Alita - Angelo della battaglia, Jennifer Connelly: "È difficile essere onesti con noi stessi"

Intervista a Jennifer Connelly, chirurgo dal passato doloroso che ha dimenticato cosa significa essere umani in Alita - Angelo della battaglia.

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Alita - Angelo della battaglia: Rosa Salazar e Jennifer Connelly in una scena

Occhi di un blu siderale e sorriso perfetto: il premio Oscar Jennifer Connelly è di una bellezza quasi non umana e stupisce infatti che in Alita - Angelo della battaglia, ambientato in un futuro distopico, non interpreti un cyborg. Nel film di Robert Rodriguez, tratto dall'omonimo fumetto di Yukito Kishiro, di cui il produttore James Cameron si innamorò venti anni fa, grazie all'amico e collega Gugliemo Del Toro che glielo regalò, l'attrice è Chiren, chirurgo dal passato doloroso, da cui cerca di fuggire creando dei mostri.

Ormai separata dal marito Ido (il premio Oscar Christoph Waltz), Chiren collabora con Vector (il premio Oscar Mahershala Ali, un sacco di premiati dall'Academy in questo film!) per rimpolpare le fila dei partecipanti al Motorball, gioco gladiatorio di Iron City, grazie a cui spera di poter tornare ai piani altri, nella città sospesa di Zalem, dove si è rinchiusa tutta l'élite mondiale. L'arrivo di Alita, cyborg dal cervello umano, che ha dentro di sé una tecnologia vecchia di 300 anni, riportata in vita proprio da Ido, sconvolge i suoi piani e sopratutto le fa ricordare tempi in cui era più umana.

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Alita - Angelo della battaglia: Rosa Salazar durante una scena del film

A volte il dolore ci fa scordare chi siamo veramente, ce l'ha confermato Jennifer Connelly a Londra, al junket europeo di Alita - Angelo della battaglia, in sala dal 14 febbraio: "È difficile ricordare sempre chi siamo: il mio personaggio prova un dolore molto grande, perde sua figlia, è in lutto e non sa come superarlo. Pensa che scappando da quel posto si lascerà dietro sia il dolore che la perdita. È disposta a tutto pur di riuscirci: si aggrappa a questo in modo così disperato, da mostrare tutto il suo dolore e la sua sofferenza, che sono conseguenza del suo amore. È diventata un gargoyle, la versione mostruosa dell'amore che provava. Grazie ad Alita riesce a ritrovarlo: lei lo fa tornare in superficie, facendola tornare in sé. È molto difficile essere sempre onesti con noi stessi: è un processo diverso per ognuno di noi."

Alita e il coraggio di fare ciò che sognamo

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Alita - Angelo della battaglia: Jennifer Connelly e Mahershala Ali in una scena

All'inizio del film - di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Alita - Angelo della battaglia - la protagonista si sente una ragazza inutile, un rottame gettato insieme alla spazzatura: è anche quello che succede a molte giovani ragazze, a cui il mondo sembra dire costantemente che non possono fare tutto quello che sognano. Come possiamo invece incoraggiarle e far capire loro che, se lo vogliono davvero, possono raggiungere qualsiasi risultato? Secondo l'attrice: "Credo sia normale avere dubbi e insicurezze, Alita ha dei dubbi, credo sia umano, ma credo che abbia anche il supporto e l'amore della figura paterna del film. Non so, non sono un'esperta, ma credo che il sostegno e l'amore siano il punto da cui partire." Chi scoraggia le donne a volte è anche chi preferisce distruggere e demolire, invece che cercare di creare qualcosa di bello: perché molte persone, e anche diversi leader politici, preferiscono comportarsi così? Per Jennifer Connelly la questione è complessa: "È un grosso salto. Non so perché, ci sono persone che non vogliono creare mostri e altre sì. Si spera di essere rappresentati da persone che vogliano influenzare in modo positivo il mondo e che costruiscano un futuro positivo per noi. I motivi richiedono una conversazione più approfondita."

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La video intervista a Jennifer Connelly su Alita