra recensione di Amate sponde, il film di Egidio Eronico, da oggi nei cinema con Luce Cinecittà dopo le anteprime della Festa del Cinema di Roma e del Torino Film Festival, ci svela l'Italia che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi scovandone la bellezza nascosta (e non) col suo obiettivo.

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Amate sponde: una foto del documentario

Grazie al sapiente uso dei droni e a un accurato lavoro di regia, le riprese in 4k in altissima definizione con lenti anamorfiche di Amate sponde si susseguono in un elegante flusso senza soluzione di continuità, accostate le une alle altre grazie a un montaggio che ne evidenzia affinità nascoste oppure le unisce per contrasto. Il collante è la musica di Vittorio Cosma, ora dolce e melodica, ora ritmata e percussiva, pronta a rincorrere o anticipare le immagini, ma anche a fermarsi, lasciando spazio al canto degli uccelli o a un altro suono ambiente. O semplicemente a qualche istante di silenzio.

Un'Italia, tante Italie

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Amate sponde: una scena del documentario

Ambizioso ed elegante, Amate sponde è un prodotto fuori dal comune che ci richiama alla mente capolavori del muto come Berlino - Sinfonia di una grande città del 1927. Il regista scova punti di vista inediti per regalarci indimenticabili scorci del paesaggio naturalistico italiano, di quello urbano e di quello umano. Operai al lavoro, bambini che giocano, giovani danzatori, anziani sulle panchine, un senzatetto piegato sul carrellino con cui trasporta i suoi pochi averi, un contadino che lavora la terra e governa le bestie. Italiani, ma anche immigrati che portano avanti aziende, pregano nelle moschee, frequentano la scuola a dimostrare che, anche se c'è ancora molto lavoro da fare, il processo d'integrazione è in atto.

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Amate sponde: una scena del film

Il suggestivo documentario si sofferma sul rapporto tra l'uomo e l'ambiente che lo circonda fotografando un paesaggio in continua evoluzione. Immagini di una bellezza che stordisce catturate percorrendo le creste delle Alpi o correndo lungo le sponde di mari e fiumi, mostrano la trasformazione del paesaggio con l'industrializzazione. All'immenso parco fabbrica di Porto Marghera si contrappone, dall'altro lato della laguna, un placido e solitario pescatore mentre le trivelle che estraggono il petrolio sull'Adriatico fanno da controcanto al terreno arido e crepato del sud, desertificato, che evoca immagini mediorientali anche se purtroppo riguarda un problema ben più vicino.

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Amate sponde: una scena tratta dal documentario

Nell'ultima parte di Amate sponde si concentrano immagini hi-tech di laboratori di ricerca, esperimenti su droni, scienziati e ricercatori con le teste chine su microscopi e computer. L'Italia si evolve, muta e il progresso ha un prezzo da pagare. Ma come lascia intendere Egidio Eronico aprendo il film con le immagini dello Stivale visto dallo spazio, è necessaria una visione d'insieme per rendersi conto dove stiamo andando e frenare questa corsa precipitosa verso la distruzione del nostro territorio.

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Amate sponde: una sequenza del documentario

Ecco che il ritorno costante dei Mamuthones, le maschere sarde che danzano intorno al fuoco e che ritornano in vari momenti del documentario, col loro carico ancestrale rappresentano un richiamo costante alle nostre radici. Solo comprendendo e proteggendo il nostro passato saremo in grado di costruire un presente e un futuro equilibrati per il nostro Bel Paese.

Conclusioni

Uno sguardo alla bellezza dell'Italia offertoci dal suggestivo documentario di Egidio Eronico, come rivela la nostra recensione di Amate sponde, ma anche un monito a preservare la bellezza che ci circonda grazie a (ma anche “nonostante”) lo sviluppo tecnologico. La grandezza dell'Italia passa attraverso la sua varietà e accoglienza, ma anche attraverso la salvaguardia della tradizione.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • La bellezza indiscutibile delle immagini, che mostrano punti di vista inediti dell'Italia.
  • La varietà della rappresentazione, sia del panorama naturale e urbano che di quello umano.
  • La suggestione generata dalle musiche di Vittorio Cosma.

Cosa non va

  • La denuncia della trasformazione e dei rischi che corre il paesaggio italiano per via dell'industrializzazione selvaggia, offuscata da tanta eleganza, rischia di passare in secondo piano.