Recensione Alpha – Un’amicizia forte come la vita: ingenuo, ma non per bambini

La recensione di Alpha - Un'amicizia forte come la vita: è un film piuttosto ingenuo, ma nella sua forma visiva c'è probabilmente il futuro del cinema.

Com'è che il cane è diventato il miglior amico dell'uomo? Prova a dare una risposta Alpha - Un'amicizia forte come la vita, il nuovo film di Albert Hughes in uscita il 6 dicembre. È una storia che avviene 20mila anni fa, quando un ragazzo, che viene portato a caccia dagli adulti della sua tribù, viene caricato da un bisonte e viene creduto morto, e abbandonato dagli altri. Solo, e ferito, viene attaccato da un branco di lupi e, per difendersi, ne ferisce uno. Anche lui viene abbandonato dal branco. Queste due creature sole, ferite, abbandonate, finiscono per legarsi. Il ragazzo cura il lupo, gli dà da bere e da mangiare, gli fa riprendere le forze. Lui ricambierà il favore, difendendolo dagli altri animali, aiutandolo a cacciare. Ma il cammino verso casa sarà irto di difficoltà.

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Alpha - Un'amicizia forte come la vita: un momento del film

Alpha: un mondo fantasy

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Alpha - Un'amicizia forte come la vita: Kodi Smit-McPhee è Keda nel film

Non aspettatevi veridicità storica né scientifica in Alpha - Un'amicizia forte come la vita. D'altra parte, se una storia avvenuta quarant'anni fa come quella dei Queen può prendersi delle libertà, figuriamoci un racconto ambientato 20mila anni fa. Alpha in realtà vive in un mondo a se stante, un universo fantasy. Dove vedrete uomini primitivi andare a caccia con abiti da collezione autunno-inverno della Stone Island, facce truci che in fondo truci non sono, ragazzi primitivi con una coscienza animalista, sensibili e impacciati che poi però si medicano da soli come Rambo. E riescono a brandire un coltello, in apnea, dentro l'acqua gelata per rompere una spessa crosta di ghiaccio.

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Immagini ad effetto, poco ritmo

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Alpha - Un'amicizia forte come la vita: un momento del film con Kodi Smit-McPhee

Lo avrete capito, Alpha è un film molto ingenuo. A partire dalla sceneggiatura, che sembra scritta da un ragazzino, o da un insegnante che vuole spiegare un concetto molto semplice a uno studente giovanissimo, alla regia, che cerca di stupire con immagini ad effetto ma non tiene completamente in pugno il racconto, anche a livello di ritmo. Per arrivare agli attori: diciamo che non sono di primo piano. Non servirebbero grandi talenti, in fondo devono fare i primitivi, ma i protagonisti ci sono sembrati davvero troppo poco espressivi, da un lato, e nemmeno troppo evocativi dell'idea che abbiamo dei nostri antenati, dall'altro. Il risultato di questi fattori è la scarsa empatia con i protagonisti, con la conseguenza di far uscire ben presto lo spettatore dal film.

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Alpha - Un'amicizia forte come la vita: Kodi Smit-McPhee in una scena del film

Quella voglia di avventura...

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Alpha - Un'amicizia forte come la vita: Natassia Malthe, Jóhannes Haukur Jóhannesson, Kodi Smit-McPhee in una scena

È un peccato, perché Alpha vorrebbe riportare in sala quel cinema di avventura che si faceva una volta (negli anni Quaranta e poi, riprendendolo, negli Ottanta), quello che riusciva a stupire gli spettatori, puntando sui bambini, o sul far tornare bambini gli adulti. È un cinema che non si fa più, e che riportare oggi in sala non sarebbe male. Il problema è il taglio incerto del film: non è un prodotto per bambini, in quanto è piuttosto violento nella prima parte; ma non è nemmeno un film per adulti, perché è davvero troppo ingenuo e schematico.

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Ho visto il futuro del cinema

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Alpha - Un'amicizia forte come la vita: una suggestiva immagine del film

C'è però un discorso molto interessante dentro il film, e sta nell'aspetto tecnologico. Alpha ci spiega probabilmente dove stia andando il cinema. C'era una volta il cinema live action, e poi c'era il cinema d'animazione. Poi il cinema dal vivo e quello animato si sono fusi, dando vita a dei prodotti misti, ma dove il "cartone animato" e l'attore e l'ambiente restavano ben divisi e distinti, pensiamo a Chi ha incastrato Roger Rabbit?, Fuga dal mondo dei sogni, Space Jam. Oggi i due aspetti tendono sempre più a fondersi: la performance capture è in fondo animazione con dentro un (f)attore umano. E ci sono prodotti come Alpha, in cui ci sono delle creature realizzate al computer così fotorealistiche da sembrare vere, e attori in carne ed ossa "trattati" con una patina, grazie alla fotografia, che li uniforma alle creature digitali. Se pensiamo che il prossimo Il Re Leone viene presentato come un live action, ma in realtà è animazione incredibilmente realistica, capiamo come i linguaggi si stiano ibridando. Alpha, il lupo protagonista del film, è sia un animale in carne ed ossa che un personaggio al computer, a seconda delle scene. Non si nota la differenza. E questo è il complimento migliore che si può fare al film.

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2.0/5