Berlino si colora di tinte retrò per l'anteprima mondiale di Alone in Berlin, dramma storico ambientato durante la Seconda Mondiale. Il film, basato sul romanzo di Hans Fallada Ogni uomo muore solo, ricostruisce la vera storia di una coppia di proletari, Anna e Otto Quangel. Dopo la morte del loro unico figlio sul campo di battaglia, i due decisero di opporsi al regime nazista alla loro maniera; dal 1940 al 1943 scrissero centinaia di cartoline anonime contro Hitler e le diffusero in tutti gli uffici pubblici della città.
Cast internazionale per la coproduzione anglo-franco-tedesca. A interpretare i coniugi Quangel sono i grandissimi Emma Thompson e Brendan Gleeson, mentre al tedesco Daniel Brühl è stato affidato il ruolo dell'ispettore di polizia assegnato al caso. Ma il nome più curioso è quello che troviamo dietro la macchina da presa. La regia di Alone in Berlin è del bel Vincent Perez, attore svizzero che firma il suo terzo lungometraggio in quattordici anni. A quanto pare il cast ha apprezzato il suo metodo di lavoro. A specificarlo è una spumeggiante Emma Thompson che dichiara: "Non è sempre importante avere un regista che sia anche attore. Sono molto legata a James Ivory, che non è mai stato un attore. Ma devo dire che Vincent ha fatto un ottimo lavoro, è riuscito a gestire le emozioni generate dal raccontare una storia così tragica. Vincent era un perfetto barometro delle nostre emozioni sul set e riuscivamo a comunicare senza bisogno di parole".
Conoscere il passato per capire il presente
Alone in Berlin è un dramma storico classico sia nella forma che nella struttura narrativa. A spiegarci l'importanza e l'attualità di una pellicola come questa oggi è proprio Daniel Bruhl: "In tutta Europa, specialmente in Germania, c'è un ritorno ai movimenti politici di destra, perciò dobbiamo stare all'allerta. Fare un film come questo oggi è molto più importante di quanto si pensi perché è necessario sensibilizzare l'opinione pubblica sui pericolosi del passato. La storia è fatta di corsi e ricorsi, ma a volte si tende a dimenticarlo".
A parlare dei loro personaggi, gli eroi del quotidiano Anna e Otto Quangel, sono Brendan Gleeson ed Emma Thompson. Gleeson, che fornisce una performance lucida e controllata, dichiara: "E' importante capire il momento storico in cui la vicenda è ambientata. Quello di Otto è un dolore molto personale. La perdita del figlio lo spinge ad agire e anche la decisione di fare qualcosa contro il governo è personale. Io non so se riuscirei a trovare il suo coraggio né se avrei la sua generosità". Emma Thompon aggiunge: "Il film non è solo uno spaccato storico, ma è anche il ritratto di un matrimonio. Ogni scena rappresenta un piccolo tassello di un puzzle che è la storia di una coppia perciò sono stata particolarmente felice di interpretarlo". Spiegando il suo metodo di preparazione al personaggio di Anna, la Thompson aggiunge: "Per prima cosa ho letto il libro di Hans Fallada e mi sono documentata. Io sono nata nel '59, 15 anni dopo la fine della guerra e tutti i film che ho visto da piccola sulla Germania raccontavano un unico punto di vista. Era come se mi avessero fatto il lavaggio del cervello, perciò ho cercato di saperne più sui cittadini tedeschi che si opponevano a Hitler".
L'ispirazione? Il neorealismo e Una giornata particolare
Impegnandosi a dirigere una pellicola ambientata nella Germania bellica, Vincent Perez si è accollato un'enorme responsabilità. A spingerlo a mettersi alla prova è stato il romanzo di Hans Fallada, a cui confessa di essere particolarmente legato. Per internazionalizzare la pellicola, rendendola potenzialmente appetibile a un pubblico molto più vasto, Perez ha deciso di girare in inglese invece che in tedesco. Come spiega lui stesso "Mia madre è tedesca, mio padre è spagnolo e io vivo tra la Svizzera e gli Stati Uniti, quindi ho ereditato solo in parte i geni per raccontare questa storia. Mia madre mi ha parlato a lungo del Nazismo, perciò ho sentito bisogno di girare questo film perché lo ritengo necessario. Abbiamo realizzato sette diverse versioni della sceneggiatura, ma io sapevo subito come volevo raccontare questa storia e il libro di Hans Fallada è stato essenziale. La scelta di girare la storia in inglese è dovuto alla volontà di porre il film su un livello internazionale, perciò il passaggio dal tedesco all'inglese è stato naturale".
Parlando del look della pellicola, Perez aggiunge: "Abbiamo usato una luce molto semplice e naturale. Il pericolo era fare un film troppo stilizzato perciò abbiamo dovuto trovare un equilibro tra estetica e realismo. Mi sono ispirato al neorealismo italiano, in particolare a Una giornata particolare, che ho fatto vedere alla crew, al cinema tedesco e in parte ad alcuni film russi. Alone in Berlin è un film universale. La mia più grande paura era perdere Fallada per la strada. Invece ho cercato di far sì che fosse molto presente, e poi ci siamo concentrati sulla storia d'amore tra Otto e Anna. Mi interessava raccontare il loro microcosmo, gli abitanti del loro condominio, perciò mi sono concentrato su pochi personaggi per far emergere la loro sofferenza".